LA PROTESTA AL COLOSSEO: INTERVIENE IL CAMPIDOGLIO

17-08-2009

LA PROTESTA AL COLOSSEO:
INTERVIENE IL CAMPIDOGLIO

20090814_toiati.jpg«Forza e onore per chi combatte per i propri diritti». È il testo dello striscione che è stato esposto sul Colosseo dai sette lavoratori dell’istituto di vigilanza dell’Urbe che per la terza notte hanno dormito sull’ ultimo anello del monumento per salvaguardare il posto di lavoro. I «sette gladiatori», come sono stati soprannominati da colleghi e familiari, da sabato pomeriggio attuano la loro protesta contro il cambio di gestione dell’ente, trasformato in soggetto privato e che impone la modifica del loro contratto di lavoro, da pubblici dipendenti in lavoratori di un’azienda privata, con condizioni salariali e tutele più incerte. «È stata una notte tranquilla, senza alcun problema – ha spiegato il sindacalista delle Rdb Mauro Giuggioli – anche se siamo tutti ansiosi di andare alle 11 a questo appuntamento in Campidoglio. Ci auguriamo che ci sia qualche novità. Per ora l’ unica novità è che abbiamo affisso lo striscione». Sul colle capitolino saranno ricevuti dall’assessore Davide Bordoni sindacalisti e rappresentanti dei 300 lavoratori che hanno rifiutato il contratto con la nuova società che ha rilevato l’istituto.

VICINI ALLA SVOLTA? Il Campidoglio interviene per cercare di trovare una soluzione che fermi la protesta delle 7 guardie giurate dell’Istituto vigilanza dell’Urbe, che da venerdì pomeriggio, sono sopra il terzo anello del Colosseo per protestare contro il cambio di gestione dell’ente dal quale dipendevano. L’assessore capitolino alle Attività produttive Davide Bordoni, che si è recato sotto al Colosseo e, informa presidente del Libero Comitato Rdb Marco Lucarelli «ci ha convocati domani alle 11 in Campidoglio». Un invito accolto perchè «non rinunciamo al dialogo – spiega Lucarelli tra i portavoce della protesta – ma non fermiamo la protesta e se la Prefettura è disposta ad aprire un Tavolo ma solo se scendono dal Colosseo, niente da fare». Lucarelli spiega che il Tavolo «è già stato aperto a Palazzo Chigi nel marzo scorso ma il ministero della Difesa continua a defilarsi». Soddisfatti si dicono invece le guardie giurate «per la convocazione del Campidoglio», perchè «speriamo sia un inizio di interesse istituzionale» anche se «la questione si risolve solo a Palazzo Chigi, perchè si tratta di un ente nazionale. Non credo che sia possibile risolvere la questione a livello locale, ma se le istituzioni pensano di poter trovare sbocchi per i lavoratori, sono i benvenuti».

UNA ROSA DALL’ALTO… Una rosa calata dall’alto, tramite la ormai solita corda che fa da portavivande per i sette «gladiatori», le sette guardie giurate che protestano da tre giorni sul Colosseo contro il cambio di gestione dell’Istituto di vigilanza dell’Urbe. Non hanno rinunciato a festeggiare l’anniversario dei loro 30 anni di matrimonio Giorgio, uno dei vigilantes che protestano, il più anziano, e la moglie Antonella. Un bacio a «distanza» e quella rosa che Giorgio ha calato da cinque metri di altezza, raccolta dalla moglie che da tre giorni è giù in via dei Fori Imperiali con i due figli. La signora Antonella, visibilmente commossa, ha baciato la rosa, e poi ha mimato un altro bacio verso il marito. Ieri Giorgio ha dovuto ricorrere alla cure del medico per un malore, ma, ha spiegato, che non sarebbe sceso per nessun motivo dal terzo anello dell’Anfiteatro Flavio. «È stato un momento molto commovente e bello che ha sciolto la tensione e lenito lo stress e la stanchezza di tutti noi – ha detto Claudio Biggioni, uno dei portavoce della protesta e sindacalista dei lavoratori – Giorgio ci aveva chiesto di comprargli una rosa per fare una sorpresa alla moglie e lo abbiamo accontentato».

