Cronaca
30/11/2009
«Sono un tossico di volto San Luca»
DEGRADO. Una lettera lasciata in redazione da un frequentatore della zona che chiede di non criminalizzare tutti
Concorda sulla denuncia Ma si ritiene una vittima della società, e regala anche una poesia
Un biglietto scritto a mano in stampatello, con la calligrafia tonda, quasi femminile. Ma la firma è maschile, il nome di chi l’ha scritto e portato in redazione è giusto quello dell’uomo che la settimana scorsa all’interno del supermercato Pam aveva preso a maleparole il vigilates che aveva l’unico torto di fare il suo lavoro ed evitare che i tossicodipendenti che frequentano la zona rubassero alcolici, o altro dagli scaffali.
Forse non sa che era di lui che si stava parlando nell’articolo, perchè il dramma vero dell’eroina è questo: che ti fa diventare un altro. Un altro che probabilmente nemmeno tu stesso sei in grado di riconoscere.
La situazione tra volto San Luca e via dei Mutilati è sempre la stessa denunciata decine di volte. I tossicodipendenti fanno la spola tra piazza Pradaval, dov’erano anche ieri mattina e via dei Mutilati. E nei pressi del supermercato chiedono monete. Persone anziane spesso regalano soldi perchè hanno paura di ritorsioni. Quando un drogato è senza stupefacente o è troppo pieno di droga diventa un altro. Lo dimostra anche il biglietto di L. di cui mettiamo soltanto l’iniziale perchè tutti lo riconoscerebbero. L. ha 48 anni, e una vita passata a bucarsi.
L. ha due facce. Quella del tossicodipendente fuori di testa com’era giovedì sera, che dopo essersi nascosto una bottiglietta di succo addosso inveiva, si lamentava, offendeva e minacciava il vigilantes davanti ai cassieri e ai clienti del Pam, e quella gentile dell’uomo che scrive, assieme al biglietto anche una poesia.
«Vivo per strada orfano di un sorriso con qualche amico che soffre con me. Il freddo della notte, le gambe ormai stanche, senza nessuno che mi sappia scaldare. Una strada per casa e qualche centesimo per riuscire a campare. Una parola, oppure una semplice speranza, un sogno, o un desiderio fra i milioni di volti che ogni mio giorno mi fa incontrare. Nessuno finora me l’ha saputo donare».
Se non avessimo visto L. offendere il vigilantes straniero, sarebbe difficile credere che si tratta della stessa persona che ha scritto la poesia. Forse non ci crede neanche lui, per questo dice. «Mi è stato negato il futuro».
Alessandra Vaccari