LETTERA-APERTA DI GIANLUIGI LAGUARDIA

17, Agosto 2008

LETTERA-APERTA DI GIANLUIGI LAGUARDIA AL DIRETTORE DELL’OSPEDALE SAN CARLO DI POTENZA GIOVANNI DE COSTANZO

915895740.jpgE’ trascorso anche il Ferragosto, tra gioie, divertimenti, svaghi, confusione, rilassamento più totale, ma anche per molti, di solitudine e di riflessione. Ha ragione chi sostiene, che il problema non è aver vissuto tanti, troppi Ferragosti, ma averne sempre di meno da vivere. Ecco perché per un nostalgico come me, comunque rattrista archiviarne un altro, di là da come si sia trascorso. Non per mia volontà, perchè costrettoci, ho trascorso queste giornate calde ed afose nella tranquillità del Grand Hotel dell’Azienda Ospedaliera San Carlo di Potenza, dove vi assicuro c’erano tanti, ma tanti degenti, oltre a tantissimi visitatori ed al numeroso personale in servizio presente. Di sicuro, con il mancato boom che si è registrato in giro, il San Carlo rimane sicuramente uno dei luoghi più frequentati ed affollati in regione.

Per mia deformazione professionale mi sono rifornito di giornali locali e nazionali proprio per concedermi alla lettura, ma anche per verificare se dopo le mitragliate di  parole dei giorni scorsi, tra alcuni colleghi, si era finalmente addivenuti almeno ad una “tregua ferragostiana”. Del resto, personalmente, anche in virtù del ruolo di consigliere regionale dell’Ordine, mi ero adoperato per riportare serenità nell’ambiente dopo aver letto anche alcuni commenti da parte dei lettori che di certo non hanno gradito determinate posizioni sia dall’una che dall’altra parte dei protagonisti, inviando un sms ai protagonisti e invitandoli a concedersi una meritata vacanza.

1568493685.jpgDurante la mia forzata pausa, rinchiuso nella solitudine di una stanza, ho avuto modo di riflettere e comprendere ancor più il valore e l’importanza del ruolo di un giornalista che deve dire e scrivere sempre “le cose vere così come sono, anche se a volte possono dar fastidio a qualcuno”.
Tra una passeggiata e l’altra nei lunghi corridoi per effettuare gli esami di rito e per prelevare una bottiglia d’acqua fresca nei distributori, sono stato letteralmente “aggredito verbalmente” da alcuni conoscenti che mi hanno invitato a voler denunziare pubblicamente, le tante disfunzioni e i disservizi per i quali non serve solo un bravo “manager”, ma una persona comprensibile disposta a verificare e risolvere  banali e semplici aspetti organizzativi, che vanno al di là degli aspetti di natura professionale sulle qualità delle prestazioni offerte nei singoli reparti.
Girando tra i corridoi semi vuoti, è stato facile per me fotografare le tante “anomalie” che nonostante i miliardi spesi sino ad oggi per il completamento dell’Azienda Ospedaliera San Carlo, continuano purtroppo, per certi aspetti a relegarlo come una imponente struttura da terzo mondo.
Peccato che il neo direttore generale Giovanni De Costanzo e l’assessore regionale alla sanità  Don Antonio Potenza, erano in ferie proprio nel boom della stagione estiva, che di certo non coincide con quella “sanitaria” che a quanto pare continua a mantenere sempre numeri strabilianti durante tutti i mesi.
Sarebbe stata una buona occasione per il neo direttore generale, dimostrare di che pasta è fatto il nuovo “manager”, o di quali sensibilità si renderà interprete durante la sua attesa gestione.
Sarebbe stato molto positivo per lui recarsi in visita tra i reparti e non solo per salutare i tanti degenti rimasti soli, ma anche il generoso personale in servizio, dai quali raccogliere suggerimenti e consigli utili.
Ma sarebbe stata anche una buona occasione per effettuare un approfondito sopralluogo in una giornata meno caotica rispetto alle altre in cui sarebbero subito apparsi evidenti le tante anomalie su cui bisogna mettere mano quanto prima.

