15/02/2009 ANIMALI
Soccorre un gatto, e gli presentano un conto di 378 euro
«Sono amareggiato. Quel che mi è successo è deludente. Pensavo di fare una cosa buona e invece…».
Di mestiere fa la guardia giurata: sempre in strada, specialmente di notte. Durante uno dei soliti giri, arrivato in zona di Noceto, ha intravisto un micione steso in mezzo alla strada, accerchiato da altri gatti. «Pensavo fosse morto, mi sono avvicinato e ho visto che respirava ma stava male, la lingua penzoloni». Era mezzanotte e mezza: la guardia giurata s’attacca al telefonino, un’amica gli consiglia un ambulatorio veterinario di Parma convenzionato con il Comune, aperto anche di notte. «Ho telefonato mi hanno detto: “o lo porta qui lei o si manda qualcuno del Comune a recuperarlo”. Ho risposto che facevo prima io: l’ho caricato in macchina, ho messo le quattro frecce e mi sono precipitato nell’ambulatorio». Il veterinario di turno prende in cura il gatto, l’addetto alla vigilanza si congeda e torna al suo lavoro. «Il mattino dopo, però, sono ritornato per sapere come stava il gatto. Mi hanno spiegato che la situazione era grave, l’avevano messo sotto flebo. Forse aveva un tumore, ma dovevano fare altri accertamenti per scoprirlo. Parlavano di un trasferimento a Cremona, “ma è probabile che muoia comunque”».
A quel punto gli hanno presentato la parcella: 378 euro. Lui c’è rimasto di stucco, ha chiesto spiegazioni. «Mi hanno detto che avevano interpellato il Comune ma quelle spese non le copre (“se il signore l’ha portato lì è come se fosse suo”), quindi dovevo pagare io». Cosa che la guardia giurata ha fatto, con l’amaro in bocca. Anche perché gli è pure toccato prendere la decisione estrema: «E cioé se far fare altri accertamenti, tutti a mie spese, oppure firmare per l’abbattimento». A malincuore, ha firmato. «Fanno tante campagne a tutela degli animali, ma se questa è la ricompensa…».