L’appello di un padre di famiglia: “Non ho un lavoro, aiutatemi”

Michele Spano, 47 anni, due figli, un anno fa ha perso il lavoro per una brutta malattia. Ora è guarito, ma nessuno lo assume più 

L’appello di un padre di famiglia: “Non ho un lavoro, aiutatemi”

1071019315.jpgCESANO MADERNO 28/08/2008 – Ha lanciato un appello accorato al sindaco, al parroco ma anche a tutte le istituzioni. Da più di un anno è disoccupato e non sa più come fare a garantire due pasti al giorno alla sua famiglia. Colpa di una brutta malattia che aveva colpito Michele Spano, 47 anni, residente a Cesano Maderno, sposato con due figlie. E tanta sfortuna dietro le spalle. Ora lui è perfettamente guarito. Eppure per il mercato del lavoro è un «intoccabile». Nessuno lo vuole più assumere. E, con una famiglia sulle spelle, è un bel problema.

Fino a giugno 2007 Michele poteva dire a buon diritto di essere un uomo fortunato. Una moglie, due splendide bambine e un lavoro di guardia giurata duro sì, ma che offriva anche tante soddisfazioni e la possibilità di vivere bene insieme alla sua famiglia. Un anno fa, la mazzata: una brutta malattia ai reni, che lo indebolisce, gli sottrae ogni energia – lui che non era mai stanco. «Quel che è peggio – spiega Michele – non era più possibile svolgere un lavoro duro come la guardia giurata. E lo spettro della disoccupazione è dietro l’angolo. Un incubo».
Ma Spano non si dà per vinto.

Con la grinta che lo contraddistingue, inizia a farsi visitare da medici, specialisti, ospedali. Non esita a fare il rompiscatole. Finché nel mese di aprile di queat’anno ottiene la vittoria che aveva a lungo cercato: il trapianto di un rene. «Un uomo di 45 anni morto per un incidente stradale – dice commosso Michele – Gli sarò per sempre grato».

Ora Spano ha ritrovato la salute ed è un uomo nuovo. Eppure non ha ancora ritrovato la serenità perduta. «Sì – protesta l’uomo – perché ora tutti mi considerano un invalido. Lo Stato mi ha dato una pensione di invalidità. Ma io sto bene, e dunque non voglio vivere con un sussidio. Io voglio un lavoro, voglio una vita normale. Ma finora, tutto questo si è rivelato impossibile. Ho spedito centinaia di domande di lavoro, cercando a 360 gradi.

Ma nessuno finora mi ha risposto. E così mantenere la mia famiglia – con tutte le spese che ci sono oggi – è davvero difficile. Il sindaco mi ha dato una mano, e anche il parroco. Ma non basta.

Scritto da: Daniele Bianchi

L’appello di un padre di famiglia: “Non ho un lavoro, aiutatemi”ultima modifica: 2008-08-29T11:45:00+02:00da sagittario290