44017574.jpgPurtroppo, il caldo torrido di questi giorni ha messo a serio rischio anche la stessa incolumità di molti degenti, soprattutto, di quelli allocati in stanze e francamente erano tanti, esposte per molte ore al sole e che sono stati costretti a fornirsi di vecchi ventilatori. Nonostante, le finestre tutte o quasi completamente aperte, hanno continuato a sudare e a respirare con difficoltà, in una situazione a dir poco paradossale, sia per i parenti durante le visita, che per gli stessi degenti, costretti a rinunciare loro malgrado, a guardare i fianchi larghi e le enormi ciccie sulle spiagge, per ritrovarsi poi a vedere di tutto tra i reparti.
Non è possibile che nessuno si sia reso conto della necessità di realizzare un impianto climatico in tutta la struttura che mantenga una temperatura sempre costante, sia durante i periodi estivi che anche in quelli invernali, (e mi creda direttore, magari se Dio vorrà a Natale Le proporrò di fare un giro insieme tra i corridoi), per farLe constatare come le finestre e le porte di emergenza rimangono comunque sempre aperte con conseguenti enormi sprechi. Anche in uno dei padiglioni moderni in cui l’altra notte ho pernottato, dovendo effettuare i controlli di routine  nel far constatare a chi di dovere l’elevata temperatura mi sono sentito rispondere che: “purtroppo non si poteva spegnere l’impianto, perchè centralizzato e quindi collegato anche ad altri reparti in cui era necessario mantenere temperature estremamente fresche” (e pensare che di ora in ora arrivavano degenti che pochi minuti prima all’esterno si ritrovavano a temperature che hanno sfiorato anche i 35°).
Ma l’aspetto della revisione degli impianti è solo una delle priorità da rivedere, che mi auguro che la nuova impresa che si è aggiudicata il servizio della manutenzione, sarà così sensibile nel presentarLe un cospicuo progetto per porre rimedio sin dalle prossime settimane.
Così come signor direttore generale andrebbe sistemata definitivamente anche l’allocazione del reparto di rianimazione, sempre pieno e che con i gravi incidenti dei giorni scorsi ha fatto registrare anche una maggiore presenza lungo i corridoi tra parenti, amici e semplici curiosi che comunque creavano disagio a chi doveva attraversare i corridoi per recarsi in sala operatoria,  nelle sale raggi o ai reparti assegnati.
Anche qui di privicy e di sicurezza quasi nulla.

1627323969.jpgPer non dire poi, che qualche guardia giurata addetta ai controlli si limitava a disciplinare il transito tra un corridoio e l’altro solo nei pressi delle sale operatorie, senza preoccuparsi minimamente poi di verificare che tutte le finestre e le porte di emergenza erano aperte per il caldo e magari richiamare i tanti visitatori seduti sulle scale d’emergenza, intenti nella snervante attesa a fumare una sigaretta o a commentare a voce alta sui fatti accaduti.

E’ pensare che tutte quelle  accortezze per l’accesso alle sale operatorie vengono poi stravolte nel momento in cui gli stessi degenti, sono costretti ad attraversare il lungo corridoio in barella con finestre e porte aperte e con la gente tutta intorno, completa dei microbi e delle polveri che si porta dall’esterno.
Mi permetto poi solo di consiglierLe esimio direttore generale, ma si vede che qui siamo, forse, nel settore della sua deformazione professionale per essere stato mi dicono tra gli ideatori di quel Bando che ha consentito alla Regione Basilicata di pubblicare a pagamento, pagine pubblicitarie su alcuni risultati raggiunti nei diversi settori finanziati, su tutti i quotidiani e periodici locali e che tra l’altro sta ingenerando molta confusione nel rapporto tra Istituzioni, Editoria e Informazione, ad evitare per il prosieguo, altre uscite a dir poco indelicate di pagine di promozione dell’Azienda, come quelle pubblicate proprio nel giorno di Ferragosto.
Su ben 2 pagine della Gazzetta della Basilicata (ripetitive tra l’altro pag.6 e pag.9) dove prendendo spunto dal breve e sincero ringraziamento della giovane Simona “volevo dire grazie, con tutto il cuore, per quello che hanno fatto per me e per ciò che continuano a fare”, che si era limitata a ringraziare il personale del reparto in cui era stata curata dopo il delicato intervento, si è finiti nell’esagerazione più banale enfatizzando poi, alcuni aspetti, quali quelli della organizzazione e della logistica che comprenderà come lascino ancora molto a desiderare.

313586678.jpgPer non parlare poi del pranzo speciale dei giorni festivi e di cui a Ferragosto, però, nessuno si è reso conto, anche se devo sottolineare che il pasto normale arrivato nelle nostre stanze era buono è saporito, come del resto mi dicono anche in tutti gli altri giorni, con l’accortezza di consigliare comunque agli chef qualche variazione in più al menù.

Questi solo alcuni aspetti rilevati, altri magari ancor più banali, ma comunque risolvibili glieli dirò casomai di persona se mi concederà un incontro di pochi minuti. Tutto sommato, Le posso assicurare  sig. direttore che anche io sono stato trattato bene, come del resto credo anche tutti i degenti della struttura, con le dovute attenzioni e gentilezze da parte di tutto il personale dei Reparti dove sono stato ospitato “a spese della Regione”.

A noi utenti del San Carlo, il diritto di essere curati al meglio, senza disagi e disservizi ed anche il dovere di denunziare le tante anomalie che sviliscono il lavoro professionale di tanti bravi professionisti ai quali va comunque la nostra gratitudine , per quello che quotidianamente fanno pur tra tante difficoltà, per tentare di elevare le prestazioni.
A Lei, direttore De Crescenzo,  il dovere di dare risposte certe e concrete ad una utenza che si aspetta molto dalla più grande Azienda Sanitaria regionale e di pretendere anche dal suo numeroso, valido e qualificato Personale una maggiore unità, serietà e continuo aggiornamento professionale  per affrontare con determinazione le delicate sfide del futuro.

LETTERA-APERTA DI GIANLUIGI LAGUARDIAultima modifica: 2008-08-18T11:00:00+02:00da sagittario290