Poche parole urlate con stizza, poi lo scontro fisico, un vetro in frantumi e tanta paura.

Edizione CITY 

07/09/2008

Poche parole urlate con stizza, poi lo scontro fisico, un vetro in frantumi e tanta paura.

DIANA CATALDO Poche parole urlate con stizza, poi lo scontro fisico, un vetro in frantumi e tanta paura. Tutto in una manciata di secondi. Cronaca di una serata da dimenticare per il cardiologo del Cardarelli Andrea Granata, colpito con pugni e schiaffi al volto dal figlio 35enne di una paziente in attesa di essere trasferita in un altro reparto. È accaduto nella divisione di cardiologia con Utic del Cardarelli l’altra sera. Il cardiologo, appena uscito dall’ascensore, è stato investito dall’uomo: «Hai procurato l’ambulanza per mia madre?» gli ha urlato mentre lo avvicinava. Il medico è stato colto di sorpresa, ha avuto appena il tempo di rispondere di non essere a conoscenza della vicenda, ma il trentacinquenne ha sferrato due pugni che hanno raggiunto il medico al volto e all’orecchio destro; poi lo ha schiaffeggiato. Il cardiologo ha cercato di liberarsi dalla presa del suo aggressore dirigendosi verso il reparto ma quello lo ha rincorso per un paio metri, urlando tutta la sua rabbia. Durante la corsa ha danneggiato la porta della guardiola e infranto il vetro divisorio, le schegge hanno sfiorato il medico, che aveva trovato rifugio nella stanza accanto, e alcuni dei presenti. Solo l’intervento dei colleghi e di alcuni familiari di altri pazienti ricoverati ha scongiurato il peggio. L’uomo è stato bloccato in attesa dell’arrivo degli agenti del drappello ospedaliero, il cardiologo è stato accompagnato in pronto soccorso. La polizia ha proceduto all’identificazione del 35enne e ha raccolto informazioni sull’accaduto. Secondo quanto hanno riferito alcuni testimoni, l’uomo già da diverse ore era in attesa di un’ambulanza che accompagnasse la madre in un altro reparto. Il cardiologo di turno del pronto soccorso aveva escluso che la donna avesse avuto un infarto, per cui non c’era urgenza di trasferirla, né di trattenerla nella divisione Utic. I tempi si sono allungati, i parenti della donna si sono spazientiti e quando è arrivato Granata la rabbia ha preso il sopravvento. Lo specialista è stato sottoposto a una serie di accertamenti – tac e radiografie – che hanno evidenziato un trauma cranico facciale; la visita dall’otorino ha poi confermato che uno dei colpi ricevuti ha danneggiato l’udito. Sul volto sono rimasti i segni dell’ematoma provocato dal pugno ricevuto. Dodici ore dopo l’aggressione, il cardiologo ha chiesto di essere dimesso ed è tornato a casa. Informato dell’accaduto, il direttore sanitario del Cardarelli Giuseppe Matarazzo, ha disposto un’inchiesta interna. «Non c’era prescrizione di urgenza nel trasferimento della paziente – ha commentato – e non è possibile tenere guardie giurate in ogni reparto». Amareggiato il medico aggredito: «Appena uscito dall’ascensore quell’uomo mi ha chiesto se avevo procurato l’ambulanza per la mamma che stava aspettando il trasferimento dalle tre del pomeriggio. Mi ha dato due pugni, ho perso l’equilibrio. Ora ho problemi di udito»: il cardiologo Andrea Granata, ex presidente del consiglio comunale di Qualiano, dove risiede, da 15 anni in servizio presso la divisione Utic del Cardarelli e responsabile dell’unità operativa del dolore toracico, nonché responsabile sindacale della Cgil. «Non mi era mai capitata una cosa del genere – commenta – Sono stato colto di sorpresa, in reparto non c’era la GUARDIA GIURATA, non c’è uno stazionamento fisso. Invece credo dovrebbe esserci almeno una guardia per reparto, soprattutto dove ci sono persone che arrivano dal pronto soccorso. Nei reparti ci sono troppi familiari, spesso in preda al panico e costretti ad aspettare anche ore», conclude Granata.

Poche parole urlate con stizza, poi lo scontro fisico, un vetro in frantumi e tanta paura.ultima modifica: 2008-09-08T11:03:06+02:00da sagittario290