Edizione BENEVENTO
24/05/2009
Nella notte un maxi-incendio si è sviluppato in un capannone. Ancora misteriose le cause
Rogo distrugge «Cash Barletta»
Nel mirino la struttura di San Giorgio del Sannio. In fumo merci e strutture
Un rogo ha distrutto capannone e merce del «Cash Barletta» alla via Cesine di San Giorgio del Sannio, poco distante dal più noto «Ipermercato» gestito dallo stesso proprietario. Ingentissimi i danni e inagibile il capannone. Questo il bilancio di oltre dieci ore di rogo. La causa dell’incendio è ancora da stabilire. «Finora non abbiamo elementi per poter propendere per una ipotesi dolosa o per un case fortuite. Necessitano ulteriori accertamenti. I dati di cui siamo in possesso non chiariscono la causa dell’incendio. Solo dopo ulteriori rilievi potremo stabilire la natura del rogo. Un lavoro complesso, tenuto conto delle distruzioni che ha arrecato l’incendio». Così il comandante dei vigili del fuoco Alessandro Crisci, fa il punto sull’incendio. I carabinieri al momento propendono per un corto circuito partito all’esterno del capannone: dagli alimentatori delle celle frigorifere. L’incendio si è sviluppato intorno alle 2,30. Un VIGILANTES in servizio presso il capannone ha dato l’allarme. Ma le fiamme si erano già propagate all’interno del capannone avvolgendo prodotti alimentari, bibite, carta e detersivi. Sul posto sono giunti una quarantina di vigili del fuoco, con cinque autobotti, due autoscale. Mezzi e uomini provenienti non solo dal comando provinciale, ma anche da Avellino, Caserta e Salerno. Le fiamme hanno causato anche un crollo nella parte centrale del capannone. I vigili hanno dovuto prodigarsi per evitare che il rogo si propagasse ad un altro capannone adiacente, di minori dimensioni, e a una abitazione poco distante. Sono riusciti anche a portare in salvo altra merce che era sul piazzale antistante il capannone avvolto dalle fiamme. Sul posto i carabinieri della locale stazione e della Compagnia di Benevento. In assenza del titolare che è Antonio Barletta 46 anni, i carabinieri hanno ascoltato un nipote che ha sostenuto di avere nella serata di venerdì abbandonato la struttura intorno alle 22, dopo aver inserito le varie apparecchiature d’allarme, tra cui quella che scatta anche in caso di incendio. Dai primi accertamenti è proprio questa apparecchiatura che non ha funzionato, pertanto l’allarme è scattato quando ormai le fiamme si erano diffuse all’interno del capannone. en.mar.