La morte di Sahid Belamel

Cronaca

(21 febbraio 2010)

La morte di Sahid Belamel
implorava: portatemi a casa

Sahid voleva tornare a casa, la famiglia chiede verità. La tragedia di via Colombo: appello di don Bedin: sosteniamoli per portarlo in Marocco. L’avvocato della famiglia: «Chiarezza sulle responsabilità»

jpg_1865712.jpgFERRARA. Sahid aveva implorato di essere portato a casa. Poche ore prima di morire, quando già stava male, si era perfino inginocchiato per pregare di essere accompagnato. Un amico gli aveva già pagato la corsa del taxi, ma a casa Sahid non sarebbe più tornato.

Dai racconti dei conoscenti di Sahid, morto assiderato domenica scorsa dopo un’agonia di tre ore lungo il ciglio di una strada, emergono nuovi particolari sull’assurda fine del giovane marocchino. Una morte su cui ora la famiglia – a cominciare dal fratello maggiore Rachid, arrivato dalla Germania – vuole che venga fatta chiarezza. Rachid ieri era a Ferrara per recuperare gli effetti personali di Sahid e organizzare il reimpatrio della salma per la sepoltura in Marocco. «Il fratello desidera capire le motivazioni del decesso – spiega l’avvocato Gianluca Filippone – L’a utopsia ha evidenziato l’ipotermia, ma aspettiamo i risultati definitivi per saperne di più. Se, ad esempio, Sahid aveva anche assunto sostanze, e in questo caso individuare le persone che gliele hanno cedute. Così come sarebbe importante risalire alle targhe delle auto che sono passate davanti a Sahid nudo e agonizzante, e non si sono fermate per prestargli soccorso. Per il momento stiamo alla finestra ad aspettare. Ma abbiamo una grande fiducia negli inquirenti: la magistratura e la squadra mobile stanno seguendo la vicenda con grande scrupolo e attenzione».

Gli atti sono stati inviati in procura e nei prossimi giorni il quadro dell’inchiesta sarà completato. Nel corso degli accertamenti è stata vagliata la posizione delle persone che quella notte hanno avuto a che fare con Sahid per valutare il peso giuridico del loro comportamento: mancanza di compassione, indifferenza o una vera e propria omissione di soccorso?

Sahid si era sentito male in discoteca dopo aver bevuto qualche drink di troppo. Un amico aveva dato il telefonino di Sahid a uno dei buttafuori del locale per chiamare il servizio taxi: la chiamata, dall’esame dei tabulati, è partita alle 3.40. Ma l’auto arrivata davanti alla discoteca non ha caricato Sahid, nè è stato chiamato il 118. Il giovane, rimasto solo, si è incamminato barcollante, è caduto nel Canalbianco, si è tolto i vestiti ed è rimasto al freddo. Quando alle 8 lo ha trovato una guardia giurata, il ragazzo si teneva la pancia, aveva gli spasimi e per il dolore sbatteva la testa per terra. Poco dopo la morte al Sant’Anna.

(a.m.)

La morte di Sahid Belamelultima modifica: 2010-02-22T11:15:00+01:00da sagittario290