Guardia Giurata. Sempre in prima linea

mercoledì 11 febbraio

Guardia Giurata. Sempre in prima linea

AUTORE DEL L’ARTICOLO: ASIMOV

arton3684-b6d63.jpgVivo e lavoro in una città che viene ritenuta tranquilla ma che tranquillità non è.

La tranquillità, la vivibilità, è dovuta in parte anche a me, a noi che svolgiamo un lavoro che per la gente può sembrare normale ma che normale non è.

Passo delle ore a passeggiare davanti ad una banca al freddo gelido dell’inverno o al caldo torrido dell’estate.

Porto addosso una divisa che spesso è inadeguata al clima ed un giubbotto che ti dovrebbe salvare la vita se ti sparassero.

Attaccato ai fianchi c’ho più di due chili tra radio e pistola ed accessori vari, gli anfibi che d’estate ti cuociono piedi e d’inverno te li fanno gelare.

Sorrido o scambio qualche cortese saluto coi passanti, sembro sereno e tranquillo, ma dentro vivo la tensione tutti i giorni.

Scruto la gente ed i loro movimenti, controllo le auto che passano e le persone dentro la banca, in una continua estenuante attesa della “rapina”.

La “rapina”, quella che quando ne parli con i colleghi ci scherzi anche su, ma che invece è possibile che ti succeda, come è successo a tanti colleghi nella storia della vigilanza.

E resti li a fare da bersaglio perchè lo sai che se ci provassero, il primo ad essere sparato saresti tu.

Ma lo accetti perchè anche questo fa parte del tuo lavoro.

Tu devi difendere la gente…

II giorno dopo parti presto alla guida di un blindato, oppure seduto dietro a fare da scorta.

Sai che rischi ogni minuto di questo viaggio, e cerchi di non pensare a tutti quelli che come te sono partiti su di un blindato e non sono mai tornati, uccisi da criminali senza scrupoli che per rubare il danaro uccidono senza pietà.

Allora cerchi di fare il duro, e quando scendi per un prelievo o una consegna, tieni in pugno la pistola, scrutando la gente, cercando un movimento, un comportamento anomalo, pronto ad uccidere per non essere ucciso.

Oggi sono al centro commerciale, non a fare shopping ma per vigilare.
L’ambiente è bello tranquillo, musica sottofondo gente intenta a far spese, commesse carine…

Dietro però c’è la tua attenzione la tua preoccupazione perché ci sono una trentina di negozi, tre gioiellerie, un supermercato da trenta casse ed una banca.

Un piccolo paese concentrato in un’unica struttura, e la sua tutela la sua sicurezza è affidata a te.

Come in tutti i paesi, naturalmente, non mancano i ladri, gli ubriachi, i tossici, i nevrotici ed i matti.

Naturalmente i tuoi interventi devono essere sempre fatti per controllare e risolvere le situazioni a rischio in modo da tutelare la sicurezza della gente.

Vi garantisco che quando sei in mezzo a duemila persone è molto difficile.

Devi mantenere la massima calma e dimostrare la massima sicurezza, e quando tutto è finito ti siedi un attimo, e ti tremano le mani.

Senza contare le minacce e gli insulti da quelli che cogli in flagrante e fai portare via dalla polizia.

Adesso è notte sono solo, come sempre.

Pattuglio la mia zona di città con la macchina di servizio.

Entro ed esco da solo, dalle proprietà che devo vigilare, una tranquilla routine, ma poi all’improvviso dalla radio arriva la chiamata, ”allarme palazzo …”

Si tratta di un esposizione d’arte, l’operatore della centrale ci dice di andarci piano perché potrebbero esserci dentro.

Arrivo sul posto e ci trovo già il collega che mi fa d’appoggio.

Entriamo ma la sirena dell’allarme ci urla nelle orecchie perché c’è un problema tecnico e non si riesce a disinserire.


Riusciamo a capire dagli strumenti che il settore in allarme si trova nei sotterranei e, naturalmente, mentre scendiamo gli scalini le luci non si accendono, sono in avaria anche quelle.

Torcia nella mano sinistra e pistola in quella destra ci muoviamo in quei cunicoli cercando di coprirci a vicenda; l’adrenalina, insieme al rumore ti rompono i timpani.

Siamo quasi arrivati nel punto in allarme, si tratta d’una stanzetta ceca che fa anche da piccolo magazzino, il luogo adatto per fare un buco.

La porta è socchiusa e da essa filtra una lama di luce che ci sfascia le retine.

Quasi in sincronia perfetta, senza farci neanche un segno, io e il collega spegniamo le torce per non farci vedere.

Ci avviciniamo mi affaccio appena appena alla soglia, pronto a schivare un’eventuale legnata in testa e noto lo scaffale semi crollato sotto il peso delle cianfrusaglie.

Faccio segno al collega che capisce il falso allarme.

Finiamo d’ispezionare l’area ed usciamo avvisando la centrale del fatto.

L’adrenalina inizia a defluire il battito si regolarizza, mentre si parla e si fa una battuta con il collega per stemperare la tensione, e poi via si riprende il giro.

Ma la radio si rifà sentire, stavolta è un ubriaco, c’è da tenerlo controllato fino all’arrivo della polizia che ha le auto impegnate in altri interventi.

Questo è il nostro lavoro un lavoro male retribuito, dove oltre che rischiare la vita rischi a livello legale, perché la tua qualifica è quasi uguale ad un semplice cittadino, ma che vieni spesso coinvolto in situazioni di ordine pubblico.

Però continuo a fare la Guardia Particolare Giurata e continuerò meglio che posso, perché servirà a mantenere la mia città una città tranquilla.

Guardia Giurata. Sempre in prima lineaultima modifica: 2009-02-12T12:00:00+01:00da sagittario290