Modena: pessimo lo stato di salute del Sistema degli Appalti…

Lavoro

del 04 novembre 2009 @ 16:15

Modena: pessimo lo stato di salute del Sistema degli Appalti pubblici e privati

Cgil_Filcams-280x240.jpgLa prima azienda modenese per numero di addetti, licenzia. Il Sistema degli Appalti pubblici e privati, ovvero delle esternalizzazioni di servizi quali ristorazione, pulizie, vigilanza, portierato, assistenza, ecc… conta infatti circa 8.000 addetti a Modena e provincia distribuiti in oltre 100 aziende, e il suo stato di salute è pessimo. La crisi è lunga e lo si vede dal crescente numero di crisi aziendali e dai dati sulla cassa integrazione e le varie forme di sospensione del lavoro che interessano molti settori produttivi modenesi, primi fra tutti il metalmeccanico e la ceramica.

Ma come incide l’onda lunga della crisi economica sui settori come quelli degli appalti di servizi-assistenza, settori dimenticati che rappresentano il vero lato oscuro dell’economia e di cui raramente si parla e si tratta?

“I lavoratori della prima azienda modenese infatti sono i primi a subire licenziamenti (si stimano in circa 200 i posti persi dalla fine del 2008) e riduzioni di ore o cali di servizio e di retribuzione, prima ancora che si faccia ricorso alle possibilità previste dalla legge (cassa integrazione o altri ammortizzatori sociali)” hanno detto stamattina in conferenza stampa i sindacalisti della Filcams/Cgil Adriano Montorsi, Stefania Ferrari e Andrea Santoiemma. Si tratta di lavoratori privi di qualsivoglia tutela sociale: lavoratori interinali, dipendenti di imprese di pulizia e soci lavoratori di cooperative di produzione e lavoro, che forniscono servizi a vario titolo presso le aziende sia pubbliche che manifatturiere del territorio.

“Persone che spesso rappresentano, loro sì, la prima tutela sociale di tutti quei lavoratori di prima fascia, che sono i lavoratori per cui la legge prevede espressamente misure di ammortizzatori sociali” commentano i sindacalisti della Filcams. I contraccolpi della crisi per questi lavoratori sono iniziati già alla fine del 2008-inizio 2009.

Fra i primi tagli negli appalti, quelli nel pubblico, con la Finanziaria dell’anno scorso che ha diminuito i trasferimenti per le attività di servizi di pulizia (riduzioni da 20% a 35% del capitolato) presso i Ministeri della Difesa e degli Interni, Questura, Prefettura, Accademia, Corpo dei Carabinieri, Guardia di Finanza, con pesanti conseguenze sulle buste paga di circa un’ottantina di lavoratrici delle sedi dei suddetti Enti di Modena e provincia. Le buste paga si sono ridotte a 400-500 euro mensili (contro i precedenti 700-800 euro), e spesso si tratta di lavoratrici che hanno i mariti in cassintegrazione.

“Contemporaneamente si è fatto sempre più diffuso, e per così dire endemico, il fenomeno della riduzione di costi e servizi in sede di cambio appalto” spiegano i sindacalisti. Nell’ultimo anno, in tutti i cambi di appalto, si nel pubblico che nel privato, l’azienda che subentra ha ridotto il servizio (che si traduce in taglio di ore di lavoro) a fronte di asserite riduzioni del capitolato richiesto dal committente. Il lavoro in appalto è visto come mero e semplice costo accessorio, passibile di qualsivoglia riduzione. Per citare alcuni casi, l’appalto di pulizie alla BPER e l’appalto per i servizi di pulizia presso la società Auto Brennero, dove la nuova impresa affidataria l’Ati Compass Group-B&B Service starebbe già cominciando a creare problemi disattendo le regole sul passaggio d’appalto finalizzate a tutelare l’occupazione.

Ma si vedano anche casi di realtà sane che continuano a produrre utili come Hera o Caprari. In Hera si assiste al secondo e pesante taglio dei servizi di pulizia-sicurezza nell’arco di poco più di un anno, nonostante il buon risultato aziendale, e nonostante questi tagli di spesa non si traducano in calo delle bollette per i cittadini. In Caprari, che ha da poco rinnovato il contratto aziendale, contestualmente si riduce il servizio lasciando a casa 4 lavoratrici in appalto.

Anche il comparto della sicurezza privata subisce gli appalti al ribasso sia nella contrazione delle ore di lavoro degli addetti a sorveglianza, portierato, custodia, sia per il ricorso alle più svariate forme contrattuali che non garantiscono un’adeguata formazione degli operatori creando potenziali situazioni di rischio per la propria e l’altrui sicurezza.

Lo stesso problema si sta verificando in maniera diffusa anche nel settore pubblico dove molte di queste aziende e i loro lavoratori prestano anche servizi essenziali come l’assistenza e lo scodellamento pasti all’interno di scuole ed asili. E’ il caso dell’ ASP di Concordia e del servizio pulizie e assistenza presso le strutture protette dei Comuni dell’Area Nord. In Poste Italiane l’affido di appalti al massimo ribasso e il differimento estremo dei tempi di pagamento alle ditte affidatarie degli appalti di pulizie, determinano sospensione di mesi nel pagamento degli stipendi dei lavoratori, ma anche insolvenza vera e propria come nel caso delle ultime tre ditte appaltatrici.

In una situazione di riduzione e deregolamentazione come questa si aprono spazi per aziende che lavorano ai limiti della legalità, applicano contratti pirata non sottoscritti dalle Organizzazioni Sindacali maggiormente rappresentative, turbando fortemente l’offerta di mercato. Aumenta il lavoro nero o grigio, con una parte di ore svolte “fuori busta”.

Per i lavoratori degli appalti licenziati mancano gli ammortizzatori sociali, a volte non hanno nemmeno diritto alla disoccupazione come nel caso dei soci-lavoratori delle cooperative in legge 602. Poiché spesso si tratta di lavoratori immigrati, rischiano da un giorno all’altro di trovarsi irregolari, anche se da anni sono ormai stabilmente in Italia. Per i Sindacati non è facile tutelare questi lavoratori, ma ancor prima venire a conoscenza di queste situazioni. Ma qualcosa si sta muovendo. I Sindacati di settore e i rappresentanti datoriali hanno sentito l’esigenza di riavviare un percorso di confronto per ricostituire l’Osservatorio provinciale sugli appalti, inattivo da oltre 5 anni. L’obiettivo è quello di rilanciare un’azione tesa al rispetto della legalità nel settore e delle regole della contrattazione collettiva, prevedendo iniziative di contrasto contro chi non rispetta tali regole turbando il mercato e incidendo negativamente sulle condizioni di lavoro degli addetti. Attraverso l’Osservatorio si intende promuovere una necessaria e dovuta sinergia con gli enti preposti ai controlli – a cominciare dalla Direzione Provinciale del Lavoro – per svolgere al meglio tale azione di monitoraggio. Importante anche il prossimo rinnovo del contratto integrativo provinciale del settore pulimento-multiservizi, con il quale Cgil Cisl Uil intendono cercare ulteriori risposte normative alle criticità esposte e condivise. La Filcams/Cgil intende sollecitare l’attenzione di tutto il mondo imprenditoriale, pubblico e privato, e degli stessi sindacati, per avviare un confronto serio e propositivo sulla tutela dei lavoratori in appalto al pari di tutti gli altri lavoratori, a cominciare dall’estensione degli ammortizzatori sociali in modo universale.

Modena: pessimo lo stato di salute del Sistema degli Appalti…ultima modifica: 2009-11-05T11:15:00+01:00da sagittario290