Continuano i disagi al “Lorenzo Bonomo”

11 maggio 2009

Continuano i disagi al “Lorenzo Bonomo”: E stamane il Sindaco incontra il DG Canosa

Il Tribunale dei diritti del malato ed il Coordinamento comitati per ANDRIA CITTA’ SANA denunciano le incongruenze e le disfunzioni presenti nel nosocomio cittadino

di La Redazione

DSCN7594.jpgTribunale dei diritti del malato e Coordinamento comitati per ANDRIA CITTA’ SANA

“Abbiamo letto un articolo de “La Gazzetta del Mezzogiorno” del 10 maggio 2009 dal titolo “Interventi al Bonomo, ecco cosa è stato fatto”. Ringraziamo il dott. Rocco Canosa, direttore generale della ASL BAT, e il dott. Giovanni Grilli, direttore sanitario dell’ospedale “Bonomo” di Andria, per aver risposto ad una nostra denuncia.

Approfittando della cortese attenzione, proponiamo qualche spunto di riflessione.

La lista delle opere compiute fa onore a chi ha l’incarico di adoperarsi per alleviare il disagio dell’utenza.

Però.

Facciamo notare che dopo la nostra ennesima segnalazione dei guasti dell’ascensore in data 29/09/2008 fu risposto dalla Direzione che “domani al via i lavori”.
Sono passati otto mesi e il “domani” non finisce mai. Gli ascensori sono ancora guasti e i disagi tutti ancora lì presenti.

Purtroppo la lista di problemi aperti non è affatto esaurita. Ci limitiamo a quelli che riguardano in particolare gli ammalati e i visitatori e solo in aggiunta gli operatori sanitari.

Qualche stolto potrebbe credere, infatti, che reclamare la qualità dei luoghi in cui alloggia il personale sanitario non abbia ripercussioni su quella dell’attività svolta dagli stessi. Non è così. Lo sa bene anche chi ha rudimenti di psicologia. Invitiamo qualche curioso a visitare, per esempio, la stanza in cui attende le chiamate il medico del 118. In essa vi è un grosso impianto elettrico che oltre a generare inquinamento acustico provoca anche quello elettromagnetico e questo non certamente è dovuto ai lavori in corso, ma semplicemente al fatto che così è stato deciso dall’Amministrazione.

Insomma qui non stiamo parlando di esigenze straordinarie, ma del rispetto dei minimi requisiti previsti dalla mappa di rischio della asl, che siamo certi venga rispettata da tutti all’interno del nostro nosocomio, così come sono rispettate le norme antisismiche, eccetera eccetera.

Prima di allegare un piccolo dossier con le dimostrazioni fotografiche di quanto andiamo segnalando, vorremmo concludere facendo notare che in realtà noi non vogliamo che si spendano altri danari per rimettere in piedi una struttura che diventa sempre più fatiscente ed inadeguata, malgrado gli sforzi dei rianimatori dell’amministrazione sanitaria.

Noi ringraziamo tutti quelli che si stanno adoperando per alleviare i disagi dei malati e degli operatori sanitari.

Ma non ci basta.

Andria e gli andriesi meritano un ospedale nuovo posizionato nella periferia cittadina, che sia a norma, facilmente raggiungibile e con area di sosta adeguata, che sia pienamente rispettosa degli standard qualitativi previsti per un nosocomio di eccellenza dedicato alle urgenze ed emergenze sanitarie, come previsto dal Piano Attuativo Locale (PAL) della ASL BAT.

Il nostro ospedale ormai è moribondo, non così la nostra speranza in un futuro migliore”.

Antonio Carbone, Damiano Piscardi e Dino Leonetti

SALE DI ATTESA PER I PAZIENTI.

1) La sala di accettazione per i pazienti da sottoporre ad endoscopie digestive e urologiche, a visita chirurgica periodica post-operatoria e visite di controllo specialistiche, non è altro che un androne con numero di sedie insufficiente tanto che le persone, stremate dalla stanchezza e dai tempi di attesa, cominciano a sedersi sui gradini delle rampe di scale vicine.

