“Ci servono soldi e io so dove trovarli”

Cronache dalla Sardegna

Domenica 21 febbraio 2010 11.39

“Ci servono soldi e io so dove trovarli” 

274786.jpgParla la vedova dell’uomo morto dissanguato. Samuela Vincis, dopo il furto finito in tragedia, ha chiesto ospitalità a una comunità nell’hinterland. Domani o martedì è in programma l’autopsia sul corpo di Fernando Porcu disposta dal magistrato.

«Mi ha detto ci servono soldi, so io dove trovarli . Ha preso un cacciavite ed è uscito. Io non mi sentivo bene e sono rimasta a casa. Un’ora dopo ho sentito l’allarme e dalla finestra ho visto i lampeggianti. L’hanno preso , ho pensato. Soltanto di mattina ho saputo che Fernando era morto». Samuela Vincis, 37 anni, compagna del quarantaseienne di Sant’Elia morto dissanguato dopo il colpo da mille euro al bazar-edicola del mercato rionale, ha raccontato la sua verità ai carabinieri di San Bartolomeo. Una verità scritta nero su bianco e trasmessa alla Polizia che sta conducendo le indagini e al magistrato Daniele Caria che si sta occupando della vicenda.

LA COPPIA I due vivevano in simbiosi. Più dolori che gioie in un’esistenza segnata dalla droga. E anche da qualche inconveniente con la giustizia. Nel luglio del 2006, Fernando e Samuela erano finiti in manette per aver rapinato un pensionato nel parcheggio davanti allo stadio Sant’Elia. In molti nel quartiere hanno pensato che la notte tra giovedì e venerdì i due fossero insieme. Un pensiero simile lo hanno avuto i militari che, venerdì mattina, hanno rintracciato la donna nello scantinato dove viveva con il compagno. «Sapevo», ha raccontato nella stazione dei carabinieri in viale Poetto, «quello che Fernando stava per fare. Mi ha avvertito. Gli ho anche detto di stare attento ai vigilantes del mercato. Lui mi ha tranquillizzata: so come fare e so anche dove sono nascosti i soldi . Penso abbia fatto tutto da solo, non credo ci fosse qualcuno con lui». Andata via dalla caserma, la donna ha lasciato lo scantinato di Sant’Elia e ha chiesto ospitalità in una comunità dell’hinterland.

«NON ERA SOLO» Distrutti dal dolore per la morte di Fernando, la famiglia Porcu chiede che sulla vicenda non cali il silenzio. Per questo papà Pino e Stefano, fratello della vittima, ieri mattina si sono presentati dai carabinieri di San Bartolomeo per raccontare le voci che circolano nel rione. «Qualcuno ha visto Fernando insieme a un’altra persona. Chi sa deve parlare. Non servirà a restituircelo ma almeno verrà fatta piena luce sulla vicenda». La famiglia di Sant’Elia ha una convinzione: «Non è possibile che abbia fatto tutto da solo. Anche la scia di sangue sul pavimento del negozio non ci convince. Sembra una strisciata come se qualcuno abbia afferrato Fernando e lo abbia trascinato». Per ora restano soltanto delle voci perché i militari e gli agenti della Squadra volante che stanno svolgendo le indagini non hanno trovato nessuna conferma ai dubbi dei familiari del morto.

AUTOPSIA Qualche novità potrebbe arrivare dall’autopsia sul corpo di Fernando Porcu disposta dal magistrato. L’esame dovrebbe essere eseguito tra domani e martedì al Policlinico universitario di Monserrato dal medico legale Roberto Demontis. Ieri mattina intanto la vetrata che ha ucciso il disoccupato di Sant’Elia è stata sostituita. Nel bazar al piano terra del mercato si è tornati alla normalità se non fosse per alcune macchie di sangue ancora ben visibili su mura e pavimento.

MATTEO VERCELLI

“Ci servono soldi e io so dove trovarli”ultima modifica: 2010-02-22T11:30:00+01:00da sagittario290