Tentano di svaligiare il capannone.

Cronaca

01/11/2009 – PARMA

Tentano di svaligiare il capannone. Guardia giurata sventa il maxi furto

di Laura Frugoni

1257094857634_0.jpgIl colpo alla Saref di strada Martinella dovevano averlo studiato e ristudiato. S’erano portati dietro un impressionante armamentario (piedi di porco, cesoie, martelli), roba che non si vede tutti i giorni: perfino un infernale marchingegno in grado di disturbare le frequenze dell’allarme. 

E’ andata malissimo, però. Perché a imbavagliare la sirena non ci sono riusciti e soprattutto per il sangue freddo di una guardia giurata che è riuscita a bloccare uno dei ladri. Un napoletano di 54 anni, poi arrestato dai carabinieri, mentre i due complici sono riusciti a sparire fuggendo nei campi. 

La Saref è una ditta di autoricambi: un mega-capannone di 600 metri quadri dove, se sai scegliere, ti porti via un bel  bottino. «Questo è il quarto blitz – annota il titolare Francesco Putorti – le prime due volte erano riusciti a rubare parecchia roba, poi abbiamo messo l’allarme e questa è la seconda volta che ci rimangono dentro». 

La sirena l’altra notte è scattata alle 3,10 ma quei tre dovevano essere già dentro da ore, dopo aver forzato una porticina laterale: una volta nel capannone, però si trattava di passare nello stanzone dei ricambi, hanno dovuto bucare una parete divisoria. «La polvere che s’è alzata ha fatto scattare l’antincendio, sono arrivati quelli della ditta Ghirardi qui di fianco, ma era tutto a posto». 

Scampato il pericolo, la banda ha continuato il lavoro: ma non appena sono saltati dal buco nella stanza principale, un sensore strategico li ha «stanati», la sirena collegata con la Coopservice ha cominciato a fare un gran fracasso. Mentre cercavano in tutti i modi di disinnescarla armeggiando con il computer della ditta, la centrale operativa dell’istituto di vigilanza contattava la guardia più vicina. «Io ero al Conad Campus  – racconta lui stesso – sono arrivato alla Saref in tre minuti. A 50 metri ho spento i fari: tre uomini stavano camminando verso di me». 

Erano i ladri che, scoraggiati dall’allarme, avevano deciso di lasciar perdere. Ma a quel punto c’era da darsela a gambe con la guardia giurata alle costole: dietro-front, i tre s’infilano nel foro della recinzione fatto poco prima per garantirsi una via di fuga d’emergenza. «Mi sono infilato anch’io nel buco, li ho rincorsi nel campo: i primi due andavano veloci, mentre il terzo – più anziano e con un grosso borsone – è rimasto indietro, è caduto diverse volte tra le zolle. Ho sparato due colpi in aria e a quel punto s’è arreso». 

La guardia lo immobilizza faccia a terra, chiama i rinforzi che arrivano in massa: oltre al collega, due pattuglie dei carabinieri, due volanti, un’auto dell’Ivri. I complici non li trovano, in compenso pescano la macchina della banda, una Opel Astra parcheggiata lungo strada Martinella. «Mi sono insospettito dalla grossa  antenna – dice ancora la guardia – con il mio collega ci siamo avvicinati, era aperta». Nel baule trovano il marchingegno per disattivare l’allarme, nel cruscotto patente e libretto del proprietario della Opel, napoletano pure lui. Uno dei fuggitivi, presumibilmente. Che ora ha nome e cognome. L’arrestato è finito all’ospedale: nella fuga rocambolasca s’è fatto male a un polso, in carcere c’è andato con il gesso.

Tentano di svaligiare il capannone.ultima modifica: 2009-11-02T11:45:00+01:00da sagittario290