Racket funerali, il gip: «Il fenomeno ha una diffusione generalizzata»

OPERAZIONE CARONTE 

Racket funerali, il gip: «Il fenomeno ha una diffusione generalizzata»

1884572036.jpgMILANO 16/10/2008 – Sono tre le ordinanze di custodia cautelare con cui il giudice per le indagini preliminari Giuseppe Vanore ha disposto l’arresto di 41 persone per una sistematica attività di corruzione legata al racket del caro estinto. Questo perché l’indagine è partita da un esposto su quanto accadeva all’ospedale Niguarda risalente al marzo 2003 e poi si è allargata ai vari ospedali della città inducendo oggi il gip a scrivere che è emersa “una diffusione dell’increscioso fenomeno praticamente generalizzata”.

Secondo Vanore, “in sostanza la quasi totalità dei contratti di fornitura di servizi funebri per decessi che comportano il coinvolgimento delle camere mortuarie degli ospedali di Milano si concludono attraverso segnalazioni che i compiacenti infermieri rivolgono agli operatori delle imprese di pompe funebri, dietro corrispettivo di un compenso cospicuo, se rapportato alle retribuzioni percepite, consentendo così ad alcune delle imprese operanti nel settore di spartirsi il mercato conseguendo ingenti guadagni.

Nell’esposto depositato in Comune nel marzo 2003 l’onesto titolare di un’impresa di pompe funebri lamentava “che i titolari di talune imprese concorrenti, stazionando costantemente presso la camera mortuaria dell’ospedale Niguarda e agevolati da compiacenti infermieri, si accaparravano i servizi funebri ricevendo gli incarichi dai congiunti del deceduto”, si legge nella ricostruzione degli investigatori. Le indagini condotte inizialmente dalla Polizia locale hanno fatto emergere elementi che corroboravano la tesi dell’esposto. Il responsabile della sicurezza dell’ospedale e il primario anatomopatologo, sentiti come testimoni, hanno confermato quando sospettato. E vano si era rivelato il tentativo dell’amministrazione di assumere tra il 2002 e il 2003 una guardia giurata per evitare i ricorrenti episodi di adescamento dei familiari presso la camera mortuaria.

Difatti, scrive il gip “l’incresciosa pratica nel 2006 era ancora in voga e la situazione si era addirittura aggravata”. E dallo sviluppo dell’inchiesta è emerso che a tutt’oggi al Niguarda sarebbero sette gli infermieri che avvantaggerebbero secondo una turnazione rigorosamente definita le imprese I. P. F. Fusetti sas, la San Giuseppe e le sue controllate, la Pompe Funebri Selmi srl e la Madonnina dei fratelli Gammone snc. Già, perché secondo gli investigatori si era creato un meccanismo per cui le varie imprese si erano suddivise gli ospedali in cui operare, spazzando via la concorrenza. Per esempio, la San Siro American Funeral, il Gruppo Varesina Sofam e le loro controllate si accaparravano i servizi del San Paolo con la complicità di quattro infermieri, nonché insieme alla Onoranze Funebri Padre Pio di Domenico Gentile e il coinvolgimento di altri quattro infermieri quelli del San Carlo.

Racket funerali, il gip: «Il fenomeno ha una diffusione generalizzata»ultima modifica: 2008-10-17T15:38:00+02:00da sagittario290