Alla Manuli il padrone chiama i vigilantes-picchiatori


ASCOLI PICENO

06.09.2009

Alla Manuli il padrone chiama i vigilantes-picchiatori

Allontanati Anche dalla Digos, a causa di numerose irregolarità. Si riparte da Scajola

di Sergio Sinigaglia

foto1grande801.jpgC’è sconcerto tra i lavoratori della Manuli di Ascoli dopo l’atteso incontro di venerdì a Roma tra organizzazioni sindacali e proprietà. Anche nel vertice tenutosi nella capitale la multinazionale con sede a Milano ha ribadito la sua linea intransigente, che punta a smantellare lo stabilimento marchigiano mettendo sulla strada 375 lavoratori. Le avvisaglie per una risposta simile si erano già viste il 31 agosto. Lunedì scorso, infatti, era previsto il rientro in fabbrica degli operai del reparto idraulico, salvatisi dalla messa in libertà toccata il 3 agosto agli altri dipendenti. Il 17 erano rientrati quelli dell’oil marine, altra sezione risparmiata dai tagli. I cancelli sono invece rimasti chiusi. A questa inaspettata sorpresa se n’è aggiunta un’altra, ancora più provocatoria. All’interno della fabbrica si aggiravano vigilantes armati di tutto punto, con al guinzaglio cani aggressivi. Una cosa assurda che ha giustamente fatto arrabbiare gli operai che dal 3 agosto presidiano i cancelli della Manuli. Come se non bastasse, la direzione si è giustificata facendo riferimento al rischio di «gesti inconsulti» da parte dei lavoratori, anche se in queste settimane la protesta si è svolta in modo estremamente responsabile e civile, nonostante che in ballo ci sia il futuro di una intera comunità. Le sorprese non sono finite qui: la Digos e il locale Ufficio del lavoro hanno scoperto proprio in queste ore che le quattro società di Roma, Ostia e Nettuno, a cui la direzione della Manuli ha assegnato il compito di vigilanza, non possiedono la licenza per mansioni del genere, visto che hanno l’autorizzazione esclusivamente per servizi di portineria. Le guardie private, inoltre, sono state trovate in possesso di armi improprie come spray urticanti, sfollagente, coltelli. Insomma un armamentario da picchiatori più che da «società di vigilanza». Ed è scattata la denuncia. Da ieri quasi tutti i vigilantes se ne sono andati. Ne sono rimasti sole tre in portineria.

Dicevamo dello sconcerto di fronte all’esito dell’incontro di venerdì. Questo però non significa che non ci sia la volontà di proseguire uniti la lotta. In queste settimane tutto il territorio si è schierato a fianco ai lavoratori della Manuli, comprese le le istituzioni locali. Non solo il Comune e la Provincia di Ascoli, ma anche numerosi piccoli paesi della vallata del Tronto.

«Non faremo certamente i notai della situazione», dice Ubaldo Falciani, segretario della Filcem Cgil. «Se la proprietà continuerà su questa linea salterà ogni possibilità di mediazione». E a quel punto la radicalizzazione della lotta sarà inevitabile. Ultima chance l’appuntamento per la prossima settimana dal Ministro Scaiola (quello che era agli «interni» durante la macelleria genovese del luglio 2001). Speriamo che la sua sensibilità sociale abbia fatto progressi…

Alla Manuli il padrone chiama i vigilantes-picchiatoriultima modifica: 2009-09-07T11:30:00+02:00da sagittario290