Ogni giorno 14 reati contro i commercianti

Edizione Nazionale

Mercoledi’ 15 Ottobre 2008

Uno studio della Confesercenti dimostra l’aumento della tendenza alla difesa “fai-da-te”: quelli con il porto d’armi sono già diecimila

Ogni giorno 14 reati contro i commercianti

In Veneto oltre duemila denunce nei primi sei mesi di quest’anno. A Padova il 18 per cento dei negozianti vuole armarsi

In sei mesi hanno denunciato 2.300 reati: la categoria dei commercianti in Veneto è da sempre nel mirino della criminalità. Una media di quasi 14 “colpi” al giorno, del resto, è naturale che crei allarme.

«Sono tanti, troppi» concordano senza eccezioni i responsabili delle due più grandi associazioni regionali, l’Ascom e la Confesercenti, ma anche i vari responsabili delle categorie più colpite e di quelle più a rischio: in primis pubblici esercizi, gioiellieri, tabaccai e banche.

Proprio la Confesercenti ha reso noti ieri a Padova i risultati di uno studio sulla sicurezza realizzato dall’Osservatorio Economico che dimostra, numeri alla mano, l’aumento di commercianti che chiedono e che vorrebbero avere (non sempre la richiesta va a buon fine, anzi!) il porto d’armi per difesa personale. Ma è la stessa Confesercenti veneta a segnalare come la parte più importante dell’indagine è quella che attesta come, a fronte di una diminuzione complessiva del numero di furti, scippi e rapine, «cresca comunque la paura da parte dei commercianti, che infatti continuano a cercare pericolosi sistemi di auto-difesa».

In particolare nel corso degli ultimi tre anni è cresciuta la percentuale dei titolari di licenze commerciali che possiedono un’arma (ma solo dell’uno per cento) mentre è salito in modo esponenziale il numero di coloro che vorrebbero acquistarla: ben il 18% degli intervistati che è praticamente il doppio della quota registrata lo scorso anno (10%).

Nel Padovano il problema è particolarmente sentito per i numerosi episodi avvenuti negli ultimi tempi fra il capoluogo e il Piovese, ma anche altre province sono sulla stessa lunghezza d’onda.

A Treviso, ad esempio, l’Unascom ha proposto già lo scorso anno un vero e proprio pacchetto sicurezza ai suoi 9 mila associati. Il presidente Renato Salvadori spiega che «in questo modo si affronta il problema in maniera partecipata, con una interazione proficua tra pubblico e privato». L’iniziativa-pilota, unica nel suo genere, ha messo insieme Provincia, Confcommercio, assicurazioni, vigilanza privata e una banca. «Abbiamo garantito gratuitamente una copertura assicurativa per il rimborso dei danni agli associati vittime di furti, spaccate e rapine oltre a servizi di vigilantes a prezzi speciali, così come convenzioni per sistemi antifurto, videosorveglianza e simili».

Questi ultimi sono anche i preferiti dei commercianti di Mestre e Vicenza come affermano il veneziano Doriano Calzavara (Ascom) e il vicentino Onorio Zen (Artigiani Orafi): «Armarsi ci sembra francamente eccessivo e noi lo sconsigliamo ai colleghi». «Ci sarà sempre qualcuno che spara meglio di noi – concorda il trevigiano Franco Zoppè (Federazione pubblici esercizi) – anche perchè quei delinquenti lo fanno di mestiere, la nostra professione invece è un’altra e il rischio non vale certo la candela».

Commercianti preoccupati anche a Verona e orientati verso i sistemi di prevenzione: «Il problema esiste, siamo veramente in trincea – osserva Fernando Morando, presidente veronese e della Confcommercio regionale – ma piuttosto che pensare alle armi, i negozianti hanno seguito un progetto della Camera di Commercio che prevede l’installazione di un sistema d’allarme collegato in tempo reale con la Questura. E mi risulta che ce l’abbiano in molti».

Il piano dell’ente camerale scaligero, in effetti, prevedeva fondi per alcune centinaia di migliaia di euro, andati subito esauriti.

«Già dieci anni fa – ricorda ancora il presidente trevigiano dell’Ascom Renato Salvadori – a Casale sul Sile, primo di un folto gruppo di Comuni, abbiamo introdotto un innovativo modello di collaborazione tra categorie, forze dell’ordine e vigilanza privata , contribuendo a ridurre i crimini nella zona».

Considerando il totale degli esercizi commerciali presenti nelle sette province del Veneto – 120.000 al primo gennaio scorso – almeno diecimila titolari hanno una licenza per portare o detenere un’arma, ovvero l’8 per cento del totale, una quota che conferma la tendenza all’autodifesa stabilita dai dati del ministero dell’Interno sulle richieste di nulla osta per possesso di pistole o fucili.

In Veneto fra le categorie più colpite da furti e rapine (che sono rispettivamente l’82 e il 13.5% dei 2300 reati denunciati) nei primi sei mesi dell’anno ci sono al primo posto gli esercizi commerciali veri e propri (supermercati, negozi, tabaccherie) col 39% del totale di denunce, poi i locali pubblici (24,8) quindi il settore servizi (20%, in pratica le banche) infine le aziende (8%), i benzinai (4%) e i professionisti che sono solo il 2,6%, ma non solo orafi – ovvero la categoria più armata – ma anche avvocati, consulenti finanziari e manager.

Gigi Bignotti

(Ha collaborato Massimo Rossignati)

Ogni giorno 14 reati contro i commerciantiultima modifica: 2008-10-16T12:03:00+02:00da sagittario290