Sicurezza. Metronotte in crisi ed Italiani in armi

venerdì 06.03.2009, 21:55 • Campobasso • Cronaca

Sicurezza. Metronotte in crisi ed Italiani in armi

di Claudio De Luca

Nell’Italia che ha paura, cresce sempre di più il numero di chi acquisti una pistola od un fucile. Su di un altro versante, il Governo prova ad irreggimentare questo timor panico, regolamentando l’attivazione delle cosiddette ronde di quartiere, nel tentativo di fornire un limite alla violenza che monta. Or bene, nonostante i due piani di una tale ossessione, c’è un “esercito” che sta attraversando una fase di crisi nera. Il riferimento va ai metronotte che faticano a trovare un lavoro.

In Italia (fonte Associazione della vigilanza di CONFINDUSTRIA) le aziende che operano nel settore della sorveglianza ammontano a 965; tra queste, le molisane sono appena 4, con un numero complessivo di 139 dipendenti. Il calo, registratosi negli appalti degli ultimissimi tempi, ne ha veduto mettere in vendita almeno il 60% negli ultimi due anni mentre il 47% ha chiuso il 2007 in perdita ed il 42% ha conseguito un utile inferiore ai 50mila euro.

Tra i clienti maggiormente considerati dai vigilantes c’erano i centri commerciali; ma oramai la gran parte di queste grandi catene ha ritenuto più opportuno e conveniente rimpiazzare la vigilanza armata con il cosiddetto servizio di portierato cui viene adibito personale proprio, vestito uniformemente ma senza revolver.

Attualmente, i metronotte prestano servizio dinanzi alle sedi degli istituti bancari, nelle portinerie delle Pubbliche amministrazioni (come nel palazzo che ospita gli uffici della Giunta regionale del Molise) ed all’ingresso dei Tribunali. Sono quasi 50mila, di cui ben 2000 donne. Anzi, a tale proposito, va rilevato che – bene spesso – gli uffici giudiziari di Larino sono presidiati per l’appunto da una giovane signora, particolarmente solerte, fasciata nella tuta d’ordinanza, armata e con la ricetrasmittente.

Non sempre il settore è stato in crisi. Per esempio, nel 2001, prima dell’attentato alle torri gemelle, le unità lavorative erano poco più di 20mila. Successivamente, ad una lievitazione del fatturato pari al 5% annuo, è corrisposto un consistente aumento delle assunzioni.

Soltanto nel 2008, a fronte di un calo degli utili, hanno cominciato a prendere piede i licenziamenti. E questo è accaduto benché la CONFCOMMERCIO e l’EURISKO abbiano rivelato che sei commercianti su dieci ritengano – sin dal 2007 – che il livello di sicurezza non sia migliorato mentre tre su dieci lo giudichino addirittura peggiore.

Evidentemente la situazione del Molise (almeno apparentemente) non è la stessa di quella campana (dove, non a caso, operano 102 aziende di sorveglianza), di quella lombarda (154) o di quella pugliese (107). Però, ad onta di tutto, occorre comunque domandarsi perché vada delineandosi questo fenomeno che viaggia all’incontrario.

Le cifre affermano che presentemente soltanto il 5% del fatturato della sicurezza privata viene dall’esercizio della guardiania in armi delle residenze private. Se ne deduce che i metronotte abbiano quasi sempre lavorato soprattutto per gli istituti di credito e per gli esercizi commerciali che, oggi, mostrano invece di preferire (non sappiamo se a ragione od a torto) il meno oneroso (e poco pericoloso) servizio di portierato. Ma non basta.

Appare in crescita pure la domanda dei sistemi di videosorveglianza tanto che il rapporto FEDERSICUREZZA, denominato “Il mercato della paura”, indica come ramo del futuro la cosiddetta localizzazione satellitare, prevedendo un ulteriore calo di richieste della vigilanza armata.

In Molise, la situazione appare stazionaria, seppure nel settore non regni l’ottimismo. In tal senso, starebbe tentando di svilupparsi il servizio di scorta armata con furgoni blindati per il trasporto dei valori, mentre appare in leggero incremento la domanda di parte pubblica.

