Esce dalla banca, preso rapinatore dell’Unicredit

Edizione CIRC_NORD

29/11/2009

Marigliano

Esce dalla banca, preso rapinatore dell’Unicredit

HE10_2575.jpgHa provato a rapinare un istituto bancario nel pieno centro di Marigliano e nelle ore di massima affluenza, tra le 11 e le 12 . Scontato l’esito: acciuffato appena uscito dall’edificio e arrestato. Un 35enne di Somma Vesuviana, Massimiliano Russo, pluripregiudicato, ha fatto irruzione venerdì nel punto impresa dell’Unicredit, nel centralissimo corso Umberto. A volto scoperto, e disarmato, ha minacciato con parole grosse e urla un impiegato, e poi si è fatto consegnare due banconote da 500 euro. Un’azione evidentemente improvvisata (anche se il rapinatore non era un dilettante), che di fatto è stata subito annullata dalle forze dell’ordine. Difatti, appena fuori dall’istituto, ad attenderlo c’era sia una GUARDIA GIURATA sia una volante dell’unità radiomobile che nel frattempo era stata allertata. Il rapinatore ha provato la fuga, ma è stato subito braccato dai militari. Il 35enne è stato portato in caserma e arrestato, è già ieri è stato processato per direttissima dal tribunale di Nola. I mille euro sono stati invece restituiti all’istituto bancario. Per l’impiegato e per i clienti che si trovavano in banca solo un po’ di paura e sconcerto per un tentativo di rapina troppo grossolano per essere vero.

ma.ias.

Esce dalla banca, preso rapinatore dell’Unicreditultima modifica: 2009-11-30T12:00:00+01:00da sagittario290

Caso Cementir si apre il tavolo alla Regione

Edizione CASERTA

28/11/2009

Occupazione

Caso Cementir si apre il tavolo alla Regione

HE10_2769.jpgA una svolta la vertenza della Cementir di Maddaloni. Il commissario straordinario della Provincia di Caserta, il prefetto Biagio Giliberti, in una lettera all’assessore regionale ai Lavori pubblici Oberdan Forlenza, ha chiesto l’attivazione di una tavolo tecnico sulla vicenda. Secondo Giliberti è «necessario un apposito tavolo tecnico per definire, in concerto con i rappresentanti istituzionali competenti e con le organizzazioni sindacali di categoria, una comune strategia risolutiva delle complesse problematiche inerenti le attività lavorative presso la Cementir di Maddaloni». Cementir – un’azienda con stabilimenti in 13 Nazioni e una forza lavoro di oltre 3.800 unità, con due 2 centri di ricerca e sviluppo in Italia e in Danimarca all’avanguardia nel settore quotata nel segmento Star di Borsa Italiana – ha presentato da molti mesi un progetto per le attività estrattive nel sito maddalonese che, in un quadro di sostenibilità ambientale e di un rinnovato impegno per la tutela dell’occupazione, può consentire un adeguato sviluppo delle attività aziendali e sostenere i progetti di sviluppo locale. Sul progetto è da dieci mesi in corso una complessa conferenza di servizio che non ha dato, per ora, nessun esito. Non a caso ieri per protestare contro lo stallo della situazione i segretari provinciali di Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Feneal-Uil (Borrelli, Martucci e Letizia), insieme alla Rsu aziendale e ad una folta rappresentanza dei lavoratori della Cementir, hanno guidato un corteo cittadino per «chiedere alla provincia risposte chiare sui futuri progetti industriali di prosieguo dell’attività estrattiva». Alla fine del corteo sindacalisti e lavoratori hanno occupato pacificamente l’aula consiliare della Provincia. «È stata una protesta civile – ha spiegato Vincenzo Del Giudice (Fillea-Cgil) – contro l’irritante stallo decisionale che si è venuto a creare al Genio Civile di Caserta. Da dieci mesi si assiste a una fuga collettiva dalle responsabilità». E nell’ultima riunione, «un pronunciamento ambiguo dell’ente Provincia è stato utilizzato come pretesto dagli altri enti che partecipano alla conferenza». Da qui, la scelta di avviare una mobilitazione sindacale. «Non possiamo non denunciare – ha proseguito Del Giudice – la mancanza di un clima sereno necessario per approdare a qualsivoglia decisione finale. La pressione di associazioni e comitati a colpi di diffide, ha trasformato ogni singola valutazione in una battaglia giudiziaria. È ora di difendere l’autonomia di tutte le istituzioni chiamate a deliberare sul futuro dello stabilimento di Maddaloni». Cgil-Cisl-Uil lanciano l’allarme «per il futuro di oltre 500 lavoratori e dell’intero indotto». Un richiamo a una situazione difficilissima: l’occupazione edile nell’intera provincia di Caserta è passata da 13.230 unità del 2007 a 10.220 del 2009: tremila posti volatilizzati a cui si aggiungono le difficoltà dell’industria manifatturiera a Maddaloni. Con il ridimensionamento dall’ex Mf componenti non solo dei 110 addetti ne sono rimasti in fabbrica solo 50 (altri 60 sono suddivisi tra cig biennale e mobilità), ma moltissime piccole aziende che lavoravano nel’indotto della fabbrica di telecomunicazioni hanno chiuso i battenti: cassa integrazione alla MecSan, licenziamento del 30 per cento personale alla Intercoil, cassa integrazione alla Itel, e per finire ai licenziamenti all’Interporto di alcuni VIGILANTES. Per questo, sottolineano i sindacati, la questione Cementir «non è solo una questione di una azienda, piuttosto è di un territorio che deve misurarsi con la capacità di trovare un giusto e possibile equilibrio tra la tutela dell’ambiente, la promozione del lavoro e lo sviluppo economico».

