LA DURA VITA DELLE GUARDIE GIURATE

Politica

03 Dicembre 2010

LA DURA VITA DELLE GUARDIE GIURATE

di Alessandro Ursino

adesivo-per-paletta-guardie-giurate_new.jpgC’era una volta un uomo, chiamatelo come volete, immaginatelo come volete, il personaggio di cui vi voglio raccontare è un uomo della notte, ed è nella notte che stende un velo pietoso sulle sfumature della vita attuale. Di chi parlo?  di una Guardia Giurata, che sopravvive con un modesto salario, spesso costretta a lavorare oltre i limiti del possibile e molte volte anche derisa da qualche cretino di turno che ti appella ingiurie perchè lo considera un mestiere da sbirro. Nel resto del mondo la categoria delle G.P.G. sono nettamente equiparate alle forze dell’ordine, anzi in molti Stati sono addirittura catalogate alle forze armate. In Italia no!!! anche se qualcosa è cambiato negli ultimi anni. 

L’Italia “pone ostacoli ingiustificati all’esercizio della professione” della guardia giurata: è questa in estrema sintesi la tesi contenuta in una sentenza del 13.12.2007 della Corte di giustizia Europea, nella quale il giudice ha stabilito che alcune norme del testo unico e quelle corrispondenti del relativo regolamento di esecuzione “contrastano con i principi comunitari sulla libertà di stabilimento e di prestazione dei servizi (artt. 43 e 49 del Trattato istitutivo della Comunità Europea)”. L’argomento è sollevato da Marco Fusco Segretario Nazionale del Sindacato Nazionale Guardie Giurate, che si è rivolto al Parlamento Europeo lamentando i problemi del settore della vigilanza privata in Italia. Da Strasburgo il sindacalista ha ricevuto risposta che da una parte non segue i suoi rilievi, visto che “le competenze attribuite al Parlamento Europeo dai trattati istitutivi dell’Ue” non riguardano questa materia, dall’altro lato però confermano che dal punto di vista delle istituzioni comunitarie qualcosa in Italia dovrà cambiare. “Il testo unico delle Leggi di Pubblica sicurezza – afferma Jean Louis Cougnon in una lettera recapitata a Marco Fusco – dovrà necessariamente uniformarsi alla decisione del giudice comunitario”.

Cougnon inoltre informa il sindacalista dell’iniziativa dell’On. Alessandra Mussolini, che ha presentato una dichiarazione scritta esortando la commissione europea a “intraprendere ogni iniziativa verso paesi membri per una regolamentazione uniforme degli Istituti di vigilanza e ad esprimersi in merito alla questione della extraterritorialità delle licenze, nonché sollecitando i paesi membri alla individuazione di una definizione univoca dei compiti risultanti dalla distinzione fra servizi armati e servizi non armati”. Per farla breve, chiacchiere su chiacchiere perchè il risultato non cambia.  La Guardia Giurata, propriamente detta Guardia Particolare Giurata, è un privato cittadino che possiede i requisiti utili al rilascio di un Titolo di Polizia è quindi autorizzato dallo Stato ai sensi dell’art. 133 del T.U.L.P.S a tutelare i beni, mobili ed immobili di privati o enti anche pubblici; ma non le persone, la cui tutela dell’incolumità è onere e prerogativa esclusivamente dell’Autorità di Pubblica Sicurezza (art. 1 del T.U.L.P.S.). Le Guardie Giurate fanno riferimento quasi sempre ad un Istituto di Vigilanza privata; più di rado a enti o privati, e purché diretti proprietari dei beni da tutelare. Il titolo di Guardia Particolare Giurata è soggetto a rinnovo ogni due anni previa verifica delle autorità preposte della persistenza dei requisiti psico-fisico-attitudinali nonché legali.

La Guardia Particolare Giurata è inquadrata giuridicamente come “Incaricato di Pubblico Servizio”, benché alcune sentenze della Corte di Cassazione ne abbiamo evidenziato anche la qualità di “Agente di Polizia Giudiziaria” e di “Pubblico Ufficiale”; ma solo in determinate specifiche occasioni. Sta di fatto che malgrado sentenze, delibere, rinnovi contrattuali che avvengono a passo di lumaca, questo mestiere è uno dei meno tutelati dallo Stato, per l’estremamente complesso ed articolato sistema di leggi che non aiutano in nessun modo chi si adopera a fare questa professione. Dalla Lega partì un disegno di legge per avviare il riordino dell’attività di vigilanza privata e quella delle guardie giurate. Il progetto portava la firma del senatore Luigi Peruzzotti della Lega Nord e nasce all’indomani di alcuni fatti criminali che hanno avuto per vittime, anche deceduti, alcuni appartenenti ai corpi di vigilanza privata.

“Quello del riconoscimento professionale è un problema molto sentito dalla categoria”, afferma Peruzzotti autore del DDL al quale hanno apposto la firma anche i senatori Bertoni dei Democratici di sinistra, Costa del Cdu, Specchia e Florino di Alleanza nazionale, oltre a diversi colleghi del gruppo della Lega Nord. Il disegno di legge nella relazione introduttiva ripercorre la storia delle origini delle attività di vigilanza privata in Italia che risalgono già al 1865. Peruzzotti nota che “tale attività risulta infatti ancor oggi disciplinata dal regio decreto n.773 del 18 giugno 1931, insufficiente di fronte all’evoluzione sociale e tecnologica che ha creato nuovi bisogni di sicurezza per la nostra società”. I passaggi salienti dell’articolato prevedono l’integrazione delle attività di vigilanza e sicurezza delle persone e dei beni nel sistema nazionale dell’ordine e della sicurezza pubblica; le guardie particolari giurate, i graduati, i sottufficiale gli ufficiali appartenenti agli istituti di sicurezza vengono considerati pubblici ufficiali; la definizione di particolari requisiti per effettuare questa attività.

LA DURA VITA DELLE GUARDIE GIURATEultima modifica: 2010-01-04T11:45:00+01:00da sagittario290