Anche gli operai vanno all’inferno

Cronaca

postato alle 18:41 del 27 agosto 2009

Anche gli operai vanno all’inferno

di Maddalena Balacco (loska)

La lotta per la difesa del posto di lavoro passa dai tetti delle fabbriche occupate. Accade anche a Melfi, dove per intimidire gli operai una guardia giurata ha fatto fuoco.

All’inizio c’è stato l’esempio degli operai della Innse, che dall’alto di una gru combattevano la “flessibilità imprenditoriale” contrapponendole una realtà fatta di tasse, mutui e spese da pagare per mantenere le famiglie. Da allora sono in tanti i lavoratori che hanno deciso di passare alle “maniere forti” per poter vedere rispettato il loro diritto di tirare a campare, e fra questi sono tornati a “lottare” per il proprio posto anche quelli di Melfi, resi celebri dagli scioperi bianchi di qualche anno fa.

a_3119.jpgCRONACHE DAL PRESIDIO – Anche questa volta nell’occhio del ciclone è una delle fabbriche dell’indotto FIAT, la Lasme, che produce alzacristalli elettrici e che avrebbe deciso di spostare in Liguria tutta la produzione, lasciando a secco dall’oggi al domani 174 operai a cui probabilmente corrisponono 174 famiglie, private di uno stipendio a sorpresa. Questo perché, stando a quanto raccontano dalla Lasme, le commesse già evase tardano ad essere pagate e i fornitori incombono. Difficile, viene da pensare, che un’azienda simile non riesca a farsi pagare – da chi?, è la domanda principale. Eppure, dopo che sono saltati i tavoli di trattativa a causa dell’occupazione delle tute blu, la situazione è precipitata tanto da costringere sette di quei 174 operai ad occupare la fabbrica per evitare che i macchinari vengano portati via, per mantenere la speranza di un lavoro, anche se sempre più affievolita.E già, nel web e non solo, è un vociare che diventa sempre più assordante man mano che agosto finisce e ci si avvicina alla “riapertura delle fabbriche“, o per meglio dire all’ondata degli scioperi. Complice la crisi, ma anche un certo disinteresse di quella politica che pure aveva promesso un passaggio quasi indenne dal periodo nero, nonostante le sirene d’allarme di Confindustria. In sostanza si teme che molte fabbriche non riapriranno, e saranno dunque molti – troppi – gli operai che si vedranno privati di sostentamento.

a_3122.jpgFERMATI O SPARO – Questo si aggiunge a una situazione non proprio calma, che ha visto il suo culmine nel tentativo di impedire loccupazione a Melfi da parte di una guardia giurata dello stabilimento. L’agente, per placare le proteste ed intimidire gli operai, ha fatto fuoco ben quattro volte con la sua pistola puntandola verso l’alto. Un gesto  passato in completo silenzio dei media nazionali a parte uno scarno video di Raitg24, che ha fatto montare la rabbia di quanti credano sia ingiusto vedersi sottrarre il lavoro dalle stesse imprese che, per assicurarlo, hanno avuto accesso a molti fondi statali e regionali. Ecco che fine fanno i soldi al Sud: nelle mani di imprese che arrivano a prenderseli – togliendoli a chi magari ha progetti imprenditoriali migliori – salvo poi chiudere con tanti saluti dopo qualche anno (a dire tanto) lasciando a piedi persone che su quel lavoro, spesso, avevano fondato l’acquisto della casa, dell’auto, dei beni di prima necessità per una vita decente. Una realtà indiscutibile che rischia di esplodere alla fine delle vacanze, alimentata dalla rabbia e dalla disperazione. I quattro colpi di pistola di Melfi sono presagio di un autunno rovente contro la cui esplosione, se ancora è possibile, bisogna fare di tutto.

 

Anche gli operai vanno all’infernoultima modifica: 2009-08-28T11:30:00+02:00da sagittario290