Sorpasso fatale: due morti nello scontro

(07 ottobre 2008)

STRAGE SULLA SASSARI-TEMPIO. Speranza Virdis ha tentato di superare mentre arrivava un furgone blindato: l’urto terribile ha ucciso entrambi i guidatori

Sorpasso fatale: due morti nello scontro 

Gianni Bazzoni 

La dottoressa sassarese ha rischiato perché non voleva arrivare in ritardo al lavoro. Grave in rianimazione il secondo vigilante
Un testimone: «Volavano pezzi dappertutto»

SASSARI. Chi va al lavoro e chi torna, due mondi che si sono incrociati e sfiorati chissà quante volte su quella strada dei pendolari. Ieri alle 13.15, sulla statale 672, la Sassari-Tempio, quattro chilometri dopo il bivio per Ploaghe, in un rettilineo senza pericoli apparenti, la tragedia. Lo scontro terrificante tra una Opel Zafira nera e un furgone blindato dell’istituto di vigilanza Executive lascia sull’asfalto due morti: una madre e un padre. Speranza Virdis, 43 anni, medico del 118 in servizio alla postazione di Tempio, e Pietro Luigi Solinas, 50 anni, vigilante di Ploaghe.

Ferito in maniera grave anche un altro vigilante, Giovanni Raffatellu, 48 anni di Tissi, inseparabile compagno di viaggio di Pietro Luigi Solinas, trasportato a Sassari con l’elicottero dei vigili del fuoco (atterrato allo stadio «Vanni Sanna» perchè la concessione per l’area della caserma Gonzaga annunciata dalla Asl è durata appena un giorno). I medici hanno disposto il ricovero in rianimazione, la prognosi è riservata.

L’allarme scatta con una telefonata alla centrale operativa del 113. La fa Paolo Tusacciu, 39 anni, geologo di Calangianus che abita a Tempio. E’ ancora sotto choc quando parla con l’operatore: «Venite subito, ci sono morti e feriti. E’ un incidente stradale terribile, dopo il bivio per Ploaghe».

L’uomo è alla guida della sua Citroen C3 nocciola e sta tornando a Tempio, davanti ai suoi occhi si è appena materializzata una scena che non avrebbe mai voluto vedere: «C’era una colonna di auto, un po’ di traffico, a volte succede in quel tratto di strada». In fila c’è anche Speranza Virdis, medico del 118 che alle 14 deve essere a Tempio per prendere servizio come tante altre volte. Pensa che quel serpentone di veicoli può creare qualche problema sulla tabella di marcia e farla arrivare in ritardo al lavoro, un fastidio che lei – sempre così puntuale – vorrebbe evitare. Prova a spuntare dalla colonna almeno un paio di volte, ma dall’altra parte c’è sempre qualche altra auto che arriva veloce e vanifica l’avanzamento. «A un certo punto l’ho vista uscire proprio fuori – racconta ancora confuso Paolo Tusacciu – ma è durato pochissimo. Una sterzata brusca ed è tornata verso la corsia, forse perchè dall’altra parte arrivava il furgone portavalori della Executive, e lei pensava di non farcela a completare il sorpasso». Lo spostamento improvviso fa «slittare» la monovolume che compie una giravolta, la donna non la controlla più, finisce contro la Citroen C3 (e la colpisce sul lato sinistro), quindi sbanda ancora e si colloca sulla corsia di marcia opposta sulla quale arriva il mezzo con i due vigilanti a bordo. L’impatto è devastante: «Ho sentito un botto alle mie spalle – dice scuotendo il capo il geologo di Calangianus – volavano pezzi dappertutto. Mi sono fermato più avanti e ho dato all’allarme».

