Via Visconti: arsenale della mafia

lunedì 19 ottobre 2009

Via Visconti: arsenale della mafia

carabin_mafia_crema.jpgC’è il crimine organizzato dietro il nascondiglio di armi scoperto dai carabinieri in via Visconti. Il capitano Antonio Savino è il comandante della compagnia dei carabinieri di Crema. Campano, fisico sottile e nervoso, occhi azzurri, sicuro di sè. Alle spalle ha un curriculum da prima linea. Negli anni ’70 era a Torino ha combattuto contro contro le Brigate Rosse, negli anni ’80 e ’90 ha partecipato alle più importanti operazioni contro Cosa Nostra. E’ stato coinvolto più di una volta in conflitti a fuoco. Ha sparato e ha rischiato di essere ucciso. Certe cose le ha viste con i suoi occhi, le ha toccate con mano, le ha vissute. E quando le rivede, anche a distanza di anni, le riconosce. «Queste armi non sono nuove» ci dice, «possono avere già ucciso».

Savino non ha mai sottovalutato il Cremasco. Ha sempre detto che era un territorio di passaggio. Un crocevia che la malavita non poteva evitare. Forse non per agire in zona, ma da usare come rifugio, come via di fuga, oppure, come è il caso di via Visconti, per nascondere le armi. «Questi sono criminali di rilievo, il potenziale di fuoco messo a disposizione dalle armi che abbiamo sequestrato, è molto alto» prosegue l’ufficiale dei carabinieri. Al quale però non è sfuggito un dettaglio importante. «C’è un fucile d’assalto con il manico a pistola, di quelli che si possono usare quando si fa la scorta in auto a qualcosa o a qualcuno. Poi c’è il caricatore di un Kalashnikov. E’ un caricatore curvo, a banana. Ma il Kalashnikov non c’è…».

Un’arma devastante il Kalashnikov, il miglior fucile d’assalto del mondo. Nel Cremasco ha fatto la sua comparsa per la prima volta quattro anni fa quando una banda di rapinatori ha assaltato un furgone porta valori a Salvirola. Un colpo che aveva fruttato un mare di soldi. Il furgone era stato sventrato con una bomba piazzata all’interno. Sarebbe facile stabilire un legame con quell’episodio. Ma per gli investigatori le ipotesi sulle armi di via Visconti sono altre. Non centrerebbero niente con Salvirola e non sarebbero servite a un nuovo assalto a un furgone porta valori. Le piste che stanno battendo i carabinieri sono più pericolose. Sono ipotesi che parlano di crimine organizzato, di mafia, camorra, ndrangheta. Il sospetto è che le armi fossero usate da una scorta. Picciotti, bravi ragazzi, fedelissimi di un capo clan che ha qualcosa a che vedere con Crema e il Cremasco. E’ un ipotesi che fa paura, ma il capitano Savino la tiene in considerazione considerazione. Potrebbe trattarsi di un pezzo grosso del crimine nascosto nel nostro territorio e le armi sarebbero dei suoi guardia spalle. Persone fidate, pronte a tutto, che non si tirano indietro davanti al rischio di una sparatoria e che oltre al capo potevano scortare quantitativi di droga molto importanti.

Ma perchè hanno abbandonato le armi? «Sono lì da cinque giorni al massimo» ha spiegato Savino. I pacchi sono ricoperti da una muffa che ha fatto pensare a molto più tempo. Ma in via Visconti c’erano da poco. Da pochissimo. La risposta è una sola. I criminali si devono essere spaventati. Sentivano che la zona era diventata troppo rischiosa. I carabinieri hanno stretto molto le maglie nell’ultima settimana. Forse i bravi ragazzi hanno avuto paura di non riuscire più a proteggere il loro capo. Forse hanno capito che restare in città con l’auto piena di armi era diventato troppo pericoloso. Le hanno lasciate in un posto dove potevano riprenderle con facilità. Sapevano di non poter far passare giorni. Lo zaino e i due pachi erano a una ventina di metri dalla strada. Sarebbero bastati pochi minuti per recuperarli. Ma gli uomini di Savino li hanno preceduti. Ora le armi sono state sequestrate. Gli esperti dei Ris di Parma sono al lavoro per capire come, dove e quando hanno sparato.

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Via Visconti: arsenale della mafiaultima modifica: 2009-10-20T11:00:00+02:00da sagittario290