Cronaca
[24/02/2010]
BANDA IN AZIONE: ABBATTONO IL CANCELLO E RUBANO LE BMW
Una 320 Touring ed una X6 sottratte, un’altra auto trovata nel cortile con il motore acceso. I ladri hanno divelto il cancello d’ingresso impiegando una catena di 10 metri. Il furto all’1,30 di notte
LECCE – E’ stato di massima allerta, impossibile minimizzare. L’emergenza furti e rapine in provincia di Lecce non si placa, e i colpi, al di là della frequenza stessa con cui vengono messi a segno, si stanno facendo sempre più spettacolari nelle modalità, lasciando trasparire la spavalderia di chi sembra aver ingaggiato una sfida con le forze dell’ordine. Anche questa volta, la banda entrata in azione ha portato a termine una stangata di una certa levatura, per modus operandi e valore del bottino: due Bmw hanno presso il largo, mentre una terza è rimasta sul posto con la chiave inserita nel quadro e la marmitta che sputava fumo. Non sono riusciti a portarla via, forse perché hanno intravisto l’arrivo dei vigilanti della Velialpol.
Certo è che sapevano quello che facevano e di avere i minuti contati, i malviventi. Per questo hanno colpito con un’azione criminale scenografica e distruttiva, badando al sodo e, alla fine, lasciando per terra, come segno del passaggio, una cancellata abbattuta, letteralmente scardinata grazie ad una catena di una decina di metri, attaccata ad una delle Bmw, una 320. Vittima, la concessionaria della nota casa automobilistica tedesca Emmeauto, che sorge all’ingresso del capoluogo, lungo la statale, sulla corsia percorsa da chi proviene da Brindisi.
Ad agire, non meno di tre o quattro persone, forse di più. Un’ipotesi, al momento, ma che trova riscontro nel numero di veicoli rubati, più quello rimasto sul posto, cui aggiungere qualche altro mezzo impiegato per arrivare davanti alla concessionaria. La qual cosa potrebbe lasciar trasparire un’altra congettura. Ad entrare in azione potrebbero essere stati gli stessi malviventi che hanno messo a segno l’efferata rapina a mano armata nel pomeriggio di ieri sulla Salice-Guagnano (http://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=18979). Ma questa è davvero solo una supposizione, basata sulla predilezione per un certo genere di auto, unita al numero non certo esiguo di componenti di un’unica banda. Gli inquirenti, piuttosto, non si sbilanciano e ritengono che le piste possano comunque essere altre.
L’esatta successione dei fatti, con una possibile ricostruzione di quanto avvenuto, è stata chiarita in mattinata, con gli ultimi sopralluoghi. Il gruppo, presumibilmente, ha raggiunto la zona a bordo di qualche mezzo. Le lancette dell’orologio battevano sull’una. Alcuni componenti hanno scavalcato la cancellata esterna, peraltro piuttosto bassa, per andare a rovistare nelle strutture. Qualcuno potrebbe essere rimato fuori, a fare da palo. Intanto, i ladri penetrati nel perimetro, dopo aver scassinato la porta dell’officina, non collegata ad un sistema di allarme, hanno agguantato diversi mazzi di chiavi appesi ad una bacheca, per poi scegliere le auto da portare via.
L’attenzione s’è concentrata su due Bmw 320 (una delle quali modello Touring), ed una Bmw X6. Una delle tre è stata “sacrificata”. Cioè legata saldamente la lunga catena al cancello e assicurata al veicolo, i ladri hanno fatto trazione, scardinandolo. Ed è stato in quel momento– era l’1,23 – che è scattato l’allarme collegato alla Velialpol. I ladri sono riusciti a portare via la Touring e l’X6. Quando i vigilanti sono arrivati sul posto, hanno trovato nel cortile la 320 con il motore ancora acceso. O è sorto qualche problema a scardinare il cancello ed i malviventi, attardandosi, hanno rischiato di incrociare i vigilanti, riuscendo comunque a far perdere le tracce, oppure – altra ipotesi – essendo soltanto in due all’interno del cortile, hanno dovuto lasciare la terza sul posto. A scoprire e segnalare l’assenza di due auto è stato il responsabile della concessionaria, avvisato dalla centrale operativa della Velialpol. Sul posto, per le indagini, sono giunti polizia e carabinieri. Il danno si aggira, presumibilmente, attorno ai 100mila euro. Dai filmati delle videocamere a circuito chiuso si cercherà di ottenere più elementi investigativi.