MILANO, TRENI CON AMIANTO ABBANDONATI NEGLI SCALI

2009-07-26 16:06

MILANO, TRENI CON AMIANTO ABBANDONATI NEGLI SCALI

(di Fabrizio Cassinelli)

1248605674835_IMG00036.jpgMILANO – Dietro alle montagne russe e ai sorrisi di grandi e piccini che affollano il Luna Park di Milano c’e’ un treno nascosto. Anche questo sta sui binari, infatti, ma non e’ un’attrazione come altri d’epoca che fanno bella mostra di se’ poco lontano; anzi, non si vede, praticamente e’ come se non ci fosse. Perche’ questo treno e’ pieno di amianto, uno dei materiali piu’ cancerogeni conosciuti. ”Smistamento” e’ uno degli scali piu’ importanti della cintura ferroviaria cittadina, tra Milano e Pioltello, a ridosso, da entrambe le parti della massicciata, di zone abitate, di aziende e dell’asse viario Corelli-Rivoltana, dove ogni giorno transitano migliaia di auto. Il muro della ferrovia nasconde file di locomotori arrugginiti in mezzo alle sterpaglie, carrozze su cui si inerpicano le frasche, con le finestre, una volta sigillate, con lastre zincate divelte o cadenti. I vagoni e i locomotori, su cui spicca la ‘a’ di amianto, sono arrugginiti, sventrati, in stato di completo abbandono.

La recinzione in plastica che dovrebbe delimitare la zona e’ rotta in piu’ parti o abbattuta. A poche decine di metri da questa specie di bomba ecologica, lasciata li’ da chissa’ quanto, ci sono delle palazzine. ”Sono i dormitori dei ferrovieri – spiega un operaio – quei treni ce li hanno schiaffati proprio sotto il naso”. Poco piu’ in la’ c’e’ una caserma della polizia, piu’ indietro ancora le officine e gli uffici dello scalo. Avanti qualche centinaio di metri c’e’ il Luna Park. ”Ogni tanto li spostano – dice un ferroviere – da un posto all’altro e da quello a un altro ancora”. Eppure un protocollo siglato da Fs prevede per il materiale accantonato ”delimitazione delle aree di stoccaggio”, ”visite tecniche approfondite almeno semestrali”, ”verifica quindicinale delle condizioni di sicurezza adottate”. Il documento parla di ”interventi conservativi con la chiusura di tutte le parti di cassa deteriorate… con lamiera zincata e bloccaggio delle porte con piastre metalliche… quanto sopra al fine di evitare qualsiasi dispersione nell’atmosfera di fibre di amianto… e al fine di evitare che intrusioni, manomissioni e vandalismi o altri eventi eccezionali possano mettere in vista la coibentazione in amianto e costituire un potenziale fattore di rischio”.

E se a questi treni succedesse qualcosa? I presenti fanno spallucce e puntano il dito verso gli uffici. Purtroppo non e’ un’ipotesi azzardata, data l’assenza quasi totale di controlli. Lungo gli stessi binari, solo alcuni chilometri prima, per giunta proprio in mezzo alla citta’, pare sia gia’ successo. Tra la Stazione Centrale e lo scalo di Greco, infatti, dal ponte che collega il cimitero con via Breda, si vede quel che resta di un altro treno abbandonato. ”Dentro ci dormono gli extracomunitari” dice un tabaccaio che al mattino e alla sera vede il viavai uscire dall’area Fs. Nessuno li ferma o li controlla. ”Sono matti – dice un poliziotto – quelle sono vetture con l’amianto”. Proprio quelle vetture, con il loro pericoloso componente, il 3 maggio scorso sono andate bruciate. Le case sono a poche decine di metri. Polizia e vigili del fuoco sono intervenuti, in piena notte, senza nessuna protezione particolare. E dopo l’intervento nessuno ha chiamato l’Asl, il treno non e’ stato ”impacchettato” e fa ancora brutta mostra di se’ sulla massicciata. ”Purtroppo siamo troppo spesso esposti a interventi del genere – spiega Massimo Berto, rappresentante Rsu dei Vigili del Fuoco di Milano – spesso, a pagare il prezzo di queste situazioni, sono proprio gli operatori della sicurezza”. Ma i piu’ esposti, primi fra tutti, sono i ferrovieri: ”Il programma di bonifica di questi mezzi dovrebbe essere terminato da un pezzo – dice Rocco Ungaro, segretario milanese della Filt-Cgil – se questo e’ lo stato delle cose, l’azienda deve immediatamente risanare i piazzali e terminare lo smaltimento”.

MILANO, SCALI FS FRA DEGRADO E BALORDI

”La sicurezza sui binari nasce a monte”, diceva un vecchio manutentore delle ferrovie. Nasce, infatti, negli scali, dove i treni vengono rimessati, puliti, aggiustati. Un mondo a parte, fatto da migliaia di binari, ferraglia, sassi e sole d’estate, sassi e gelo d’inverno, in un paesaggio un po’ lunare di cabine abbandonate, treni fermi e treni in corsa. Entrarci, a Milano come in altre citta’, purtroppo e’ semplice. Basta passare dall’ingresso, dove quasi mai si viene fermati da qualcuno.

Una guardiola vuota e’ spesso l’unica barriera per inoltrarsi verso le officine e i binari. Treni ammassati uno dietro l’altro sui binari morti, pochi operai, vecchi locomotori, cabine elettriche con i vetri rotti, che si snodano a lato della linea ferroviaria, dove i treni viaggiano veloci. Se qualcuno volesse compiere un attentato, o manomettere qualcosa, avrebbe solo l’imbarazzo della scelta. Un problema che, a quanto pare, non riguarda solo Milano, ma anche altre stazioni e scali in tutt’Italia. In Stazione Centrale, ogni sera, basta piazzarsi a fianco del primo binario, dove le enormi arcate di acciaio poggiano sui muri di cemento della sopraelevata, per vedere la pletora di mendicanti, clochard, immigrati, senzatetto che escono dalla grande volta coperta dirigendosi fuori, verso i treni in stazionamento. Li’, ai margini dei ”binari di corsa”, vive una variegata umanita’, che occupa i vagoni, sporcandoli e danneggiandoli irrimediabilmente.

I pulitori non possono nemmeno salire sulle carrozze: ”Ogni settimana polizia e carabinieri fanno dei blitz – spiega un operaio – ma loro scendono assonnati da un treno e sanno gia’ dove ne troveranno un altro fermo. Conoscono orari e percorrenze meglio di noi. E poi la gente si chiede perche’ trova sporco”. Qualche volta ci scappa la violenza, qualche volta il morto, e si fa il vuoto per un po’ di giorni. Poi tutto torna come prima. ”Noi la polizia la chiamiamo spesso – dice un pulitore – ma ci dicono che non hanno tempo, personale”. ”Ad aggravare la situazione – spiega un agente di pattuglia – c’e’ il fatto che da tempo e’ stato eliminato il servizio di vigilanza privata, una volta anche con i cani”. E le recinzioni, in molti tratti, sono praticamente virtuali. Lo sanno bene i writer, che pur essendo ragazzini entrano ed escono dagli scali come gli pare, dando sfogo alla loro vena artistica, che insieme agli ”ospiti notturni” costa alle Ferrovie milioni di euro.

MILANO, TRENI CON AMIANTO ABBANDONATI NEGLI SCALIultima modifica: 2009-07-27T11:00:00+02:00da sagittario290