ALTRA NOTTE SUL COLOSSEO Seconda notte sul Colosseo per le 7 guardie giurate dell’Istituto vigilanza dell’Urbe, che da sabato pomeriggio, sono accampate sopra il terzo anello del monumento per protestare contro il cambio di gestione dell’ente, trasformato in soggetto privato e che impone la modifica del loro contratto di lavoro, da pubblici dipendenti in lavoratori di un’azienda privata, con condizioni salariali e tutele più incerte. «Nel corso della notte – racconta uno dei colleghi che da sotto il Colosseo assiste i sette, Walter Pignatelli – Giorgio, 52 anni, ha avuto di nuovo problemi di respirazione. La dottoressa si è rifiutata di raggiungerlo ‘in quotà, circa 50 metri d’altezza, per prestargli soccorso. Così l’autista dell’ autoambulanza del 118 è salito a portare un respiratore con l’ossigeno, ma arrivato sul posto non ha funzionato». A quel punto non è restato che far avere a Giorgio un ansiolitico che, secondo quanto viene riferito, è stato sufficiente a calmarlo e farlo dormire fino alle 5. Stamani sono stati rifocillati con cornetti, cappuccini, acqua e bustine di magnesio e potassio per affrontare la giornata che si preannuncia con temperature elevate. Di scendere non ne vogliono sapere e di una eventuale staffetta non se ne parla: «Le forze dell’ordine ce lo impedirebbero e non possiamo permettercelo», spiega.

PANINI A FERRAGOSTO È stato frugale, a base di panini, il pasto ferragostano delle sette guardie giurate dell’Istituto vigilanza dell’Urbe, ribattezzate dai loro colleghi i «sette gladiatori» che, da ieri pomeriggio, si sono accampate sopra il terzo anello del Colosseo per protestare contro il cambio di gestione dell’ente, preludio, alla perdita del lavoro. Insieme a panini e bibite fresche le guardie giurate hanno ricevuto dei sacchi a pelo in previsione del freddo della notte, segno che non hanno intenzione di scendere dal monumento. «La scorsa notte non è stato facile, sentivamo freddo», ha raccontato uno dei sette. Ai piedi dell’Anfiteatro Flavio. i colleghi continuano a dare supporto con telefonate e fischi. Anche la proroga al 20 agosto del termine dell’accettazione dell’assunzione decisa dall’ Istituto di vigilanza dell’urbe, non li soddisfa. La sola condizione posta per far cessare la protesta è il mantenimento delle condizioni lavorative precedenti la fase commissariale che ha scorporato dall’Associazione nazionale combattenti e reduci un ramo d’azienda dotandola di partita Iva e trasformandola in soggetto privato. Ciò comporta che i lavoratori non siano più considerati pubblici dipendenti ma lavoratori di un’azienda privata con condizioni salariali e tutele inferiori. Per questo 300 dei 943 dipendenti rifiutano di licenziarsi dall’ente morale perchè non vogliono modificare il loro status: «Se il commissario Francario dice che nella nuova azienda c’è posto per tutti perchè non ci licenzia lui?»

NUOVI TERMINI… L’Istituto di Vigilanza dell’Urbe, di cui fanno parte le sette guardie giurate che stanno protestando da ieri sul Colosseo, ha reso noto «al fine di evitare tensioni tra i lavoratori», e a «comprova della piena correttezza del proprio comportamento, di prorogare il termine per l’ accettazione della proposta d’assunzione presentata, scaduta il 13 agosto scorso, al 20 agosto prossimo onde consentire a tutti i lavoratori già dipendenti Federazione Provinciale di Roma dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci – Istituto Vigilanza dell’Urbe in amministrazione straordinaria, che non lo avessero già fatto, di potervi aderire e di mantenere il posto i lavoro». Lo si legge in una nota dell’Istituto. La nota precisa che si manterrà «la prosecuzione dell’ attività aziendale con l’integrale mantenimento occupazionale di tutti i lavoratori in forza e l’avvio di un piano di investimenti per circa sei milioni di euro nell’arco temporale 2009-2011, in aggiunta all’importo erogato per l’acquisto». Secondo l’Ivu spa, «solo alcuni lavoratori, tra i circa 940 già dipendenti della Federazione Provinciale di Roma dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci – Istituto Vigilanza dell’Urbe in amministrazione straordinaria, hanno ritenuto di non accettare la proposta d’assunzione loro presentata per la stipula di un contratto di lavoro alle dipendenze della scrivente Società, peraltro conformemente alle condizioni oggetto di specifico Accordo sindacale siglato presso il Ministero dello Sviluppo Economico, il nove luglio scorso».

