Cronaca
01/04/2010
I testimoni: «Il killer se n’è andato sorridendo» L’uomo, colpito solo una volta, è fuori pericolo
Agguato in strada. Gli urla “bastardo” e gli spara tre volte
TORINO 01/04/2010 – «Gli ha sparato e se n’è andato sorridendo». Erano le 8,10 di ieri mattina quando gli abitanti di via Spazzapan sono stati loro malgrado testimoni dell’agguato nel quale è caduto Ruggero Danese, 56 anni. Contro l’uomo sono stati esplosi tre colpi di pistola, ma solo uno l’ha raggiunto a un fianco, per fortuna senza lesionare alcun organo vitale.
Siamo al confine tra i quartieri Mirafiori e Lingotto, a due passi dalla sede della Circoscrizione 9, in una zona residenziale, immersa nel verde. Via Spazzapan è una strada secondaria sulla quale si affacciano impianti sportivi e alti palazzi. Proprio da uno di questi, al numero 16, come tutte le mattine ieri è uscito Ruggero Danese per recarsi al lavoro in un’officina di La Loggia. Un’abitudine che ha facilitato il compito di chi l’ha preso di mira. Infatti quando il 56enne ha raggiunto la propria Fiat Cinquecento, parcheggiata proprio di fronte al portone, ha trovato una gomma a terra, tagliata con un coltello. Sembrava un semplice atto vandalico e così Danese ha aperto il baule per provvedere a sostituirla. «Quando siamo usciti – spiegano Roberto e Carla – l’abbiamo visto alle prese con quella gomma e gli abbiamo anche chiesto se voleva una mano. Per fortuna ci ha detto di no e ci siamo allontanati di qualche metro, verso la nostra auto ». Infatti proprio in quel momento sulla scena irrompe una Fiat Punto grigia. «Alla guida c’era un giovane sui 30 35 anni, da solo. Si è fermato di fianco alla Cinquecento, abbiamo sentito prima un colpo e poi altri due, in rapida successione. Pensavamo fossero petardi, quando abbiamo capito che erano spari ci siamo gettati su nostra figlia per proteggerla. In quel momento l’aggressore è ripartito, sorrideva e non ha neanche accelerato, è andato via tranquillamente, con calma».
A terra, raggiunto da un colpo al fianco destro, sparato con una pistola a tamburo, resta Danese. Sul posto accorrono i mezzi del 118 e i carabinieri della compagnia di Mirafiori, al comando del capitano Massimiliano Pricchiazzi. Il 56enne viene portato alle Molinette, dove i medici lo giudicano guaribile in 30 giorni. Nel frattempo scatta la caccia a chi ha cercato di ucciderlo. Due le piste principali. La prima parte da uno screzio avuto sul luogo di lavoro con un cliente, una guardia giurata, circa un mese fa: una lite per alcuni graffi a un cerchione. Danese ha spiegato ai carabinieri che quell’uomo che l’ha colpito assomigliava proprio a quel cliente: «Mi ha solo detto “bastardo” e poi ha sparato». Però i carabinieri hanno già rintracciato e interrogato l’uomo, che avrebbe fornito un alibi in grado di far cadere ogni sospetto su di lui.
Prende così quota la seconda pista, basata sulla vita privata dell’uomo, che da circa due anni convive con una donna, Caterina Galli, e suo figlio. Lei, infatti, è una delle prostitute “storiche” di San Salvario e proprio in questo mondo potrebbe essere maturato lo sgarbo costato a Danese un colpo di pistola. Un’ipotesi che però Caterina nega decisamente, così come la possibilità che un cliente innamorato abbia perso la testa e sparato al “rivale”. «Noi abbiamo intuito cosa fa nella vita spiega una vicina – ma non vuol dire niente. Sono entrambi bravissime persone, molto disponibili, così come il ragazzo. Non abbiamo mai sentito un litigio o una parola di troppo, mai visto gente strana che andava a trovarli. Ruggero poi è un gran lavoratore, lo scriva: sono proprio i vicini ideali».
Claudio Neve