Maxifurto in ditta A.n.c.r. paga i danni

Cronaca

04/09/2009

Maxifurto in ditta A.n.c.r. paga i danni

TRIBUNALE. Metronotte alla Siderurgica Astico compì solo una delle quattro ispezione dovute
Il giudice condanna l’istituto di vigilanza a risarcire 200 mila euro alla ditta a cui furono rubate tonnellate d’acciaio

04_15_gdv_f1_308_medium.jpgL’istituto di vigilanza paga i danni del maxifurto patito da una ditta cliente perché i controlli notturni erano stati del tutto carenti.

Il metronotte anziché compiere quattro ispezioni notturne nello stabilimento della Siderurgica Astico spa di Fara Vicentino tra le 21 e le 5 del giorno successivo come da contratto, ne aveva portata a termine una sola alle 22.45 del 1 febbraio 2001. Poi si sarebbe limitato a passare davanti alla fabbrica senza entrare a visitarla come invece avrebbe dovuto, anche se non c’è prova dei suoi effettivi passaggi esterni. A nulla è valsa la difesa dell’istituto di vigilanza che l’orologio-punzonatore era rotto per giustificare i mancati controlli interni.

Nei fatti, sostiene il giudice, le mancate verifiche dentro la fabbrica avevano consentito ai ladri di agire indisturbati e di rubare oltre 100 tonnellarte di acciaio del valore, a prezzi del tardo inverno 2001, di 242 mila euro. A otto anni e mezzo dai fatti il tribunale civile di Vicenza ha condannato l’istituto di vigilanza A.N.C.R., che nel 2005 è stato acquistato dalla Sicurglobal di Pavia, a risarcire interamente i danni alla Siderurgica Astico spa, assistita dall’avvocato Gianluigi Polato, di Fara Vicentino per l’inadempienza contrattuale che, ad avviso del giudice Guido Santoro, aveva favorito l’azione dei ladri che erano rimasti alcune ore dentro il capannone per confezionare il trasferimento dei nastri d’acciaio.

Il giudice ha stabilità che spetterà alla Cattolica Aziende spa pagare nel concreto i 200 mila euro di danni causati dal comportamento scorretto del dipendente di Ancr, perché è «ragionevolmente comprovato in causa che se l’addetto avesse effettuato le ispezioni che era tenuto a eseguire all’interno dello stabilimento si sarebbe ragionevolmente accorto dell’attività furtiva in fieri e avrebbe così dato l’allarme con agevole possibilità di arrestare l’azione» dei ladri. Nel corso della causa molto si è discusso tra le parti sulle ispezioni esterne ed interne. Il tribunale, però, taglia la testa al toro e afferma che il comportamento del vigilante è stato incauto nel momento in cui ha soprasseduto «ai doverosi accessi interni», limitandosi a transitare con la macchina a un’andatura «neppure lenta, gettando uno sguardo alla sola facciata dello stabilimento prospicente la strada: evidentemente troppo poco per potere desumere da una così distratta e sbrigativa attività elementi significativi per escludere il nesso causale con l’omissione delle doverose ispezioni interne».

Quanto alla mancata presenza di segni di effrazione sui portoni della fabbrica, per il tribunale sta a significare che i ladri «riuscirono ad aprire le serrature senza forzarle, con altri mezzi come chiavi contraffatte ovvero con chiavi precedentemente sottratte». Tutto ciò, per il giudice, non sposta l’attribuazione della responsabilità perché da questo non si può desumere che ci sia stata scarsa diligenza o prudenza da parte dell’azienda.

I ladri, tra l’altro, erano dei veri professionisti perché quando si resero conto che il quadro elettrico della Sideruruca Astico che comandava il carro ponte era difeso da un allarme volumetrico, eseguirono un altro allacciamento per consentire di spostare l’acciaio con la gru e caricarlo sui camion che usarono per trafugare la preziosa refurtiva.

Ivano Tolettini

Maxifurto in ditta A.n.c.r. paga i danniultima modifica: 2009-09-05T11:45:00+02:00da sagittario290