ROMA
18/08/2008
Il racconto dei poliziotti di Flaminio
«Senza maglia per confondersi tra le piante»
«Mentre i vigilanti soccorrevano la donna abbiamo inseguito gli aggressori. Abbiamo scavalcato la recinzione di un campo e con i fari, ormai erano passate le 21 e era buio, abbiamo scovato due di loro che, tolta la maglietta bianca, tentavano di mimetizzarsi tra i cespugli».
I due assistenti Andrea Mastrantonio e Luigi Cencelli del commissariato Flaminio nuovo, diretto da Roberto Vitanza, se la ricordano bene la scena. La sera del 14, vedendo l’auto dell’istituto di vigilanza privata Urbe con le portiere aperte non hanno tirato dritto: hanno capito che forse stava succedendo qualcosa e si sono fermati per controllare. E così due dei quattro eritrei sono stati presi.
Ieri mattina i due poliziotti hanno incassato i complimenti del vicecapo della Squadra mobile di Roma, Giovanna Petrocca, che raccontava la dinamica di questa storiaccia seduta al tavolo con la dirigente della sezione investigativa sui reati sessuali, Silvia Franzé. «Questo episodio – spiega Petrocca – dimostra la sinergia che esiste tra i commissariati e la Squadra mobile», punta di diamante delle indagini, la quale subentra per seguire i casi più spinosi e complessi. Negli episodi di violenza a prendere parte sono anche gli psicologi e il personale esperto, della Questura, per mettere a proprio agio la vittima di violenza ed avere da lei le indicazioni necessarie per risalire ai responsabili. Un copione che si è ripetuto anche con la violenza resa nota l’altra ieri sulla colf moldava, commessa da due operai romeni in una villetta dell’Aurelio.
Questa volta, alle costole dei due eritrei ricercati c’è la squadra di polizia giudiziaria del commissariato Flaminio nuovo, composta da Piero Ronca e Giovanni Fiorenzo. Stanarli non sarà facile. Gli eritrei erano tra gli ospiti al Car e la periferia di Roma è uhna zona d’ombra ampia abbastanza per essere un buon nascondiglio.
Fab. Dic.