Protestano i Vigilantes

Cronaca

15 Dicembre 2009, 21:40

Protestano i Vigilantes

DSC00240.jpgFino ad ora quella clausola è stata sempre inserita nel bando per l’assegnazione del servizio di vigilanza e portierato degli uffici del Consiglio regionale. La ditta che vince l’appalto, in sintesi, è obbligata a riassumere i dipendenti che quel servizio lo svolgevano già. Uno strumento che il diritto del lavoro prevede per la tutela dei livelli occupazionali. E che Palazzo Moffa, massima espressione della amministrazione pubblica, ha finora garantito. Finora, appunto. La clausola è sparita dall’avviso pubblico elaborato qualche settimana fa.

È in scadenza il contratto che lega il Consiglio e l’istituto Aquila, l’appalto riguarda non solo la sede di rappresentanza di via IV Novembre, ma anche altri uffici come quello di via Colitto (dove c’è la segreteria generale e gli uffici legislativi e contabili) e la sede del Difensore civico, del Tutore dei Minori e del Corecom in via Monte Grappa. Aquila gestisce la vigilanza anche per gli assessorati e gli uffici della giunta regionale.

Nel nuovo disciplinare predisposto dal segretario generale del Consiglio regionale, Luciano Iacobitti, l’obbligo per chi subentra nell’appalto di riassorbire le maestranze sparisce. E loro, le guardie giurate che lavorano con Aquila, protestano. In dodici rischiano, seriamente, il posto di lavoro.

La manifestazione, rispettosa dei turni di lavoro, si tiene proprio davanti a Palazzo Moffa. Il presidente Picciano li riceve, assicura il suo impegno, ma mette le mani avanti: c’è da attendere il parere dell’Avvocatura dello Stato, chiamata in causa proprio dalla segreteria generale, che ritiene illegittima la clausola di salvaguardia.

E loro denunciano: la storia sa di bruciato. Come mai proprio ora si contesta una norma che nei contratti c’è sempre stata? Le sigle sindacali, Cgil e Ugl insieme, mentre appendono gli striscioni ai cancelli del Palazzo, spiegano che c’è un pericolo più grande da scongiurare. Se l’avvocatura dello Stato decide che quella clausola “non s’ha da usare”, ci sarà un effetto domino in altri contratti con le pubbliche amministrazioni. Per fare un esempio, anche la Provincia, il Comune potrebbero decidere, un domani, di non attenersi all’obbligo per l’appaltatore del servizio di vigilanza, di tenere salvo il posto di chi quel lavoro già lo svolge. E il numero dei disoccupati, nel settore, salirebbe vertiginosamente.

Le “male lingue” sussurrano di interessi poco chiari nella vicenda. Sussurri che non mancano mai. Le certezze, le prove, quelle, invece, si fanno attendere sempre in questi casi.

Nel tardo pomeriggio, fuori dal Consiglio è già buio e la temperatura è sotto lo zero. I dipendenti di Aquila proseguono il presidio, mentre in aula si discute se in Consiglio, oltre ai 30 consiglieri regolamentari, debba entrare di diritto anche il presidente eletto e il primo dei presidenti non eletti. È il nuovo Statuto che prende forma.

Arrivano due funzionari di via Colitto, chiedono ai manifestanti di togliere gli striscioni dal cancello, che è proprietà della Regione.

“Domani torneremo, le bandiere e i nostri cartelli li pianteremo nell’aiuola qui di fronte – dicono mentre “obbediscono” – e se c’è bisogno pagheremo anche la tassa di occupazione del suolo al Comune!”.

R.I.

Protestano i Vigilantesultima modifica: 2009-12-16T12:00:00+01:00da sagittario290