Caso Cementir si apre il tavolo alla Regioneultima modifica: 2009-11-29T11:30:00+01:00da sagittario290

Catene ai cancelli, Selfin chiusa ai lavoratori

Edizione CASERTA

La vertenza

24/11/2009

Catene ai cancelli, Selfin chiusa ai lavoratori

La sorpresa alla riapertura dell’azienda in liquidazione, poi il corteo e l’incontro in prefettura

HE10_3053.jpgAndrea Ferraro Catene ai cancelli. La vicenda Selfin, l’azienda dei servizi informatici con sede a Caserta appena messa in liquidazione dal gruppo torinese Comdata, si arricchisce di un nuovo capitolo, subito denunciato dalle rsa. La sorpresa ieri mattina alla riapertura dell’azienda, dove attualmente i centoventisei dipendenti, tra ingegneri, periti e informatici (in totale comprese le sedi di Cagliari, Palermo e Roma si arriva a 170), sono in sciopero dopo l’annuncio (anche questo di lunedì e a sorpresa) del via alla procedura di liquidazione e della nomina del commissario. Comprensibile lo sconcerto e la rabbia, che presto si tramuta in protesta. Le rsa parlano subito di «nuova provocazione da parte della società». «Ai cancelli – dice Mauro Iodice, della rsa – abbiamo trovato catene e catenacci. I VIGILANTES ci hanno detto che chi voleva entrare, cosa possibile solo nella giornata di domani (oggi, ndr), avrebbe dovuto lasciare le proprie generalità». Viene subito informato Benedetto Arricale, il segretario provinciale della Filcams Cgil, il sindacato che nel sito casertano fa il pieno di consensi. Allertato anche il segretario provinciale della Cgil, Michele Colamonici. «Questa è una serrata, attiveremo gli uffici legali e allargheremo il fronte giudiziario su altre vicende. Vogliamo anche sapere che fine ha fatto il contratto di fornitura con la Ibm», dice Arricale. Il corteo La decisione di raggiungere a piedi la prefettura è immediata. Si parte dalla sede di via Ponteselice e dopo circa un’ora si arriva a destinazione dopo aver manifestato, con una breve sosta, anche in via Roma e aver richiamato l’attenzione di pedoni, commercianti e residenti con fischietti e striscioni. A scortare il corteo, pacifico e composto, due volanti della polizia. All’arrivo in piazza della prefettura i dipendenti della Selfin, all’oscuro delle altre due manifestazioni in atto, vengono accolti dagli applausi delle delegazioni dei lavoratori della ex Ixfin di Marcianise e dell’Igica, che effettua il servizio di raccolta dei rifiuti a Orta di Atella. Un delegato sale in prefettura per chiedere di essere accolto da un funzionario per spiegare quanto accaduto in mattinata e per chiedere un nuovo tavolo di confronto, da convocare a breve, al ministero dello Sviluppo Economico alla presenza del gruppo Comdata, assente in quello convocato la scorsa settimana. Ad accogliere la delegazione è il capo di gabinetto Iorio. C’è un contatto, come riferiscono le rsa, con Generoso Galluccio, il professionista milanese esperto in materia di liquidazioni, il quale si dice pronto a incontrare i dipendenti. Ma le rsa, nel frattempo informate della rimozione delle catene (nel pomeriggio rientrano in sede), non ci stanno. Il confronto lo vogliono con Comdata. L’incontro con Bersani In mattinata, intanto, a Roma è in programma l’incontro con il leader del Pd, Pierluigi Bersani, ministro dell’Industria (con Prodi premier) quando Comdata ha rilevato la Selfin. Una delegazione di lavoratori illustrerà l’attuale situazione, compreso il nodo del contratto di fornitura con l’Ibm e la comunicazione dell’annuncio del ricorso alla cassa integrazione straordinaria. «Non vogliamo spezzatini ma solo un acquirente del comparto», sarà il concetto ribadito a Roma. Ma nella Capitale è previsto un incontro anche all’ufficio legale della Cgil. L’appello Il leader della Filcams Arricale ha lanciato un appello ai sindacati confederali: «Alla luce delle numerose emergenze lavorative in provincia dovremo organizzare una giornata di sciopero generale».

