Edizione CASERTA
pagina 33
02/08/2009
Spari tra la folla. A due vigilantes sottratti 70mila euro che stavano consegnando all’ufficio postale
Assalto al portavalori, terrore in pieno centro
Sant’Arpino, preso di mira un furgone carico di denaro contante per il pagamento delle pensioni
MARILÙ MUSTO Aspettavano l’arrivo del furgone portavalori, si guardavano intorno chiedendo l’ora ai pensionati in fila per la pensione, confondendosi tra la folla. Erano tre rapinatori: visi comuni, accento napoletano e in tasca due pistole calibro nove. In via Alcide De Gasperi a Sant’Arpino erano giunti all’alba. Quando alle 7.45 di ieri il furgone dell’istituto di vigilanza «Terra di Lavoro» – che conteneva oltre quattrocento mila euro da distribuire ai vari uffici postali dell’agro aversano – è arrivato in via De Gasperi per consegnare la prima somma di denaro al direttore dell’agenzia postale di Sant’Arpino, i tre si sono staccati dal gruppo di anziani e hanno indossato i passamontagna impugnando la pistola. Hanno avvicinato le due GUARDIE GIURATE, che intanto erano scese dall’automezzo blindato con 73 mila euro, e si sono impossessati del bottino e delle due pistole d’ordinanza, una Smith e Wesson e una Roger. Poi hanno cercato di tentare un assalto al furgone blindato, ma l’autista è riuscito a inserire la marcia e a scappare. Il tutto è accaduto sotto gli occhi di donne e pensionati, perlopiù anziani che aspettavano l’apertura degli uffici dalle 6.30 del mattino. Saliti a bordo di una Fiat Punto e di una seconda auto che attendeva poco distante la fine dell’azione, i tre hanno inseguito l’automezzo blindato sparando dodici colpi di pistola in direzione degli pneumatici e della carrozzeria del mezzo, in pieno centro cittadino. L’azione di fuoco è terminata quando il furgone è giunto in via Ferdinando di Carlo, a pochi passi dalla locale caserma dei carabinieri, con le ruote anteriori sgonfie e dieci fori provocati dai proiettili che avevano trapassato la carrozzeria. I rapinatori – in compagnia dei due complici – sono riusciti a scappare in direzione di Sant’Antimo dove, poco prima, era transitata una pattuglia dei carabinieri del reparto radiomobile. Nessun ferito durante l’assalto, solo tanta paura e il terrore che si potesse scatenare un conflitto a fuoco tra i malviventi e le GUARDIE GIURATE. «Ho visto anziani tremare – ha spiegato un giovane del posto sceso in strada subito dopo aver udito gli spari – pensavamo fosse un agguato». Il peggio è stato evitato. I carabinieri del nucleo investigativo del reparto territoriale di Aversa e del Cio si sono messi sulle tracce dei banditi. Un testimone ascoltato per ore, ieri mattina, in caserma, ha raccontato di aver visto in volto uno dei tre. Sotto i suoi occhi sono «sfilate» le foto-segnaletiche di noti pregiudicati del Napoletano e del Casertano. Su tutto vige il segreto d’indagine, ma una svolta potrebbe essere vicina. Anche perché sono state acquisite dagli investigatori le immagini delle telecamere interne ed esterne all’ufficio postale. Intanto, le testimonianze di una decina di anziani sono state messe a verbale. I militari non escludono che la banda possa essere la stessa che il 27 luglio scorso aveva tentato di mettere a segno un colpo all’Ikea di Afragola, nel Napoletano, facendo esplodere un ordigno nel caveau. Nella circostanza, dopo aver forzato la porta d’ingresso, i componenti della gang si erano introdotti all’interno dell’Ikea causando però un’esplosione che aveva comportato, il danneggiamento delle stesse banconote che i ladri non sono poi riusciti a portar via. Ricerche sono in corso anche a Casoria, dove negli ultimi mesi si sono verificati assalti armati ai furgoni portavalori con dinamiche simili. Il cerchio si starebbe stringendo attorno al Giuglianese, zona, probabilmente, di provenienza di uno dei tre malviventi che hanno agito a Sant’Arpino. Ieri era il primo giorno del mese utile per il pagamento delle pensioni. Le guardie armate avevano appena iniziato il turno di consegna del denaro. Si sarebbero poi dovute spostare.
MAURIZIO SANNINO Torre Annunziata. Stipendi pagati in ritardo e ricorso alle carte bollate e agli avvocati. I dipendenti dell’istituto di VIGILANZA PRIVATA «La Pantera», nato a Torre Annunziata nell’aprile del 1972, scendono sul piede di guerra. Sono già sette le vertenze inoltrate dai lavoratori nei confronti dell’istituto oplontino. L’amministratore dell’azienda Bruno Carotenuto corre ai ripari e chiede un incontro urgente alle organizzazioni sindacali di categoria, Cigl Cisl e Uil, per affrontare il problema. Incontro che però potrebbe slittare al mese di settembre. «È inutile negarlo, siamo un’azienda in crisi – ammette l’amministratore Carotenuto – come del resto la maggior parte delle aziende del mondo. Stiamo lavorando in queste ore – rivela – insieme ai nostri commercialisti per operare un risanamento aziendale e per cercare di andare avanti e non affondare. Qualsiasi imprenditore al mio posto, di fronte a queste difficoltà, avrebbe già mollato tutto e sarebbe andato via». L’istituto di vigilanza «La Pantera» conta circa 33 dipendenti tra amministrativi e operativi. Sul territorio di Torre Annunziata lavora prevalentemente per banche, attività commerciali e piccole fabbriche. «L’accusa per il ritardo dei pagamenti – riprende Carotenuto – è infondata. Si tratta soltanto di pochi giorni di ritardo, e non di mesi come vogliono far credere i lavoratori. La causa del ritardo? È senza dubbio dovuta al fatto che molti dei nostri clienti non pagano le spettanze dovute, altra conseguenza della crisi. Ci tengo però a tranquillizzare i miei dipendenti: non c’è alcun pericolo di fallimento dell’azienda».