Si parlava in apertura di corsa all’acquisto di pistole e fucili. Ebbene, il rapporto ITALIA 2008 dell’EURISPES riferisce che circa cinque milioni di persone risultano detenere fra le pareti domestiche un’arma da fuoco, corta o lunga che sia, da caccia o da tiro a segno o per lo meno da difesa. Ma i dati relativi vanno contestualizzati, dal momento che sono in molti a richiedere licenze per uso sportivo (meno difficili da conseguire) pur di armarsi.

Tutto ciò comporta che il mercato delle armi stia attraversando un periodo di buona salute, tant’è che – alla 27.a edizione di EXA (la fiera delle armi di Brescia) – c’è stata un’affluenza di 42mila visitatori, provenienti da tutt’Italia. Anzi, secondo la Camera di commercio locale, sono stati fabbricati quasi 470mila pezzi con un incremento dell’11% nei primi quattro mesi dell’anno. Ha aiutato persino un decreto del Governo PRODI i cui contenuti permettono a chi abbia conseguito almeno 14 anni di potere esercitarsi al tiro nei poligoni.

Insomma, mentre le aziende di sorveglianza sono in crisi, gli italiani si armano direttamente, forse con la sola eccezione dei Molisani i cui acquisti, effettuati nelle poche armerie della regione, hanno fatto registrare soltanto un lievissimo incremento.

Perciò, l’unica soddisfazione per i metronotte è derivata dall’avere lucrato la sospirata qualifica di incaricati di pubblico servizio, che – se li pone un gradino al di sopra dei comuni cittadini autorizzati a sparare – comunque continua a ad inquadrarli al di sotto degli agenti di pubblica sicurezza che vantano ben altre funzioni.

Per fortuna, gli Uffici provinciali del lavoro non li considerano più operai generici. Ma, nonostante ciò, lo stipendio si aggira tuttora sui 1.100 euro netti, cui però occorre aggiungere le competenze per le eventuali prestazioni straordinarie.

Ultima nota, quella più dolente: un’indagine a campione del Centro THEMIS ha rivelato:

1. che al 53% dei metronotte non è stata somministrata la formazione adatta (in materia di esercitazioni di tiro) che si consegue previo allenamento al poligono;
2. che il 60% ritiene di svolgere un’attività insoddisfacente, considerando la propria un ripiego;
3. che il 50% l’ha scelta esclusivamente per la necessità di dovere sbarcare il lunario.

Presumibilmente, rimane motivata proprio alla conoscenza dei contenuti espressi dal punto “1”, l’opzione che esercitata da tanti datori di lavoro di dotarsi di un servizio di portierato in uniforme piuttosto che di un servizio armato carente della necessaria professionalità.

LE SCHEDE

Di recente, la Molise Security è stata menzionata dal settimanale economico “Il Mondo” che ha analizzata l’esternalizzazione del servizio Il tuo browser potrebbe non supportare la visualizzazione di questa immagine.dalle banche in direzione delle società. L’iniziativa ha portato l’azienda a gestire oltre la metà e quindi la ricchezza dei caveau italiani. Il direttore dell’Istituto ha annunciate le aperture delle filiali di Termoli e di Isernia, che precedono l’intento di operare – con succursali – pure nelle Marche, in Abruzzo e nel Pugliese. Inoltre, quale ulteriore testimonianza di serietà, l’Istituto ha siglato il contratto integrativo provinciale e nazionale con l’Associazione Italiana di Vigilanza.

Di contro, l’IVRI, un altro gigante italiano, operativo nel campo della vigilanza, ha richiesto la messa in mobilità di venti dipendenti, incardinati nella sede secondaria di Campobasso, a causa dello scemare delle commesse. Tra i motivi addotti, la concorrenza di chi offrirebbe i propri servizi al ribasso dopo che la Corte europea ha inteso di potere annullare le cosiddette tariffe prefettizie di legalità. Cosicché, se già prima, i profitti erano scarsi, adesso la situazione si è aggravata ancora di più. Le OO. SS. settoriali hanno chiesto alla Prefettura di Campobasso di istituire un registro per le guardie particolari giurate (art. 252 bis tulps), così che i lavoratori possano riuscirne maggiormente tutelati.

Sicurezza. Metronotte in crisi ed Italiani in armiultima modifica: 2009-03-07T12:19:00+01:00da sagittario290