Sul posto arrivano gli agenti della polizia stradale di Sassari e Ozieri, c’è anche il comandante provinciale Raffaele Angioni che coordina le operazioni. I vigili del fuoco fanno intervenire due squadre e l’elicottero, la centrale operativa del 118 invia due ambulanze e la medicalizzata. Scene da incubo per i primi soccorritori, sembra una zona di guerra appena bombardata. Ci sono pezzi di parti meccaniche sparsi nel raggio di duecento metri, il furgone della Executive è rovesciato sul lato destro (direzione Sassari), dentro ci sono i due vigilantes, solo uno si lamenta. Più avanti di una ventina di metri la Opel Zafira, la parte anteriore non c’è più, spazzata via dallo scontro violento con il portavalori. Comincia la fase delicata dei soccorsi: per Pietro Luigi Solinas non c’è più niente da fare, mentre Giovanni Raffatellu respira ancora. Viene estratto a fatica, intubato e seguito dal medico del 118 fino al trasferimento sull’elicottero dei vigili del fuoco che atterra proprio in mezzo alla strada bloccata ormai nei due sensi grazie anche alla collaborazione dei carabinieri. Ed è un colpo al cuore per il medico del 118, anche lei una donna, quando si avvicina al posto di guida della Zafira e cerca di assistere la conducente, una signora dai capelli castani proiettata verso la parte posteriore dall’airbag e dalle lamiere deformate. Bastano pochi attimi per capire, per rendersi conto che si tratta di Speranza Virdis, una sua collega. Ci prova il medico, spera nel miracolo, ma si arrende e scoppia in lacrime quando capisce che purtroppo non c’è più niente da fare. L’elicottero si alza in volo e porta via Giovanni Raffatellu, i corpi senza vita del medico e del vigilante vengono coperti con due lenzuola bianche. Tutt’intorno, una situazione irreale. Per terra quattro valigiette blindate piene di soldi (erano stati ritirati a Tempio da un istituto di credito) con l’allarme che continua a suonare e sembra una triste sinfonia, un giubbotto antiproiettile. Oltre il guardrail il motore della Zafira, «sparato» via come un proiettile. L’asfalto è seminato di oggetti che sono ricordi: un ombrellone rosso, due spiaggine, scarpine con il fondo in gomma per camminare sugli scogli, una tavola da minisurf per bambini, qualche cd e un pallone da beach-volley che resta incredibilmente fermo sul ciglio della strada, come se qualcuno ce l’avesse messo appositamente. Simboli di una estate felice non ancora archiviata. Dal sedile della Zafira nera sbuca anche una macchinetta, un giocattolo che «abita» nell’auto di mamma e che mette tutti di fronte al dramma dei due figlioletti di 8 e 11 anni che non vedranno più la madre tornare a casa dopo il turno di lavoro. Oltre il nastro bianco e rosso arrivano uno dopo l’altro i colleghi di Speranza Virdis da Sassari e Tempio, c’è anche Piero Delogu, responsabile del 118. I vigilantes dell’Executive si avvicinano al furgone rovesciato, due vanno a sedersi sul guardrail, uno scuote la testa e piange: «Non è giusto, non si può morire così».

Non è giusto, è la frase che ricorre più spesso. Anche quando arriva Mauro, il marito di Speranza Virdis accompagnato da alcuni amici e parenti. Abbracci e lacrime, incredulità e disperazione. Si ferma dietro il camion dei vigili del fuoco, la Zafira da lì non si vede. Poi muove pochi passi, lo tiene sottobraccio Piero Delogu. Va verso l’auto della moglie, si ferma impotente a pochi metri. Era stato lui a rispondere ai colleghi della moglie per dire che Speranza era uscita regolarmente per andare al lavoro, che era strano che non fosse ancora arrivata. La stranezza di una tragedia che si porta via una mamma e un papà (Pietro Luigi Solinas lascia tre figli), due lavoratori abituati a viaggiare sulla strada, a fare i conti con i tempi e con le emergenze, a rischiare la vita per salvare quella degli altri. Sono morti a pochi metri di distanza uno dall’altro. E sono morti sul lavoro, croci sulle strade come nei cantieri.

Sorpasso fatale: due morti nello scontroultima modifica: 2008-10-08T11:12:00+02:00da sagittario290