Fiamme all’Hypo Bank di Tavagnacco distrutte le reti elettrica e telematica

Cronaca

Pagina 9 – UDINE

LUNEDÌ, 11 GENNAIO 2010

L’incendio si è sviluppato poco dopo le 8.30 nel vano tecnico: il fumo ha risalito i sette piani e invaso alcuni uffici. Pompieri sul posto per ore

Esclusa l’ipotesi dolosa: cause accidentali

Fiamme all’Hypo Bank di Tavagnacco distrutte le reti elettrica e telematica

LE INDAGINI

di LUANA DE FRANCISCO

07_04_06-Tavagnacco-Hypo-Italia-sede-2.jpgAl fumo sono bastati pochi minuti per risalire i sette piani del palazzone di vetro della Hypo Bank e per cominciare a invadere uffici e corridoi. E le fiamme hanno impiegato ancora meno tempo, per aggredire cavi e cavetti e mandare in tilt il sistema elettrico e la rete telematica. Ma l’incendio, alla fine, è stato soffocato prima che potesse assumere le proporzioni di un disastro. Questione di attimi, appunto, e a Tavagnacco, ieri, a metà mattina, c’erano già tre squadre dei vigili del fuoco, oltre alle guardie dell’Italpol, che per prime hanno dato l’allarme, e ai carabinieri del Norm di Udine e della stazione di Feletto, che hanno svolto le indagini.

Scongiurata l’emergenza, il sopralluogo dei pompieri si è protratto comunque fin oltre mezzogiorno, mentre in tarda serata il personale dell’Ufficio tecnico dell’Hypo Bank era ancora al lavoro per quantificare l’entità dei danni. La giornata si è chiusa con un solo dato certo: l’incendio non ha avuto un’origine dolosa, ma è stato determinato da cause accidentali. Le verifiche degli esperti hanno individuato in uno dei due cavedi (quello di sinistra, cioè il più distante dal lato del Jolly Hotel) il punto nel quale l’incendio è scaturito e dal quale si è in breve propagato. Rimanendo circoscritte all’interno del vano tecnico, le fiamme non hanno intaccato la struttura. Da qui, il verdetto “positivo” dei vigili del fuoco, che non hanno ritenuto necessario dichiarare l’inagibilità dell’edificio, nè di alcuno dei locali invasi dal fumo, limitandosi a raccomandare all’istituto l’esecuzione di una nuova verifica degli impianti elettrici.

Il putiferio, nel gigante di vetro di via Alpe Adria, si scatena poco dopo le 8.30. É una guardia dell’Italpol ad accorgersi che, al terzo piano, c’è qualcosa che non va. É lì che scatta l’allarme antincendio: ad azionarlo, secondo i periti del comando provinciale di via Popone, sarebbe stato il surriscaldamento dei cavi collegati verticalmente all’interno del cavedio, cioè del locale tecnico (un vano in tutto simile alla tromba di un ascensore) lungo il quale sono fatti passare i fili elettrici destinati ai vari piani. Le fiamme fondono la plastica e raggiungono anche il piano terra, mentre il fumo in parte fuoriesce dalle aperture poste sulla sommità del cavedio e, in parte, invade uffici e corridoi dal terzo piano in su, interessando anche qualche spazio del secondo piano. Il tempestivo arrivo dei pompieri impedisce alle fiamme di espandersi e scongiura danni ben più ingenti.

Quel che resta, alla fine, è soltanto l’odore acre del fumo. Gli estintori ad anidride carbonica adoperati dai vigili del fuoco, ideali in caso d’incendio di elementi elettrici, “risparmiano” alla Hypo Bank danni ulteriori. Anche i locali non ne escono anneriti. E per lo smaltimento dei fumi, i pompieri azionano i motoventilatori. Tutti i danni, per quanto lievi, risultano comunque coperti da assicurazione. Anche la ricostruzione dei carabinieri esclude l’ipotesi del dolo: la banca è sottoposta alla vigilanza delle guardie giurate e di un sistema di videosorveglianza. E i rilievi effettuati in mattinata si concludono senza evidenziare elementi tali da fare sospettare l’intrusione di estranei nell’edificio.

Fiamme all’Hypo Bank di Tavagnacco distrutte le reti elettrica e telematicaultima modifica: 2010-01-12T11:15:00+01:00da sagittario290