Petilia, a Comberiati restituiti tutti i beni

Cronaca

sabato 23 gennaio 2010

Petilia, a Comberiati restituiti tutti i beni

favara.jpgDovranno essere tutti restituiti i beni che erano stati confiscati a Vincenzo Comberiati, il 53enne di Petilia Policastro considerato dagli inquirenti il capo dell’omonima cosca che opera nella presila crotonese. E’ quanto hanno deciso i giudici della sesta sezione della Cassazione che, con la sentenza emessa mercoledì scorso, hanno annullato, senza rinvio, il provvedimento di confisca emesso nel 2006 dal Tribunale di Crotone e confermato nel 2008 dalla corte d’appello di Catanzaro.

Si tratta di un patrimonio valutato in oltre due milioni di euro costituito da beni mobili e immobili; in particolare una villa di 300 metri quadrati nella frazione Foresta; conti correnti bancari e libretti postali per un valore di 300 mila euro; due appartamenti ubicati a Trepidò di Cotronei ciascuno di 60 metri quadrati; quattro autovetture di grossa cilindrata: un’Alfa 164 e una Bmw serie 5 blindate, una Bmw serie 1 e una Volkswagen Golf; 16 appezzamenti di terreno nel comune di Petilia ed altri 2 in quello di Mesoraca per un totale di 35 ettari.

Tutti beni che risultano intestati, in gran parte, alla moglie e ai figli di Vincenzo Comberiati e che, secondo quanto ritenuto dai giudici del Tribunale di Crotone e confermato da quelli della corte d’appello, non potevano essere che il frutto dell’attività illecita del presunto boss di Petilia Policastro dal momento che l’uomo – asserivano gli inquirenti – negli ultimi vent’anni aveva dichiarato un reddito di appena 4 mila euro all’anno percepito per la sua attività di operaio forestale presso l’Afor ma anche come indennità di disoccupazione dall’Inps. Né la moglie o i figli risultavano aver prodotto redditi più consistenti. Di contro, affermavano i giudici nel provvedimento di confisca dei beni, “la soggettività criminale mafiosa di Comberiati”, attualmente detenuto nel carcere di Rossano, risulta dal provvedimento del Tribunale che lo ha sottoposto alla sorveglianza speciale per cinque anni ma anche dalla condanna definitiva a 16 anni e 1 mese di reclusione per duplice omicidio: quello di due guardie giurate uccise in un conflitto a fuoco a Petilia Policastro nel marzo del 1991.

Di avviso contrario, evidentemente, i giudici della Cassazione che hanno accolto i rilievi degli avvocati Giuseppe Madia, Mario Saporito e Giuseppe Carvelli proprio sulla mancanza di presupposti per l’applicazione della sorveglianza speciale al Comberiati, peraltro già revocata dalla corte d’appello.

Petilia, a Comberiati restituiti tutti i beniultima modifica: 2010-01-24T11:15:00+01:00da sagittario290