Data: 27/07/2009
NEL NAPOLETANO UN COMMERCIANTE SU QUATTRO RICORRE ALL’USURA
Lo rivela un sondaggio promosso dall’Ascom-Confcommercio e somministrato a duemila esercenti della provincia di Napoli tra orafi, benzinai e tabaccai.
«L’obiettivo principale dell’iniziativa- si legge in una nota dell’Ascom-Confcommercio- è verificare i cambiamenti nei livelli di sicurezza percepiti; l’esperienza diretta di minacce ed intimidazioni per finalità di estorsione; le misure cautelative adottate nei confronti del racket e la conoscenza delle leggi che offrono protezione a chi denuncia fenomeni estorsivi e di usura».
Il quadro che emerge dal sondaggio, composto da 14 domande alle quali gli esercenti hanno risposto in forma anonima, è a dir poco desolante. Da essi si desume, ad esempio, che un commerciante su quattro ha chiesto denaro agli usurai. Gli esercenti che l’hanno fatto, hanno prima chiesto un prestito in banca ma, dopo l’esito negativo, sono caduti nella rete dell’usura.
Anche sul fronte estorsioni i dati non sono confortanti. Il 60% degli esercenti che hanno ricevuto minacce di estorsione ha pagato dopo le intimidazioni. Di questi, il 77% ha pagato in denaro, il 23% elargendo merce. Diverse le tipologie di minacce subite: nel 90% dei casi si tratta di pressioni psicologiche, effettuate nel 60% dei casi da delinquenti comuni mentre solo il 25% delle richieste estorsive arriva dalla criminalità organizzata. Non tutti gli esercenti, però, sono disposti a pagare: il 36% dei commercianti, infatti, ha fatto ricorso alla vigilanza privata; il 12% alle telecamere antirapina.
Inoltre, dalle risultanze del sondaggio si deduce una generale escalation della criminalità: per il 75% degli intervistati, infatti, il livello di sicurezza è peggiorato negli ultimi tre anni. «Bisogna smarcarsi da una logica omertosa- dice, a commento dei risultati del sondaggio, il commissario dell’Ascom-Confcommercio napoletana, Tullio Nunzi- perché estorsioni ed usura distorcono la cultura d’impresa. Sono troppi gli imprenditori colpiti – aggiunge Nunzi – e troppo pochi quelli che denunciano.»
«Dopo aver reso noti i risultati del primo sondaggio anonimo sulla sicurezza- annuncia il commissario- sarà avviata nei prossimi mesi una campagna informativa per rilanciare la cultura della legalità e per renderne percepibile la “convenienza” individuale e collettiva. Previste una serie di iniziative per far conosce meglio le leggi antiracket ed antiusura, oltre alla modifica dello statuto della confederazione che obbliga l’organizzazione a costituirsi parte civile nei processi in cui i soci abbiamo denunciato fenomeni di questo tipo, assicurando l’appoggio legale ed economico».