Anziché ammassare gli ammalati in questo modo vergognoso sarebbe sufficiente disporre la presenza di personale dedicato alla prenotazione degli esami con indicazione di tempi di attesa certi e posizionare un display di accesso, oltre a porre un maggior numero di sedie per i malati, molti dei quali sono anziani e comunque debilitati dalle patologie per cui sono costretti alle visite.

ASCENSORI.

1) Gli ascensori funzionanti sono insufficienti e non dedicati. C’è il gravissimo rischio di perdita di tempo per i pazienti che giungono in Pronto Soccorso e necessitano di esami d’urgenza ( ad esempio : esami radiologici come TAC cerebrale in caso di emorragie cerebrali o di politraumatizzati ), per cui gli operatori sono stati talora costretti a trasportare “a braccia” i pazienti, con serio pregiudizio per il malato e per la propria incolumità.

2) Segnaliamo inoltre il disagio per gli utenti degli ambulatori di Endoscopia, di Chirurgia Generale e di Urologia che non hanno un ascensore che conduca in maniera diretta ed agevole al piano dello stabile senza dover passare per corridoi e sale di attesa. Molte di queste persone subiscono il trattamento con tranquillanti, ad esempio i pazienti sottoposti ad endoscopia digestiva, e non sono in grado di lasciare l’ambulatorio se non accompagnati e costretti a percorrere lunghi tratti di ospedale a piedi.

3) C’è un notevole dispendio di tempo per il personale che è costretto a portare macchinari elettromedicali, come un elettrocardiografo, in caso di consulenze da eseguire con urgenza fuori dal reparto a causa dell’indisponibilità di ascensori.

4) Registriamo promiscuità e inosservanza delle condizioni igieniche per i pochi ascensori funzionanti, che trasportano indifferentemente salme di pazienti deceduti, rifiuti pericolosi, carrelli per i pasti, operatori sanitari, pazienti che si recano ad eseguire esami fuori reparto, visitatori.

5) Grave è il disagio per i pazienti che si devono sottoporre alla dialisi, poiché manca un ascensore che li conduca agevolmente e che sono costretti a lunghi percorsi nell’ospedale nonostante le precarie condizioni cliniche in cui versano.

6) I pazienti pediatrici e quelli barellati che vengono trasportati in rianimazione non hanno un ascensore che li conduca ai reparti.

7) Esiste, infine, un solo un ascensore che trasporta i pazienti barellati al piano dell’unità operativa di radiologia TAC-RMN e tale ascensore viene usato anche dall’utenza comune, sicché spesso si rompe e i malati devono essere trasportati “a braccia”.

OBITORIO.

1) L’ubicazione dell’obitorio all’interno dell’ospedale non ci sembra del tutto appropriata. Per quanto i locali siano dignitosi ed adeguati, il fatto che l’ingresso sia sulla strada pubblica parzialmente ostruita da una recinzione in legno, che occupa per intero anche il marciapiedi, rende tutto surreale. Mentre infatti i cittadini che abitano proprio di fronte all’obitorio sono costretti ad assistere di continuo a scene di disperazione, soprattutto quando le salme riguardano i giovani, i parenti dei defunti si ritrovano sulla strada tra lo schiamazzo degli avventori di un bar posizionato dall’altra parte del marciapiedi e la curiosità dei passanti che si fermano ad osservare. Naturalmente la viabilità è resa difficile dalla presenza di auto e di assembramenti di persone.

EMATOLOGIA-BANCA DEL SANGUE.

1) Gli spazi sono antigienici (pareti scrostate, pavimentazione non idonea, ecc.), inadeguati, perché stretti, scomodi ed assolutamente insufficienti per l’attività svolta.

2) C’è carenza di personale medico e tecnico con grave disagio per l’utenza dovuta ai tempi di attesa.