ARRIVA IL MEDICO E’ stato necessario l’intervento di un medico, così come era accaduto ieri sera, per prestare soccorso ad uno dei sette vigilantes che occupano per protesta uno spazio del terzo anello del Colosseo. Giorgio, uno dei sette ‘gladiatori’, 52 anni, tra i più anziani, ha accusato un malore probabilmente dovuto ad un attacco di asma. Un medico e un infermiere sono stati fatti salire e hanno praticato le cure all’uomo che tuttavia ha spiegato di non voler scendere e di voler proseguire la protesta.

NOTTE SUL COLOSSEO Hanno passato la notte in cima al Colosseo le 7 guardie giurate che da ieri pomeriggio si sono arrampicate sull’ultimo anello del monumento per protestare, spiegano, contro i 300 licenziamenti previsti. «Non ci muoviamo da qui» ha spiegato un loro rappresentante sindacale nel corso di una ‘conferenza stampa’ su via dei Fori Imperiali nella quale ha ripercorso le tappe della vicenda, compresa la impossibilità per i dipendenti dell’Ancr di passare ad un altro ente pubblico, e i motivi della loro protesta. È stata respinta la proposta di un pre-tavolo di trattativa già stanotte in prefettura perchè tale iniziativa era subordinata al termine dell’occupazione. Uno dei manifestanti ha accusato un malore ed è stato visitato da operatori del 118, ma non sembra intenzionato a scendere dal Colosseo. Nel corso della protesta i colleghi, circa una settantina ancora in strada, hanno più volte bloccato le auto lungo via dei Fori Imperiali per protestare contro la decisione che ha portato i vigili del fuoco a rimuovere il materasso gonfiabile di sicurezza. Sul posto, presidiato ora da alcune volanti della polizia, è intervenuto il portavoce del presidente della commissione lavoro della Regione Lazio Peppe Mariani. La commissione, ha spiegato, nella prima seduta ascolterà in audizione i rappresentanti delle guardie giurate.

LA PROTESTA Hanno scelto la più classica delle proteste romane, quella di salire sul Colosseo, le sette guardie giurate della Ancr-Urbe Roma che dicono ‘no’ alla cessione a privati del loro ente. Ma si sono ispirati anche alla protesta della Innse di Milano, che ormai fa scuola, e sono determinati a restare lassù fino a che non sarà garantito il loro posto di lavoro. «Siamo stati costretti a comportarci così come quelli di Milano – ha detto uno dei manifestanti – oggi se non ti metti in cima a qualcosa non ti ascolta nessuno». Tutto è cominciato intorno alle 17.30, quando un centinaio di lavoratori si sono riuniti sotto il monumento simbolo di Roma per una manifestazione contro i licenziamenti. Subito dopo sette guardie giurate si sono arrampicate fino all’ultimo ordine di arcate del Colosseo, a circa 40 metri di altezza, per stendere uno striscione mentre dalla strada i colleghi li incitavano gridando: «Siamo tutti con voi». Ne è nata un’assemblea spontanea su via dei Fori Imperiali che ha portato alla chiusura per qualche ora della strada. Da parte dei lavoratori c’è l’intenzione di non accettare i cambiamenti subiti dall’azienda con 943 dipendenti passata da soggetto pubblico a privato. Di questi circa 650 sono stati già riassunti mentre altre 300 famiglie rischiano di rimanere senza un lavoro.

IL LAVORO C’E’ PER TUTTI… Per il commissario Lucio Francario «il lavoro c’è per tutti, basta andare in azienda e lo avranno. Se invece vogliono lo stipendio pubblico io non posso darglielo perchè non è mia competenzà: io non ho promesso questo, forse lo ha fatto qualcun altro». Infatti uno dei motivi della protesta sono le «condizioni contrattuali meno vantaggiose di quelle precedenti» hanno spiegato i dimostranti mentre cibo e acqua venivano fatto salire con una carrucola fino a raggiungere le sette guardie giurate che non sono ancora intenzionate a scendere e, nonostante due di loro si siano sentiti male, con un megafono hanno urlato: «noi da qui non scendiamo prima di dicembre». Una possibile apertura è stata annunciata dal delegato del sindaco alla Sicurezza Giorgio Ciardi: «ho parlato con il capo di gabinetto del prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro – ha detto giungendo sul posto – la Prefettura è pronta a convocare un tavolo con tutte le parti interessate lunedì a patto che i manifestanti scendano dal Colosseo», mentre il presidente nazionale dell’Rdb Marco Lucarelli chiede l’intervento del Viminale.

LA PROTESTA AL COLOSSEO: INTERVIENE IL CAMPIDOGLIOultima modifica: 2009-08-18T11:30:00+02:00da sagittario290