Una fucilata per intimidire il pentito Marino

venerdì 20 febbraio 2009

Una fucilata per intimidire il pentito Marino

I collaboratori di giustizia ancora nel mirino delle cosche. Dopo Luigi Bonaventura e Domenico Bumbaca anche Vincenzo Marino è stato ‘avvertito’. E dal momento che il diretto interessato non è raggiungibile, così com’era avvenuto con gli altri pentiti il messaggio, chiaro e forte, è stato recapitato ai suoi familiari.

Per la precisione ad uno zio di Marino, un crotonese di 55 anni che di mestiere fa la guardia giurata. Contro la sua Renault Twingo, parcheggiata sotto l’abitazione, nella notte di martedì scorso il messaggero dei clan ha esploso un colpo di arma da fuoco, molto probabilmente un fucile, che ha provocato un grosso foro al lunotto posteriore della vettura.

Un episodio che assume contorni decisamente inquietanti soprattutto alla luce delle precedenti intimidazioni agli altri due collaboratori di giustizia. A Luigi Bonaventura detto ‘gnegnè’ la notte della vigilia di Natale hanno incendiato il locale che possiede sul lungomare, ma con Domenico Bumbaca sono stati anche più spietati. I suoi anziani genitori sono vivi per miracolo, salvati in extremis dai vigili del fuoco che li hanno tirati fuori da una finestra del loro appartamento in fiamme la sera dell’11 gennaio scorso. Quindici giorni più tardi sono tornati alla carica esplodendo sei colpi di pistola contro l’abitazione di una sorella, in contrada Iannello, dove, a quanto pare, avevano trovato rifugio anche i genitori.

Quegli episodi hanno indotto le forze di polizia a intensificare la protezione dei familiari dei collaboratori, ma questo non ha impedito alle cosche di portare avanti ugualmente la loro strategia del terrore.

Vincenzo Marino, 34enne crotonese con precedenti per tentato omicidio, rapina, spaccio di stupefacenti, estorsione, detenzione di armi, è stato affiliato alla cosca Vrenna-Corigliano-Bonaventura; di lui gli altri collaboratori di giustizia parlavano come un fedele esecutore di ordini impartiti dai vertici dell’organizzazione, come colui che aveva compiuto attentati contro esponenti delle forze di polizia, pronto a sparare su elementi di cosche avverse, custode delle armi della cosca, partecipe del traffico di droga e delle estorsioni.

Finché, nel dicembre 2007, ha deciso di collaborare con la giustizia, in particolare con il sostituto procuratore Pierpaolo Bruni, al quale nel suo passato di malavitoso aveva rivolto anche qualche minaccia e al quale ha finito per raccontare molti retroscena sulle vicende criminali del crotonese. Le sue dichiarazioni, incrociate con quelle degli altri collaboratori, sono finite nel processo ‘Tramontana’, ma anche nelle più recenti indagini denominate ‘Eracle’ e ‘Perseus’; e quasi certamente anche in quelle ancora in gestazione.

(d.p.)

Una fucilata per intimidire il pentito Marinoultima modifica: 2009-02-21T11:15:00+01:00da sagittario290