Castiadas, il delitto di Ottavio Corona…

Cronache dalla Sardegna

Domenica 07 marzo 2010 11.24

Castiadas, il delitto di Ottavio Corona:
l’assassino scoperto dal computer

I fratelli Raffaele e Gianni Cocco accusati dell’omicidio del bancario. Decifrate dai carabinieri del Ris le immagini tv della rapina. La richiesta di rinvio a giudizio dei pm Caria e Tronci premia il lavoro dei carabinieri.

carabinieri15.jpgIl giallo secondo i carabinieri è risolto. Al computer. Anzi, proprio dal computer. A riconoscere il bandito entrato il 6 giugno del 2003 nel Banco di Sardegna di Olia Speciosa per una rapina e uscito come assassino del direttore Ottavio Corona è stato il calcolatore elettronico. Capace di esaminare il volto mascherato con barba e baffi finti ripreso dalle telecamere a circuito chiuso dell’istituto di credito e dargli nome e cognome: Gianni Cocco, 40 anni, allevatore, entrato in azione con il fratello Raffaele, fabbro 42 anni.

Per i carabinieri del nucleo investigativo del Comando provinciale di Cagliari e della Compagnia di San Vito è la prova definitiva dei loro sospetti. Dello stesso parere i sostituti procuratori Daniele Caria e Danilo Tronci che hanno firmato la richiesta di rinvio a giudizio. Le accuse sono pesantissime: rapina, porto abusivo di arma da fuoco contraffatta e omicidio volontario, in concorso, per entrambi. Si resta in attesa dell’udienza preliminare che dovrà dare il via al processo.

L’INCHIESTA Il provvedimento dei magistrati inquirenti premia il lavoro degli investigatori, un gruppo di carabinieri che si è dedicato anima e corpo a questa inchiesta. Anche sull’onda emotiva che aveva suscitato il fatto. La Sardegna è terra di rapine ma quasi mai ci scappa il morto. In questo caso sì. E poi la vittima non era una persona qualunque. Sportivo, appassionato di speleologia, residente a Carbonia, benvoluto da tutti a Castiadas per aver lavorato in quello sportello di credito per cinque anni, Ottavio Corona stava chiudendo la banca in cui era l’unico impiegato-cassiere-direttore, in quello che era il suo ultimo giorno di lavoro a Olia Speciosa. Il Banco di Sardegna aveva scelto per lui un altro incarico, avrebbe dovuto presentarsi il lunedì successivo in un’altra sede, a Quartu, glielo ha impedito un colpo di pistola sparato a distanza ravvicinata durante una colluttazione.

I SOSPETTI I carabinieri hanno dovuto impostare un lavoro a 360 gradi, senza escludere nulla. Neppure la possibilità che organizzare la rapina finita nel sangue fosse stato un turista arrivato dalla Penisola o dall’Estero in vacanza, visto il periodo. Il controllo di alberghi, residence, campeggi e bed and breakfast non aveva portato a niente, anzi, aveva rafforzato l’ipotesi più probabile, analizzando i fatti analoghi registrati in Sardegna. Secondo gli inquirenti, a commettere le rapine nelle banche e negli uffici postali della Sardegna sono quasi sempre persone che conoscono bene i luoghi. Sia l’istituto di credito, sia le zone circostanti. Sanno benissimo dove si trovano sia la cassaforte con i contanti, sia le vie di fuga.

I DUE FRATELLI I sospetti degli inquirenti erano caduti su un gruppo di pregiudicati di Castiadas e dintorni. Indagini poi ristrette ai fratelli Cocco. Raffaele, il fabbro, aveva ammesso di aver modificato l’arma giocattolo in modo che potesse sparare un colpo alla volta e di averla consegnata al fratello Gianni. Quest’ultimo aveva tirato in ballo un conoscente di Burcei, la guardia giurata Graziano Melis, di fatto accusandolo della rapina e dell’omicidio. I carabinieri hanno escluso il coinvolgimento del burcerese nella vicenda e i fratelli Cocco si trovano adesso indagati anche per calunnia.

L’esame del test del Dna su un capello trovato su un borsello recuperato dai carabinieri nei pressi della banca aveva scagionato Gianni Cocco e il fratello. Al contrario, l’esame antropometrico al computer con un programma in possesso di Fbi, Interpol e Ris in grado di riconoscere una persona fotografata a 500 metri di distanza dal calcolo di 100 punti individuati nel viso, non ammette dubbi. Gianni e Raffaele Cocco dovranno rispondere davanti ai giudici della tragica rapina di sette anni fa.

PAOLO CARTA

Castiadas, il delitto di Ottavio Corona…ultima modifica: 2010-03-08T11:00:00+01:00da sagittario290