Usa,in tempo di crisi ricchi e poveri in coda al banco dei pegni

lunedì, 15 dicembre 2008 12.40 

Usa,in tempo di crisi ricchi e poveri in coda al banco dei pegni

di Sue Zeidler ed Tim Gaynor 

BEVERLY HILLS/PHOENIX (Reuters) – Che sia un diamante di Tiffany o un tagliaerba comprato tre anni addietro, sempre più americani di tutte le classi sociali danno in pegno i loro beni per arrivare alla fine del mese.

Sono affari d’oro per i proprietari di banchi dei pegni in tutto il paese, anche a Beverly Hills, la mecca del lusso e dello shopping.

“Le banche non danno denaro e così la gente viene qui a fare piccoli prestiti dando in garanzia diamanti, orologi e altri gioielli”, dice Jordan Tabach-Bank, AD di Beverly Loan, che si definisce “l’uomo dei pegni delle star”.

“Vedo arrivare una buona parte di attori, scrittori, produttori e registi”, dice, notando al tempo stesso che sono aumentate le visite di dirigenti e imprenditori che fanno fatica a star dietro ai pagamenti.

“Facciamo ancora prestiti al bel mondo di Beverly Hills per le operazioni di chirurgia plastica, ma non abbiamo mai visto prima d’ora tanta gente bisognosa di denaro per finanziare la propria impresa”.

Nei suoi 70 anni di business, Beverly Loans, che chiede il 4% di interesse mensile, non ha mai prestato così tanto denaro come in questi mesi.

“Siamo molto più abbordabili che le banche”, aggiunge il capo dal suo ufficio al terzo piano del palazzo della Bank of America, vicino al Rodeo Drive. Un vigilantes armato presidia la reception, dove si depositano nei cofanetti le gemme date in pegno.

Un’aria decisamente meno glamour si respira al Mo Money Pawn, nel centro dimesso di Phoenix, in Arizona, dove l’imprenditore edile Robert Lane sta aspettando l’apertura del negozio per dare in pegno un tavolo che dice di avere comprato per 900 dollari.

“Lo faccio per andare avanti e pagare alcune fatture”, dice fuori dal negozio, da dove spera di uscire con 300 dollari in tasca.

Sono 15.000 i banchi dei pegni disseminati negli Stati Uniti. Anche se nessuno tiene le statistiche del settore, i proprietari sono soddisfatti della congiuntura.

“Gli affari vanno bene”, dice Eric Baker, proprietario di Mo Money. Il negozio, che fa prestiti in cambio di qualsiasi tipo di garanzia, dalle auto alle pistole, dai tagliaerba ai gioielli, registra un aumento dei clienti pari al 20% rispetto ad un anno fa.

“Vedi arrivare roba più grossa e persone che probabilmente non avresti mai visto qui in un altro periodo”.

Tra i nuovi clienti ci sono imprenditori come Lane, immobiliaristi a corto di liquidi e intermediari finanziari.

“Arrivano con i gommoni, i gemelli, le Harleys… i giocattoli che stavano da anni nel garage”, racconta Baker, seduto nel suo ufficio nel retro del negozio, dove i commessi portano la pistola alla cintola.

Ma gli uomini del banco dei pegni dicono anche che sta diventando difficile gestire la mercanzia e che l’invenduto aumenta.

Usa,in tempo di crisi ricchi e poveri in coda al banco dei pegniultima modifica: 2008-12-16T16:08:29+01:00da sagittario290