Foggia, per racket dei funerali 6 condanne e 12 assolti


30/10/2008

Foggia, per racket dei funerali
6 condanne e 12 assolti

FOGGIA – Non esiste una mafia del caro estinto che puntava al monopolio sui funerali. C’è invece un racket dei becchini, di più modeste dimensioni rispetto a quelle ipotizzate, che taglieggiava alcune imprese di pompe funebri pretendendo il pizzo. Racket che però non godeva di nessuna complicità all’interno degli ospedali riuniti tra medici, infermieri, autisti di ambulanze e vigilantes pronti a segnalare ai becchini, in cambio di soldi e regalie, il decesso di pazienti come invece sosteneva l’accusa. 

6 CONDANNE, 12 ASSOLTI – E’ quanto dice la sentenza emessa alle 13 dal gup di Bari Rosa Calìa Pinto, nel processo abbreviato «Osiride» a 18 foggiani accusati a vario titolo di mafia, estorsioni e tentativi di estorsione, corruzione, peculato, favoreggiamento, violazione della sorveglianza speciale. Sei le condanne inflitte per complessivi 23 anni e 4 mesi di reclusione; 12 le assoluzioni. Il pm della Dda Lorenz o Ler ario nell’udienza del 24 settembre scorso aveva chiesto 18 condanne per tutti i reati a complessivi 68 anni e 4 mesi di carc ere. 

«NON C’È MAFIA» – Il gup ha innanzitutto escluso che si debba parlare di mafia, derubricandola in associazione per delinquere semplice; ha inoltre assolto tutti gli imputati per gli 11 episodi di corruzione contestati dal pm. Il processo Osiride ai 18 foggiani (per altri 20 coimputati si sta celebrando il processo in prima sezione penale a Foggia come riferiamo a parte, ndr) se non è una bocciatura in toto del lavoro di squadra mobile e Direzione distrettuale antimafia di Bari, certo ridimensiona di gran lunga l’ipo – tesi investigativa e accusatoria. 

7 ANNI A TOLONESE – La pena maggiore – 7 anni di reclusione, a fronte dei 12 invocati dal pm – è stata inflitta a Raffaele Tol o n e s e, 49 anni, becchino mafioso soprannominato «rafanill», ritenuto al vertice della mafia del caro estinto insieme ai boss Roberto Sinesi e Federico Trisciuoglio , per i quali si sta celebrando il processo-gemello a Foggia. E’ stato riconosciuto colpevole di associazione per delinquere semplice e di un’estorsione ai danni del titolare di un’impresa di pompe funebri. Taglieggio che peraltro lo stesso Tolonese aveva ammesso in un memoriale, sostenendo però d’aver agito da solo e perchè la vittima non gli aveva reso una somma che lui riteneva di vantare: aveva peraltro risarcito il danno con 5 mila euro, a fronte dei 2 mila e 200 euro estorti all’im – presario delle onoranze funebri.

I SOCI DEL BOSS – Le altre condanne per associazione per delinquere semplice ed estorsione riguardano tre soci dell’impresa di pompe funebri «Angeli» dove lavora anche il boss Sinesi: 5 anni e 4 mesi a Giuseppe Cavallone; 4 anni e 2 mesi a Pa o l o Fernando Mancini; 4 anni e 4 mesi a Ciro Moffa. Le ultime due condanne riguardano Moreno Laviano a 18 mesi (pena sospesa) per due tentativi di estorsione; e il titolare di un’impresa di pompe funebri, Ciriaco Palumbo, condannato ad un anno (pena sospesa) per favoreggiamento per aver negato d’aver subìto richieste estorsive. 

OSPEDALE «ASSOLTO» – Assolti invece altri due becchini accusati di mafia Antonio Sabetta e Savino Loberto, quest’ultimo scarcerato; Leonardo Gesualdo pure accusato di far parte del clan mafioso e prosciolti tutti gli imputati «minori»: medici, infermieri, dipendenti ospedalieri, autisti di ambulanze e vigilantes accusati di corruzione per aver segnalato ai becchini degli «Angeli» il decesso di pazienti, in modo che l’impresa di pompe funebri potesse presentarsi subito dai familiari dei defunti e offrirsi per i funerali. 

IL PATTO MAFIOSO – Ben altra l’impostazione dell’accusa. I boss-becchini Sinesi e Tolonese (quest’ultimo braccio destro di Trisciuoglio) si erano spartiti – dicevano poliziotti e Dda – il ricco affare dei funerali tramite 4 imprese di pompe funebri: «Angeli» di Sinesi; ««L’Annunziata» di Tolonese quale socio occulto; «Universal »; «centro servizi funerari ». La «Angeli» aveva il monopolio dei funerali dei pazienti morti in ospedale, «l’Annunziata» l’esclusiva per il disbrigo delle pratiche amministrative per ogni esequie. Le imprese di pompe funebri di Foggia e provincia estranee al «cartello» mafioso – era l’accusa originaria che non ha retto al vaglio del gup – dovevano pagare un pizzo di 500 euro per ogni funerale celebrato in città. Nè ha retto il filone dell’inchiesta relativo alla «fitta rete di complicità e connivenze» di cui avrebbero beneficiato i becchini degli «Angeli » in ospedale. La risposta del gup all’ipotesi di una rete di corruzioni è nella raffica di assoluzioni «perchè il fatto non sussiste».

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Foggia, per racket dei funerali 6 condanne e 12 assoltiultima modifica: 2008-10-31T11:57:00+01:00da sagittario290