Nomadi, firmato il regolamento per i campi attrezzati

(18 febbraio 2009)

Nomadi, firmato il regolamento
per i campi attrezzati

I campi saranno “recitanti per evitare intrusioni” e “la vigilanza interna sarà assicurata da un presidio”

di Giovanna Vitale

2067244.jpgCampi rom recintati e presidiati h24 da vigili urbani o guardie giurate, con l´aggiunta di telecamere e pattugliamenti delle forze dell´ordine all´esterno; tesserino corredato di fotografia e dati anagrafici da distribuire ai “residenti” che lo dovranno esibire all´ingresso; obbligo di rispettare precise norme di condotta che saranno stabilite dai comuni in un disciplinare interno. «Una sorta di regolamento di condomino dove ciascuna amministrazione potrà stabilire orari e doveri da rispettare», sorride il prefetto Giuseppe Pecoraro presentando la nuova disciplina dei “villaggi attrezzati per la comunità nomadi” firmata ieri e in vigore già da oggi su tutto il territorio laziale. Ventitrè i milioni stanziati per attuarla, 10 dei quali erogati dal governo.

«Il regolamento è frutto di un intenso lavoro di squadra», spiega Pecoraro nella sua veste di commissario delegato all´emergenza rom: «Nessuno pensava che dopo un mese e mezzo si sarebbe arrivato a un documento condiviso», sottolinea riconoscendo gli sforzi degli assessori alle Politiche sociali di Comune, Provincia e Regione che, con le loro osservazioni, dopo quattro stesure, si sono infine trovati d´accordo sul testo definitivo. Versione che però non ha convinto la rappresentante del Campidoglio, che ne ha invece rivendicato la paternità, sfiorando l´incidente diplomatico con l´inquilino di Palazzo Valentini: «Ringrazio il prefetto per aver accettato l´impianto proposto dall´amministrazione comunale, al quale in perfetta autonomia ha poi apposto piccole modifiche», ha precisato Sveva Belviso. Subito rintuzzata dai colleghi: «Io non ho mai visto nessuna bozza del Comune, abbiamo sempre lavorato sugli atti inviati dal commissario di governo, con tanto di carta intestata», replica l´assessore provinciale Claudio Cecchini: «Il prefetto, pur avendo i poteri per agire da solo, ha voluto coinvolgere gli enti locali. E noi, partendo da posizioni diverse, siamo riusciti ad arrivare a una sintesi condivisa».

Non una semplice scaramuccia: in ballo c´è la filosofia stessa del regolamento appena varato. Il modo di intendere la riorganizzazione dei campi nomadi, che «saranno gestiti come dei camping: anche lì, per entrare, c´è bisogno di farsi identificare attraverso un tesserino e occorre rispettare delle regole di comportamento» incalza Cecchini. «I villaggi attrezzati devono diventare luoghi che offrono opportunità di inserimento, non aree di segregazione». Concetto ribadito anche dall´assessore regionale Daniele Fichera: «Vogliamo contemperare due esigenze: garantire la sicurezza del territorio e condizioni dignitose per chi risiede nei campi».

Avranno diritto all´ammissione gli extracomunitari con permesso di soggiorno, italiani e comunitari con carta d´identità e – in ogni caso – tutti quelli in grado di dimostrare la permanenza in Italia da almeno dieci anni. Ad ogni nucleo familiare sarà assegnata una struttura abitativa o una piazzola dove parcheggiare la roulotte, oltre all´utilizzo di spazi e servizi comuni: in cambio, occorrerà pagare i relativi canoni di locazione e le utenze per luce, acqua e gas, oltre alla tariffa sui rifiuti. Saranno esentate solo le famiglie svantaggiate, esclusivamente per tre mesi salvo proroga però: poi, evadere le bollette, costituirà “giusta causa” per la revoca dell´autorizzazione ad abitare nel campo.

Rilasciata dal Dipartimento capitolino alle Politiche sociali, avrà una validità di due anni, prolungabile per altri due solo in casi eccezionali perché «l´assistenza non può diventare permanente», scandisce Pecoraro. «Il regolamento mira a superare l´emergenza nomadi, questi villaggi servono per iniziare un percorso di avviamento al lavoro, di scolarizzazione e vaccinazione dei bambini, sono un obiettivo temporaneo, un passaggio che consenta a queste persone un futuro normale». La gestione sarà a carico dei comuni che cureranno anche le iniziative tese all´integrazione. Per favorire la quale sarà istituito, in ciascuna realtà, un comitato di rappresentanza degli abitanti.

Ma quanti saranno, complessivamente, i campi attrezzati a Roma? Il prefetto non si sbilancia. «All´inizio si cercherà di utilizzare al massimo i sette campi autorizzati già esistenti» dice, «poi quelli abusivi che possono essere messi a norma», e solo alla fine si passerà all´esame di «nuove aree, che decideremo insieme. Ma conto molto sulla possibilità che altri comuni possano accogliere dei nuclei familiari». Un punto sul quale però l´assessore Cecchini è perentorio: «Nei comuni della Provincia non ci sono aree e condizioni per creare campi nomadi».

Nomadi, firmato il regolamento per i campi attrezzatiultima modifica: 2009-02-19T11:30:00+01:00da sagittario290