I vigilantes al giudice: nessun pestaggio

(25 marzo 2009)

I vigilantes al giudice: nessun pestaggio
Sit in dei colleghi sotto la Procura

Carlo Gulotta

Una telefonata dei Cc scagionerebbe due vigilantes: erano altrove al momento dell´aggressione. Il terzo stava controllando vagoni ferroviari

I tre uomini che al mattino scendono dal furgone della Polizia Penitenziaria, guardati a vista dagli agenti, fino a qualche giorno fa avevano la stessa divisa dei colleghi della Patria venuti a esprimere la loro solidarietà davanti alla Procura. «Ma li trattano come delinquenti – attacca Luigi Menna, delegato Cisl – una cosa che fa male al cuore. La verità è che siamo equiparati alle forze dell´ordine solo quando succede qualche guaio. Non possiamo fare arresti, non possiamo difenderci, non possiamo nemmeno portare i manganelli. E non sapete quante sono le false denunce contro di noi. Qui non ci sono Rambo». C´è pure qualche uomo in divisa, sotto la Procura, dov´è in corso l´interrogatorio dei tre vigilantes agli arresti domiciliari per il presunto pestaggio a due marocchini clandestini avvenuto a Casalecchio la notte del 13 febbraio. E questo, alla Patria proprio non va giù. «Iniziativa impropria – manda a dire l´avvocato dell´istituto, Giovanni Pollicelli – fermo restando il diritto d´espressione e il rispetto dell´attività sindacale, meglio sarebbe stato convocare i giornalisti in un altro luogo, e non sotto la Procura. Un errore presentarsi lì in divisa». I loro colleghi, una dozzina, protestano. «I nostri amici sono stati sospesi, senza nemmeno lo stipendio. E´ come se avessero già subito un processo. Una decisione troppo dura». Dentro, gli avvocati Saverio Stano e Sabrina Di Giampietro, difensori delle guardie ai domiciliari per lesioni e rapina, con l´aggravante della discriminazione razziale, affilano le armi. Chiedono la revoca della misura ed esibiscono una “prova” che potrebbe scagionare i loro assistiti. Agli atti ci sarebbe una telefonata fatta dai Cc attraverso il centralino della Patria a Raffaele Marano e Michele Boccuti la notte del 13 febbraio all´una e trenta. I due a quell´ora dicono di essere a Vado, e dunque lontani dal luogo dell´aggressione. «Dimostreremo la loro estraneità presentando i tabulati». Anche il terzo, Davide Piraino, nega di aver partecipato al pestaggio. Era in quella zona, ma solo per motivi di servizio, documentabili. Il Gip Bruno Giangiacomo si è riservato la decisione, il pm Caleca ha detto no alla revoca degli arresti domiciliari.

I vigilantes al giudice: nessun pestaggioultima modifica: 2009-03-26T11:00:00+01:00da sagittario290