Crisi, licenziamenti a tappeto

(14 marzo 2009)

Crisi, licenziamenti a tappeto

La crisi colpisce in Lombardia i settori più vari, anche quelli tradizionalmente meno esposti. Si va dalle acque minerali alla vigilanza privata, dalla pubblicità alla cartotecnica. E sempre più donne restano senza lavoro.

di Davide Carlucci

2303458.jpgIeri, il gruppo Sanpellegrino ha aperto le procedure di mobilità per 282 lavoratori, tra i quali i 40 della sede di Milano. E i sindacati Uila, Flai e Fai hanno indetto otto ore di sciopero per il 25 marzo.

Ancora più consistente la riduzione per l’Ivri, azienda di vigilanza privata che occupa 1400 persone a Milano e provincia. L’i stituto ha annunciato l’apertura della procedura di mobilità per 278 dipendenti: «Stanno cessando le commesse perché le aziende chiudono — dice Andrea Monti, amministratore delegato — sui cantieri, ad esempio, ormai c’è un blocco totale». I sindacati hanno chiesto al prefetto di convocare quanto prima un incontro. «Non è solo un problema di questi lavoratori — dice Claudio Dossi, segretario milanese della Filcams Cgil — ma più in generale della collettività. Si parla tanto di sicurezza e poi si licenziano 278 persone che operano in questo settore».

Poi ci sono i casi di crisi che diventa cronica. A Paderno Dugnano, per esempio, i 137 lavoratori della Lares (circuiti stampati per l’elettronica) sono da tre mesi senza stipendio. Da martedì saranno in cassa integrazione straordinaria: «Il gruppo Elco — spiegano i sindacalisti della Fiom Cgil — ha espresso il suo interesse ad affittare l’azienda e a rimetterla in attività. È importante che presenti il prima possibile il piano industriale». Senza paga da settimane anche i dipendenti della It Holding, gruppo a cui fa capo il marchio Ferrè. «Ci sarà un’assemblea la prossima settimana e in mancanza di risposte si sciopera», annuncia Giovanni Augurosa della Cgil. Anche alla Metis, agenzia interinale che in Lombardia sta licenziando decine di dipendenti, lunedì è prevista un’assemblea infuocata. La prima nella storia della società.

Soffre il commercio: Renato Borghi, vice presidente regionale di Confcommercio, parla di un saldo di 2500 negozi in meno in Lombardia, su un totale di oltre ottomila aziende del terziario chiuse: «Per fortuna il sistema lombardo è più strutturato che nel resto d’Italia». E poi c’è il «disastro nel settore pubblicità», come lo definisce Roberta Musu, della Uil, che parla di decine di «licenziamenti individuali, un metodo che ci rende difficile attivare gli ammortizzatori sociali». Conferma Giulia Bonelli, Cgil: «Abbiamo chiesto all’Assolombarda di aiutarci a entrare in contatto con queste aziende, poco interessate a dichiarare il loro stato di crisi. Ma in alcuni casi siamo riusciti a salvare posti di lavoro grazie a contratti di solidarietà o alla cassa integrazione in deroga».

La Cisl, invece, sottolinea un altro aspetto che è emerso poco: le tante donne che stanno perdendo il posto di lavoro. «Nelle aziende sotto i 15 dipendenti – spiega Luigi Maffezzoli della Cisl – da novembre sono già state iscritte in 3.405 alle liste di mobilità».

Crisi, licenziamenti a tappetoultima modifica: 2009-03-15T11:15:00+01:00da sagittario290