Il sindacato: lavoriamo senza i mezzi previsti indaghino i magistrati

Edizione CIRC_NORD

13/08/2008

Il sindacato: lavoriamo senza i mezzi previsti indaghino i magistrati

MICHELE IPPOLITO San giorgio a cremano. Non ce l’ha fatta Gennaro Cotumaccio, GUARDIA GIURATA di 41 anni originaria di Portici. Due mesi è durata la sua agonia nell’ospedale Cardarelli. Il 16 giugno fu ferito a colpi di pistola dai rapinatori che assaltarono a Marano l’auto dell’istituto di vigilanza Europol per impossessarsi di 60mila euro prelevati nei supermercati di Quarto e destinati alle banche. Ci ha rimesso la vita, ma ora la moglie Annamaria Veneruso, l’amore di tutta una vita sposata quindici anni fa, avrà anche difficoltà per fare fronte a tutte le spese che inevitabilmente si presenteranno. L’Europol ha pagato il 10 luglio lo stipendio di giugno a tutti, ma non la quattordicesima dovuta per contratto né gli straordinari, e ritarda di tre giorni, come denuncia il sindacato, lo stipendio da pagare ad agosto. Non bastano a placare gli animi le rassicurazioni sull’inconveniente tecnico da risolvere entro Ferragosto da parte del gestore, Sergio Sansone. Circostanza per la quale Ciro Cozzolino, rappresentante sindacale dei vigilantes Europol rilancia anche l’allarme sulle condizioni di lavoro: «Quella mattina non c’era l’auto blindata come prevede il regolmento, non c’era la trasmittente ma un telefonino aziendale, la magistratura dovrebbe fare luce». Una mattina di spari, sangue e terrore davanti alla folla e a mamme che avevano appena accompagnato bambini a scuola. Reagirono le due guardie giurate. C’era anche un ispettore di polizia tra la folla, che non esitò a qualificarsi e a sparare. A terra rimasero lo sfortunato Gennaro Cotumaccio e uno dei tre rapinatori, che morì all’istante: si scoprì che era l’insospettabile custode di un vicino parco. Furono presi poco dopo due dei complici, tra cui il figlio del rapinatore ucciso. Familiari e colleghi hanno sperato che Gennaro Cotumaccio riuscisse a farcela. «Persona splendida», lo ricorda il cognato Antonio. «Disponibile e generoso», sottolineano i colleghi, che si stringono intorno al fratello Carmine, anche lui dipendente Europol. Ma al dolore s’aggiunge la rabbia di un lavoro difficile e troppo precario. Dal 1998 lavorava alla Europol, una azienda di vigilanza privata con sede ad Ercolano, la stessa dove è impiegato suo fratello Carmine. «Gennaro era un lavoratore affidabile, un uomo serio e sensibile, sempre generoso con tutti – è il ricordo dei colleghi -. Il nostro è un mestiere pesante ma nonostante questo Gennaro era sempre pronto ad aiutare i colleghi in difficoltà, magari cambiando con loro i turni quando ne avevano bisogno oppure ad offrirsi per svolgere lavori urgenti». «Per noi questo è un giorno di lutto. – afferma Sergio Sansone, il titolare dell’Europol – La società tutta si stringe attorno ai familiari di Gennaro». La salma di Cotumaccio è a disposizione dell’autorità giudiziaria. Nelle prossime ore verrà estratto dal corpo il proiettile rimasto dal giorno della sparatoria e verrà effettuata l’autopsia. I familiari sperano di poter far celebrare i funerali nel giro di pochi giorni e annunciano che si terranno a Portici.

Il sindacato: lavoriamo senza i mezzi previsti indaghino i magistratiultima modifica: 2008-08-14T12:05:00+02:00da sagittario290