3) Le sedie della sala dei donatori sono insufficienti a fronte del numero di donazioni giornaliere. Servono 8 sedie donazionali. Attualmente ci sono 4 sedie. Paradossalmente il numero di donazioni deve essere frenato dalla mancanza di sedie!

4) C’è mancanza di vie di fuga, sale operative anguste con apparecchiature elettromedicali che letteralmente “assediano” gli operatori e li immergono in onde elettromagnetiche con pregiudizio della propria salute.

5) Si nota la presenza di cavi elettrici che pendono minacciosi lungo le pareti delle sale operative.

RADIOLOGIA.

1) L’Unità di angiografia interventistica manca di personale sufficiente con disagio organizzativo e gravosa distrazione di personale in casi di urgenza rispetto all’utenza routinaria.

2) C’è mancanza di posti-letto per i pazienti sottoposti ad indagine angiografica nella fase post-diagnostica.

3) C’è carenza di personale medico, tecnico ed infermieristico con turni defaticanti e condizioni di lavoro a pregiudizio di efficienza nei confronti dell’utenza.

4) I locali stretti e non adeguati, con tavoli diagnostici la cui escursione non è permessa dall’angusto spazio disponibile nelle sale operative.

5) Mancanza perfino di spogliatoio per il personale.

6) Le condizioni di lavoro degli operatori sanitari sono disastrose in locali senza aerazione ed illuminazione naturale.

SALE OPERATORIE.

1) C’è un grave ritardo nella consegna dei lavori, con disagio per l’utenza e pregiudizio sull’efficienza operativa delle varie unità, pur dotate di eccellenti professionalità.

Viene così mortificata ulteriormente l’immagine e la funzionalità del nosocomio rispetto alle altre offerte sanitarie regionali, tanto da incrementare il triste fenomeno del trasferimento volontario di professionisti dalla nostra struttura ospedaliera verso altri ospedali meglio organizzati.

La qualità del nostro ospedale, come polo di eccellenza per le emergenze-urgenze, viene perciò gravemente lesa.

PORTINERIA E SICUREZZA DELL’OSPEDALE.

1) Sicurezza è inesistente per l’utenza dell’ospedale. C’è la necessità di apertura del cancello con comando elettronico almeno nelle ore notturne con accesso dedicato ai pedoni e della videosorveglianza dello stesso.

2) Sicurezza inesistente per l’operatore. Necessità della guardia giurata nelle ore diurne sia per il controllo dei visitatori che per la propria incolumità essendovi esposizione diretta all’utenza senza alcuna protezione.

3) Sarebbe opportuna la dislocazione della Portineria in posizione più strategica, ad esempio chiudendo la porta esterna e aprendo una all’interno dell’ospedale oppure trasferendo la portineria nell’attuale sede del CUP.

4) Gabbiotto con condizioni igieniche precarie e mancanza di servizi igienici per l’operatore, a cui non viene peraltro fornita la divisa di ordinanza.

PRONTO SOCCORSO.

1) Conflittualità con l’utenza e con i reparti per la discrepanza tra posti letto previsti e quelli realmente disponibili, con estenuante ricerca di allocazione di pazienti fuori reparto di competenza o in altro nosocomio.

2) Carenza di personale medico, infermieristico ed ausiliario con turni stressanti e rischio di decadimento della qualità di prestazione.

3) Sicurezza inesistente. Manca un presidio di pubblica sicurezza, la videosorveglianza in sala di attesa, un ascensore dedicato all’urgenza.

4) La stanza dei medici e quelle operative hanno condizioni di sospetto inquinamento indoor per carenza di illuminazione e aerazione diretta e per la presenza di impianti di climatizzazione con dubbia manutenzione (vedasi griglie annerite e piene di polvere).

 

Continuano i disagi al “Lorenzo Bonomo”ultima modifica: 2009-05-12T11:00:00+02:00da sagittario290