Catene ai cancelli, Selfin chiusa ai lavoratoriultima modifica: 2009-11-25T11:15:00+01:00da sagittario290

Raid con il tombino all’outlet d’alta moda

Sabato 21 Novembre 2009,

Ed: PADOVA
Pagina: 23

TREBASELEGHE Presa di mira dai ladri ieri mattina l’azienda di abbigliamento Industries

Raid con il tombino all’outlet d’alta moda

Michelangelo Cecchetto

2152.jpgEffrazione ai danni dell’Outlet Industries, negozio di proprietà dell’azienda d’abbigliamento Industries Spa, alle 5,40 di ieri. La tecnica utilizzata è quella del copritombino di ghisa scagliato, in questo caso, contro il vetro della porta d’ingresso, facendo così cedere l’infisso. In pochi minuti i malviventi hanno rubato quanti più prodotti possibile cominciando dagli abiti dell’alta moda. E questo senza essere impauriti dalla sirena dell’allarme che si è attivato immediatamente. Il negozio si trova in via Marco Polo e dà su una piazza dove si affacciano altre attività commerciali.

A breve distanza l’azienda. 

«All’opera più persone, almeno tre – spiega un responsabile – che hanno rubato più prodotti possibile nel breve tempo a disposizione. Purtroppo non è la prima volta che il negozio, in attività da vent’anni, subisce furti di questo genere. Sono intervenuti subito carabinieri e vigilanza privata, ma i ladri sono riusciti a fuggire». 

Dall’inventario effettuato per tutta la giornata, il danno economico del furto ammonta a diverse migliaia di euro considerata la qualità dei vestiti di aziende quali Cerruti 1881 ed Henry Cotton’s, per citarne alcune. Da considerare che proprio in questo periodo i negozi di abbigliamento sono molto forniti in vista della stagione fredda e del Natale.  

I rilievi di legge sono stati compiuti dai carabinieri della locale stazione.

Raid con il tombino all’outlet d’alta modaultima modifica: 2009-11-22T11:45:00+01:00da sagittario290

Fiamme in conceria, fermati quattro giovani

Edizione AVELLINO

10/11/2009

Fiamme in conceria, fermati quattro giovani

Solofra, incendio doloso in un’inchiodatrice dell’area Asi. Il sindaco: «Minaccia al polo conciario»

HE10_1729.jpgPIETRO MONTONE Solofra. Appiccano il fuoco ad una inchiodatrice del polo conciario; in quattro finiscono nei guai perché sospettati di essere gli autori del grave gesto. È successo la notte scorsa, nella zona industriale di Solofra, in via nuova Asi, poco dopo le quattro. Da un opificio divampano le fiamme; sul posto si precipitano i carabinieri della locale stazione e le GUARDIE GIURATE della Cosmopol. Sul posto immediatamente accorrono anche i vigili del fuoco del comando provinciale di Avellino, che in poco tempo sono riusciti a domare le fiamme che però avevano già danneggiato i macchinari presenti nella struttura. Nel frattempo partono le verifiche e le indagini. Nei pressi dell’azienda vengono notati quattro giovani, tutti di età compresa tra i 25 e i 35 anni e residenti tra Baronissi e Fisciano. Come poi accertato dai carabinieri del maresciallo Giuseppe Friscuolo, di questi uno solo risulta avere dei precedenti penali, mentre gli altri tre sono assolutamente incensurati. I quattro giovani, la cui posizione è ora al vaglio dei carabinieri, sono stati fermati proprio dagli stessi militari e dal personale della Cosmopol, poco dopo il rogo e vicino all’azienda conciaria andata a fuoco. I quattro, sospettati di essere coinvolti nell’episodio ai danni dell’azienda conciaria di proprietà di una donna solofrana, sono ora nella caserma di Solofra, dove i militari stanno valutando responsabilità ed eventuali moventi che li avrebbero portati a compiere quel gesto. Per ora vige però il massimo riserbo, essendo necessarie ulteriori attività d’indagine, svolte di concerto con la Procura della Repubblica di Avellino diretta dal procuratore Aristide Mario Romano. L’azienda, che, come detto, è di proprietà di una solofrana, di 48 anni, non risulta coperta da assicurazione contro l’incendio e i danni, benché non ancora quantificabili, sono abbastanza ingenti. Sul grave fatto è intervenuto anche il sindaco di Solofra, Antonio Guarino. «L’episodio di questa notte – dice il primo cittadino – rappresenta un campanello d’allarme. Il nostro territorio e l’industria conciaria, che ne è il motore economico, stanno attraversando una fase di estrema difficoltà. Simili gesti criminali frustrano gli sforzi di quegli imprenditori che quotidianamente provano a fare impresa ed a spendersi per la crescita economica e sociale del territorio. La maggioranza amministrativa esprime la più viva solidarietà ai proprietari dell’azienda presa di mira. Si tratta di un fatto estremamente grave. La nostra è una comunità operosa che ha saputo trovare nel lavoro la strada maestra per la propria crescita. Queste incursioni della criminalità rappresentano un cancro che rischia di compromettere in maniera definitiva il benessere del nostro territorio, delle nostre famiglie. Un cancro che va sradicato in maniera decisa prima che vengano intaccate tutte le componenti della società. La risposta delle istituzioni deve essere netta. Esprimiamo piena fiducia ed apprezzamento nelle capacità delle forze dell’ordine e delle autorità inquirenti ma allo stesso tempo rivolgiamo loro l’invito a perseguire certamente gli autori materiali del gesto ma ad ampliare il raggio dell’inchiesta fino a fare luce anche sui possibili mandanti e sulle motivazioni».

