L’acqua è un bene della comunità…

SPAZIO MAGGIANI

27 ottobre 2008

L’acqua è un bene della comunità…

Nel silenzio generale dei media il governo Berlusconi ha votato l’articolo 23 bis del decreto legge Tremonti che sancisce la privatizzazione dell’acqua pubblica. Di fatto è stata sancita una bestemmia sociale, culturale ed etica; l’acqua è un bene essenziale per la vita, un diritto fondamentale dell’uomo che non può essere alienato, non può essere mercificato e nessuno può appropriarsene per trarne illecito profitto. L’acqua è sacra in ogni Paese, cultura e fede del mondo. Da oggi l’acqua non è quindi più un bene pubblico, ma cadrà definitivamente e per legge sotto il controllo delle multinazionali come Veolia, che a Latina ha già deciso di aumentare le bollette del 300% e ai consumatori che protestano manda le sue squadre di vigilantes armati e carabinieri per staccare i contatori. È tutto chiaro? Questo governo si è comportato da statalista con Alitalia ed ora fa il liberista con l’unico bene che non dovrebbe assolutamente essere sottomesso alle regole dell’economia capitalistica.

GianFrancesco Ubaldino

Io penso quanto segue: penso che in linea generale in Italia l’acqua costi troppo poco. Penso che per questa ragione ne sprechiamo alcuni miliardi di metri cubi a lavare le macchine sotto casa, ad annaffiare i prati all’inglese delle villette, a lasciar scorrerne un bel fiotto mentre ci laviamo i denti o ci facciamo la barba. Penso che l’acqua è talmente preziosa, al pari del pane e di un tetto sotto cui ricoverarsi, che questo Paese dovrebbe fare grandi investimenti di impianti e uomini per sfruttarla e conservarla nel modo più efficiente possibile. Proprio per questa ragione penso che l’acqua sia un bene che debba essere rigorosamente gestito dalla comunità, a cui appartiene. Peccato che le aziende pubbliche in Italia facciano spesso in nome della pubblica proprietà i pezzo laori, come si dice nel mio dialetto. Peccato che dicano “pubblica” e intendano politica. E difendono se stesse per difendere un sistema clientelare di rivoltante squallore. Dirigenti di nomina partitica senza alcuna professionalità hanno gestito aziende virtualmente altamente produttive in modo dissennato, facendo pagare alla comunità i loro errori di politica aziendale e le loro scelleratezze amministrative. Cosicché ci sono partiti che conducono battaglie double faces: da un lato sostengono il giusto diritto delle comunità a possedere le loro risorse primarie, dall’altro sostengono il proprio potere dentro le controllate pubbliche. E più quei partiti sono in difficoltà al cospetto dell’elettorato ideale, più ci tengono a poter ancora assumere a propria discrezione, spendere a proprio tornaconto e a beneficio della clientela, nell’idea di riconquistare o consolidare in questo malsano modo il consenso e i voti. Questo è quello che penso, e ritengo che la privatizzazione non è il rimedio, come non lo è stato dove si è realizzata, ma un altro male. In questo Paese può capitare che ci siano problemi, ma non ci siano soluzioni.

L’acqua è un bene della comunità…ultima modifica: 2008-10-28T11:15:00+01:00da sagittario290