Miele all’eroina: il mercato dello sballo non conosce crisi

Mercoledì 10 Dicembre 2008

Miele all’eroina: il mercato dello sballo non conosce crisi

cristina bassi

482f4f3dc654a_zoom.jpgDroghe ancora poco conosciute, potenti e costose. Canali di traffico e di riciclaggio del denaro sporco originali e insospettabili. A Milano la piazza dello spaccio non risente di alcuna crisi. Anzi, si arricchisce di continuo. Polizia e carabinieri scoprono ogni giorno nuovi “giri” e organizzazioni. Gli agenti del commissariato Città Studi hanno arrestato un cittadino cileno di 51 anni per detenzione e spaccio di droga. Da tempo gestiva un commercio sicuro e redditizio ma nell’ombra, la polizia si è insospettita solo quando ha cominciato a sfoggiare orologi di lusso e ha comprato la casa in cui abitava.

Giacca, cravatta e valigetta 24 ore, Pedro Manuel C. M. ogni mattina usciva puntuale alla 8 per andare al lavoro e rientrava alle 18.30. In tasca i biglietti da visita di “Traduttore e interprete tecnico scientifico legale” e da una decina d’anni il permesso di soggiorno regolare. Solo che Pedro non andava in uffcio, come credevano sua moglie e i suoi vicini, ma consegnava a domicilio la droga che teneva nascosta negli slip. I clienti erano tutti facoltosi, sparsi tra il centro e le zone di Città Studi, Lambrate, Monforte e Garibaldi. Il volume d’affari? Basti pensare che l’uomo aveva cinque cellulari e otto sim card zeppe di numeri di telefono e che guadagnava fino a 6-7 mila euro al giorno.

La merce di Pedro era tra le più rare, venduta a 200 euro il grammo a una fascia alta di clientela. Si trattava di eroina thailandese, detta anche “eroina bianca”, una sostanza più pura della classica eroina “brown sugar”, oltre che ancora poco diffusa in Italia e difficile da trovare. Dà assefuazione fin dalla prima dose e si può fumare, iniettare (non in vena ma intramuscolo, in gergo: “buco pulito”) e anche inalare. Gli effetti sono quelli di un “narcotico euforizzante”, cioè a metà tra gli oppiacei e le cocaina. Una droga da ricchi insomma, potente e facile da assumere.

I carabinieri della compagnia Porta Magenta invece tenevano sotto controllo da quasi due anni un’organizzazione di albanesi e italiani che importava in Italia 15 chili a settimana di eroina afghana, poi rivenduta all’ingrosso a esponenti della ‘ndrangheta e della camorra in trasferta a Milano. Le indagini, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia, si sono conlcuse con 38 arresti (tra Milano, Mantova, Treviso, Vicenza, Cuneo, Forlì, Roma, Potenza e Palermo) per associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, riciclaggio, sfruttamento della prostituzione e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

La droga arrivava in Italia dall’Albania nascosta nel miele e nella cera d’api, prodotti in patria dagli stessi capi del gruppo criminale. Il denaro ricavato dal traffico veniva reinvestito, oltre che in un vasto giro di prostituzione, in quella che era diventata l’attività lecita principale dell’organizzazione: gli istituti di vigilanza privata. I capi albanesi avevano creato tre società, intestate ai complici italiani e con sede a Milano e nell’hinterland, con oltre cento dipendenti: la New planet investigation, la Pbs e la Società cooperativa s.p.e. Sono tutte state sequestrate. Tra i vari appalti che si erano aggiudicati ci sono quelli per la sicurezza del centro commerciale Vulcano di Sesto San Giovanni e del parco “Aquatica” di Milano. La gara per la sorveglianza del Palazzo di giustizia di Milano invece era andata male per i bodyguard-trafficanti.

Miele all’eroina: il mercato dello sballo non conosce crisiultima modifica: 2008-12-11T10:54:00+01:00da sagittario290