Fiamme in conceria, fermati quattro giovaniultima modifica: 2009-11-11T11:00:00+01:00da sagittario290

Cardarelli, la disperazione degli infermieri «Bellissima e soprattutto sana

Edizione BENEVENTO

08/11/2009

IL RACCONTO

Cardarelli, la disperazione degli infermieri «Bellissima e soprattutto sana: è assurdo»

HE10_545.jpg«È arrivata in reparto in condizioni gravissime. La notte abbiamo vegliato su di lei senza un attimo di tregua. La mattina le sue condizioni sono precipitate, ma non ci siamo arresi. Per due ore abbiamo disperatamente tentato di rianimarla. Con ogni mezzo abbiamo cercato di far ripartire il suo cuore». Alle 10, tre infermieri, il caposala, il medico-anestesista di turno, il primario Gennaro Savoia non hanno più potuto nulla. Il racconto di Carmine Fiore, caposala della rianimazione pediatrica del Cardarelli, si fa concitato e commosso: «Era una bambina bella, paffuta, e soprattutto era sana. Questo significa che il virus dell’influenza A attacca tutti?». Domanda che non trova una risposta, forse arriverà da un’indagine giudiziaria. Un’ora dopo la comunicazione della morte, infatti, i carabinieri hanno raggiunto la rianimazione pediatrica per acquisire la cartella clinica della bimba. «Ma l’esito del tampone a quell’ora non ci era ancora stato comunicato, ho dovuto contattare la polizia per sollecitare una risposta dal laboratorio dell’ospedale Cotugno». Fiore aggiunge: «La situazione è caotica». Lo dimostra il fatto che operatori socio-sanitari hanno iniziato a tenere le mascherine sul volto anche mentre attraversano i viali alberati della cittadella ospedaliera. Un VIGILANTE M. L. lamenta: «Non abbiamo protezioni adeguate, mancano le mascherine, abbiamo paura di essere colpiti dall’influenza A». Monta anche la polemica sul piano d’emergenza approntato al Cardarelli per fronteggiare il picco di contagi. «Occorrono risorse straordinarie», incalza Salvatore Siesto, componente della rsu e della Cgil. I sindacalisti dell’Anaao-Assomed (medici ospedalieri), Carlo Melchionna e Franco Verde, ribadiscono «le forti carenze di medici e infermieri». «Il nuovo piano, tra l’altro, consiste in un sostanziale dietrofront rispetto all’altro piano di riorganizzazione dei reparti entrato in vigore a partire dall’estate scorsa», sottolinea Siesto. Nel precedente dispositivo era previsto che anche la rianimazione pediatrica avrebbe dovuto essere accorpata con la rianimazione dedicata agli adulti. Adesso i posti del reparto sono stati potenziati. Cinque sono occupati da piccoli pazienti in gravi condizioni. Tra questi, c’è una 15enne, anche lei contagiata dal virus H1N1. m.p.

Cardarelli, la disperazione degli infermieri «Bellissima e soprattutto sanaultima modifica: 2009-11-09T11:15:00+01:00da sagittario290