Foggia manifesta per legalità e lavoro


19/10/2008

Foggia manifesta per legalità e lavoro
Un migliaio al corteo di Cgil, Cisl e Uil

2029469758.jpgFOGGIA – La deriva criminale si combatte con il lavoro. Quello regolare e rispettoso dei diritti di lavoratori e aziende. Il sindacato sembra voglia ricordarlo prima a se stesso, quando s’impegna a firmare un’altra cambiale in bianco con gli imprenditori a «sostenere lo sforzo di modernizzazione dei contratti».

A patto però che le imprese non «bluffino» più. La precisazione è dietro l’angolo: fondato il timore che dietro questa nuova apertura di credito non ci sia la collaborazione richiesta. E così che la giornata della legalità di Cgil, Cisl e Uil si chiude con una minaccia: «Sarà lotta dura, non daremo tregua».

La marcia delle associazioni di categoria, del volontariato, degli studenti, della società civile foggiana contro la malavita che ha rialzato la testa in città è in quel migliaio di persone che sfila dietro le bandiere dei sindacati. Le confederazioni si mobilitano (ma l’unità sindacale anche in questi casi fa cilecca: dov’era l’Ugl?) si caricano delle ansie, delle paure dei cittadini. A boss e cani sciolti urlano: «Non vi vogliamo». Ma gli anticorpi necessari a vincere il malaffare sono «nel lavoro dignitoso». Quanti lo pensano davvero?

Al corteo sfilano il presidente della Provincia, Antonio Pepe, il vicesindaco Tito Salatto, il sindaco di San Severo, Michele Santarelli, il parlamentare Michele Bordo. Una rappresentanza bipartisan come richiede il buonsenso: tutti vorrebbero strade più sicure. Ma quando i tre segretari prendono di mira il governo per i suoi tagli, gli amministratori sono già andati via.

Con gli enti locali il sindacato ha condiviso molte stagioni, ma oggi i rapporti sono ai minimi termini se i segretari di Cgil, Cisl e Uil (Nicola Affatato, Emilio Di Conza, Sante Ruggiero) chiedono «risposte più celeri sulle scelte da affrontare».

«Non chiudetevi nelle vostre stanze – l’invito che si leva dal palco di piazza Cesare Battisti – abbiate la forza di stare tra la gente». La diffidenza verso le imprese se vogliamo è ancor più marcata, ma il sindacato non può permettersi di rinunciare a ogni residua speranza di cambiamento. Perciò l’invito alle associazioni di categoria a «espellere le imprese che sfruttano il lavoro nero», diviene un esercizio retorico; l’appello ad «avere coraggio negli investimenti» difficilmente troverà molte orecchie sensibili. Anche la Regione sembra aver deluso i sindacati.

Due anni fa il governo Vendola promulgò la legge contro il caporalato, sull’eco dello scandalo suscitato dall’inchiesta giornalistica sul lavoro nero nelle campagne del Foggiano. «Ma quella legge è rimasta lettera morta, mentre nelle campagne le condizioni di lavoro degli immigrati sono peggiorate». E’ un resoconto amaro, a tratti sconsolante di una situazione che non muta. E che anzi fa passi avanti verso l’ignoto. Lo sfruttamento del lavoro nero in ogni sua forma produce violenza, sopraffazione, ricatto: ecco come, alla fine, i conti tornino.

«Facciamo in modo che tutto questo si fermi prima che il malaffare soffochi la nostra economia», il grido d’allarme di Cgil, Cisl e Uil. Esiste un decadimento sociale che si riflette nella difficoltà di un lavoro dignitoso, la cronaca ce lo dice ogni giorno: vigilanza privata, asili nido, cooperative sociali. Il sindacato chiede al governo di «non fare più tagli ai comuni che aggraverebbero la crisi nel Sud». La gente applaude, così la società civile foggiana si riprende la scena. Servirà almeno a tenere alla larga boss e picciotti?
 

Massimo Levantaci

Foggia manifesta per legalità e lavoroultima modifica: 2008-10-20T11:17:00+02:00da sagittario290

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