Forte Belvedere, due avvisi di garanzia

LA SVOLTA

15 gennaio 2009

Forte Belvedere, due avvisi di garanzia
per il tragico salto di Veronica

Indagati dipendenti della cooperativa che gestiva gli spazi Luce insufficiente e pochi vigilantes nella notte in cui la ragazza cadde dagli spalti 

forte--190x130.jpgÈ arrivato a un primo punto fermo l’inchiesta sul Forte Belvedere. La Procura ha inviato nei giorni scorsi due avvisi di garanzia per la morte di Veronica Locatelli, la donna di 37 anni precipitata dai bastioni il 16 luglio scorso. Si tratta di due rappresentanti della cooperativa Archeologia, la società che aveva avuto in gestione dal Comune la struttura per il periodo estivo. I due indagati, entrambi assistiti dall’avvocato Neri Pinucci, saranno interrogati in questi giorni. Poi, alla luce di quanto emergerà, il pm Concetta Gintoli potrebbe decidere di alzare il tiro, iscrivendo anche altre persone nel registro degli indagati.

SCARSA ILLUMINAZIONE – Le indagini sulla morte di Veronica hanno accertato in primo luogo che quella sera al Forte c’era scarsa illuminazione. Il faro grande che illumina la facciata era stato spento per permettere la proiezione delle diapositive all’inaugurazione della mostra del fotografo americano Lachapelle. Quel faro, secondo il piano di sicurezza, doveva invece rimanere sempre acceso. La cooperativa Archeologia si è sempre difesa sostenendo che nessuno dei dipendenti aveva toccato le luci — e, a quanto pare, i due indagati non avrebbero alcuna responsabilità in merito a questo punto — e gli organizzatori della mostra hanno detto che nessuno aveva chiesto di spegnere le luci. Le uniche luci accese, hanno raccontato i testimoni di quella tragedia, erano quelle del camminamento, piccoli faretti da 18 watt ciascuno che servono solo a tracciare la strada ma non certo a illuminare la zona. La Silfi, la società che gestisce l’illuminazione pubblica, aveva installato sei fari per garantire l’illuminazione della struttura. Si tratta di luci crepuscolari che si accendono gradualmente mentre la luce del sole cala.

PIANO DI SICUREZZA INSUFFICIENTE – Ma il piano di sicurezza presentava altre falle, secondo gli investigatori, a partire dalla presenza dei vigilantes. Insufficiente il numero delle persone addette alla sicurezza in relazione all’alto numero di presenti. Quella sera al Forte i due eventi in concomitanza — mostra e concerto jazz — avevano richiamato un migliaio di persone. Nel piano presentato dalla cooperativa Archeologia era stata avanzata una richiesta di agibilità solo per 150 persone. E i vigilantes previsti — erano solo in otto — si trovarono a gestire un afflusso superiore alle aspettative. Inoltre, Dalle indagini è emerso che il vigilante preposto a controllare la zona vicino al punto in cui Veronica è caduta si era allontanato perché alle prese con un giovane che aveva bevuto troppo. Non distante dal punto in cui è precipitata Veronica, nel settembre 2006 era morto uno studente romano, Luca Raso, 20 anni.

INDAGINI RIAPERTE A OTTOBRE – Le indagini sulla sua morte sono state riaperte lo scorso ottobre dal gip Rosario Lupo, il quale ha chiesto esplicitamente che vengano accertate le responsabilità del Comune, che all’epoca aveva dato la struttura in concessione all’associazione culturale «Teatro Puccini». Le indagini avevano individuato lui come unico responsabile per non aver adottato misure idonee a rendere le aree sufficientemente illuminate. Il pm Concetta Gintoli, presente all’udienza davanti al gip, aveva convinto il giudice che qualcosa di più si poteva fare. Il prossimo due febbraio ci sarà l’udienza preliminare. E gli atti che riguardano la morte di Veronica, come ha chiesto il giudice, verranno acquisiti dal giudice.

Antonella Mollica

Forte Belvedere, due avvisi di garanziaultima modifica: 2009-01-16T11:00:00+01:00da sagittario290