La rabbia del paziente zero italiano

ESTERI

(3 maggio 2009)

I medici: “Appena scattato l’allarme abbiamo applicato il protocollo messo a punto per la Sars”
L’Istituto di sanità non aveva ancora comunicato l’esito dei test quando la notizia si è diffusa

La rabbia del paziente zero italiano
“L’ho saputo dalla televisione”

Massa, imbarazzo in ospedale e psicosi in paese: “Chiudete le scuole”
dal nostro inviato JENNER MELETTI

ap_15680216_30440.jpgMASSA – Non ci sono molte distrazioni, nella camera di degenza di un reparto infettivi, per di più a “isolamento respiratorio”. Per fortuna B. M., 50 anni, ex operaio dell’acquedotto in pensione, si è fatto portare una piccola televisione. Dopo mezzogiorno sente una notizia dell’ultima ora. “Nuova influenza: confermato il caso di Massa, primo in Italia”. B. M. si solleva di scatto dal cuscino, alza il volume. “Ma quelli parlano di me. Il “caso” di Massa sono io…”.

Suona il campanello, dall’altra parte del vetro appare un infermiere. “Lo devo imparare dalla tv che mi sono preso l’influenza suina? Qui stanno parlando di me a tutta l’Italia e voi non mi avete detto nulla”. Arriva anche un medico, cerca di tranquillizzarlo. “Signor B., la notizia non l’abbiamo certo data noi. È stato il ministero, da Roma. Anche noi l’abbiamo saputo adesso”.

Ci sono due guardie giurate, davanti al reparto infettivi dell’ospedale dei Santi Giacomo e Cristoforo di Massa. Le hanno chiamate subito dopo l’annuncio in tv, perché virus, meningiti o streptococchi vari forse non basterebbero a tenere lontano chi vuole contattare “il primo caso italiano di nuova influenza”.

Il primario del reparto, il dottor Paolo Almi, conferma: “So che il signor B. M. si è arrabbiato, e non aveva tutti i torti. Noi, in mattinata, avevamo saputo dall’Istituto superiore di sanità che “probabilmente” sarebbe stata confermata la positività del nostro paziente all’influenza di tipo A, ceppo H1N1. Ma la notizia ufficiale è stata data all’improvviso attraverso altri canali. Per fortuna B. M. non si è agitato molto perché sapeva che comunque era già guarito. Glielo avevo spiegato io stesso, giovedì verso mezzogiorno. Dopo un primo esame negativo ce n’era stato un altro forse positivo e allora avevamo bisogno di altre analisi all’Istituto superiore di sanità. “Comunque – gli ho detto – che sia una normale influenza o quella messicana, lei ora sta bene””.

Sembra avere funzionato bene, il soccorso all’uomo colpito dalla nuova influenza. “Quando ho saputo di questa chiamata da Aulla – dice il dottor Paolo Almi – ho subito pensato al 2003, all’epidemia di Sars. Ho mandato un’ambulanza attrezzata bene, con gli operatori ben protetti. Camice monouso, maschera Fp2, come quelle che si usano in caso di sospetta tubercolosi. Insomma, abbiamo usato il protocollo Sars, che fu organizzato da Carlo Urbani, il medico che per primo scoprì questa epidemia. Se abbiamo fermato la Sars, il merito è di questo medico marchigiano che ha pagato con la vita il suo impegno. Da quello che ho capito, in Messico purtroppo non c’era un Carlo Urbani”.

Nel paese di B. M., Albiano Magra (frazione di Aulla con 3.000 abitanti) qualcuno “sapeva” già da un paio di giorni. Era arrivata quell’ambulanza attrezzata per emergenze batteriologiche, si sapeva che ad andare all’ospedale era B. M. appena arrivato dal Messico. “La notizia di questo primo caso – dice Roberto Cipriani, presidente della Croce rossa locale – ha creato allarme. Solo io avrò ricevuto una ventina di telefonate, altrettante il mio vice”.

A preoccuparsi sono soprattutto i genitori dei bimbi della scuola materna ed elementare, che è proprio di fronte alla casa dell’uomo ricoverato a Massa. “C’è un bambino con la febbre alta e i genitori vogliono sapere cosa fare. Io ho risposto che è meglio contattare il 118 di Massa. Ma a tutti dico: bisogna stare tranquilli”.

C’è anche chi se la prende “con tutti questi extracomunitari che ci portano le malattie”. “Guardi che B. è uno di qua”, replica una signora. “Allora bisogna finirla con tutti questi viaggi strani”. Ma B. M. era andato in Messico assieme alla moglie per aiutare il figlio che là gestisce un ristorante. Appena tornato in Italia, non si è sentito bene. “È vero che non ha girato nei bar – dicono in paese – ma qualche amico è andato a trovarlo”. Sette persone in profilassi (moglie, parenti, infermieri) ma a qualcuno non basta.

“L’allarme c’è – dice il sindaco di Aulla, Roberto Simoncini – e tanti hanno chiesto che le scuole materna ed elementare restino chiuse, almeno per qualche giorno. Io credo che non sia necessario. Domani, domenica, alle 10 terrò un’assemblea con i genitori, nei locali della Croce rossa. I medici spiegheranno tutto”. Anche il Pronto soccorso dell’ospedale di Massa è stato potenziato. “Dopo una notizia come questa – dice Antonio Delvino, direttore dell’Asl1 – anche chi ha una normale influenza si preoccupa. Meglio essere pronti ad accogliere chi si sente più sicuro in un ospedale”.

La rabbia del paziente zero italianoultima modifica: 2009-05-04T11:30:00+02:00da sagittario290