Ronda sì, ronda no

Toscana

Scritto sabato, 5 dicembre, 2009 alle 17:48

Ronda sì, ronda no

di Bruno Manfellotto

manfellottobruno.gifLa notte di giovedì 3 dicembre, mentre il Paese si lasciava cullare dalle dichiarazioni del pentito Spatuzza, dalle inquietudini di Gianfranco Fini e dai misteri di Brenda e Nathalie, l’aula di Montecitorio cassava da un maxiemendamento alla legge Finanziaria i fondi destinati alle ronde, quelle che molti sindaci del nord vorrebbero per garantire notti tranquille ai loro cittadini.

Non ci posso credere. Non ci avevano fatto una testa così dicendoci che senza volontari della sicurezza – da Bergamo a Treviso a Massa Carrara – avremmo perso per sempre la battaglia per la legalità? E allora? Un momento, andiamo per ordine.

Il 2 luglio scorso, dopo un martellante battage mediatico, il Parlamento aveva varato un decreto sicurezza che conteneva anche il via libera ad “associazioni di cittadini per la sicurezza”, insomma le ronde. Il popolo, non solo leghista, fremeva; i sindaci alzavano la voce; i ministri premevano. Alla fine si decise per il sì, ma di fronte alle mille proteste Roberto Maroni, titolare degli Interni, e dunque ministro della polizia di Stato e non delle ronde spontanee, assicurò che questi generosi cittadini vogliosi di fare pulizia nelle piazze e lungo i viali, non avrebbero avuto una sola lira pubblica. Del resto lo Stato non riesce a trovare i soldi per pagare la benzina delle “pantere” della PS, figuriamoci se poteva farlo per dei privati vigilantes. E poi, se sono ronde private perché deve pagare la mano pubblica? Insomma, un minimo di decenza…

Però da allora sono passati mesi e di ronde non se n’è vista traccia, nemmeno in quelle città che, da come ce le raccontavano, sembravano sull’orlo di una guerra civile. Niente. E allora, niente spontaneità? Allora ecco, cinque mesi dopo il varo, l’escamotage sotto forma di poche righe da far approvare al Parlamento: ai Comuni era concesso di rimborsare a quelle spontanee associazioni le spese sostenute per garantire la sicurezza. Capito? Ronde private a pie’ di lista e a spese nostre. Denaro per loro e non, magari, per l’assistenza agli anziani. Soldi a loro e non a polizia, carabinieri, Finanza, esercito. Qualcuno, evidentemente, si è accorto dell’assurdo e la proposta è caduta così com’era nata.

A questo punto, però, qualcuno dovrebbe rispondere a qualche domanda: chi ha ragione, Berlusconi e i leghisti che lanciano l’allarme clandestini e sicurezza, o il ministro del rigore, Tremonti Giulio, pur caro alla Lega nord, che non ha alcuna intenzione di spendere soldi per questo scopo? Ma la nostra sicurezza è davvero a repentaglio o no? E se a parere del governo lo è, perché lo stesso governo prima lancia le ronde e poi le affossa? Ancora: se le nostre città sono davvero invivibili, perché nessuna ronda è nata dall’Alpi alle Piramidi? E perché è disposta nascere solo a busta paga del Comune? Troppe domande, poche risposte. E un sacco di facile propaganda.

Ronda sì, ronda noultima modifica: 2009-12-06T11:00:00+01:00da sagittario290