Alberto assolto, decisivo l’alibi del pc

Cronaca

(19 dicembre 2009)

DELITTO DI GARLASCO, LA PROCURA PRESENTERA’ APPELLO

Alberto assolto, decisivo l’alibi del pc

Il giudice Vitelli ha cominciato a scrivere le motivazioni del verdetto, lavorerà 90 giorni

di Lorella Gualco

jpg_1807520.jpgVIGEVANO. E’ stato il computer l’ago che ha fatto pendere la bilancia verso l’assoluzione. La perizia che ha confermato l’alibi di Alberto Stasi è uno dei due punti fermi nel processo di Garlasco. L’altro è la lezione di dignità venuta dai familiari della vittima.

«Il lavoro non è finito, per certi aspetti comincia adesso», ha detto il giudice Stefano Vitelli che ieri si è messo subito all’opera per arrivare, al massimo tra 90 giorni, a depositare i motivi che hanno portato ad assolvere Alberto Stasi dall’accusa di avere ucciso la fidanzata Chiara Poggi. Appariva stanchissimo Vitelli, reduce da un processo-maratona, seguito, il giorno dopo, da un’udienza cosiddetta “di routine”, ma durata quasi 5 ore. Un impegno senza soluzione di continuità normale nei tribunali di provincia dove i giudici non possono permettersi il lusso di occuparsi solo di un caso. L’ultimo atto del processo di Garlasco è ora affidato di nuovo ad un uomo solo chiuso nel suo ufficio («anche se non sono mai stato solo grazie all’opera eccellente di periti e consulenti»), alle argomentazioni con cui il Gup darà conto dei passaggi logici e giuridici che lo hanno condotto a propendere per l’assoluzione. I tasselli sono tanti, ma l’elemento-cardine appare la perizia sul computer, secondo cui Stasi lavorava alla tesi la mattina del 13 agosto, nelle ore in cui Chiara veniva uccisa. Accanto alla verità processuale, il caso di Garlasco lascia però anche una lezione umana. In qualche occasione lo stesso giudice aveva rimarcato «di avere imparato molto dalla mamma di Chiara». Un richiamo alla dignità con cui i Poggi hanno vissuto la loro tragedia. Un’osservazione che non vuole essere un giudizio di merito, ma la riflessione di un giudice attento anche ai risvolti umani, che in un periodo di lavoro intenso non dimentica di «avere anche un bambino piccolo».

Il lavoro del Gup è difeso dal presidente del tribunale, Anna Maria Peschiera. «Il giudice ha approfondito gli elementi emersi nelle indagini – afferma – e c’è una norma che consente di farlo anche in un rito abbreviato. Condivido l’impostazione del Gup, gli sono stata vicina e lui ha agito con serietà». Vitelli ha ordinato nuove perizie che hanno portato qualcuno a farsi domande sul costo del processo. «C’è stato un costo – continua il presidente – ma non particolarmente elevato. Se però è emersa le verità processuale, era giusto farlo. La particolarità di questo caso è la difficoltà di individuare movente e arma. Nei casi di Cogne e Perugia c’era qualcosa di più. Errori nelle indagini? Le forze di polizia sono state brave. Ammesso si possa parlare di qualche omissione, tutto va contestualizzato nelle circostanze e nei luoghi in cui il delitto è avvenuto e negli accorgimenti a disposizione».

Il procuratore Alfonso Lauro ieri mattina non ha ricevuto un gruppo di giornalisti che gli chiedeva un commento sul presunto malumore degli inquirenti dopo il verdetto. «Li faccia allontanare», ha detto alla guardia giurata di stanza davanti alla porta. Da ambienti della procura si sa però che ieri, nei colloqui tra Lauro e il sostituto Rosa Muscio, non tirava aria di resa. La procura farà ricorso. Lo avrebbe fatto anche in caso di assoluzione piena, a maggior ragione dopo un verdetto con formula dubitativa che lascia un varco per sperare in una sentenza diversa in Corte d’a ssise d’appello davanti a giudici togati e popolari.

Alberto assolto, decisivo l’alibi del pcultima modifica: 2009-12-20T11:00:00+01:00da sagittario290