Forlì: sicurezza, la ‘guerra’ dell’Ausl con tecnologia e risorse umane

30 luglio 2008 13.44

Forlì: sicurezza, la ‘guerra’ dell’Ausl con tecnologia e risorse umane

1763182339.jpgFORLI’ – Ladri e malfattori sono avvisati. L’ospedale “Morgagni-Pierantoni” di Forlì dispone di un servizio di sorveglianza a prova di malvivente, con oltre 200 telecamere che tengono costantemente monitorati i punti strategici della struttura,  e sistemi di allarme a protezione dei siti più sensibili (Farmacia, Obitorio, Centro elaborazione dati, Sis e Ingegneria clinica, Museo, Cucina, Dispensa, Cassa ticket). Tale tecnologia, tuttavia, servirebbe a poco senza il prezioso lavoro dei tre agenti del presidio di polizia del nosocomio – gli ispettori capo Patrizia Cortesi, responsabile del nucleo, e Giuseppe De Blasi, affiancati dal sovrintendente Davide Dall’Agata –  i quali, insieme alle forze del servizio di vigilanza, assicurano 24 ore su 24 la sicurezza delle migliaia di persone che ogni giorno si trovano o transitano per l’ospedale.

Quello del presidio ospedaliero forlivese è un modello di sorveglianza integrato, che permette di perseguire con tempestività, sino alla flagranza, i casi di reato, in primis furto, a danno di degenti e utenti. Grazie al circuito di videosorveglianza, in funzione nei piani di ogni padiglione, nei corridoi, nelle aree d’accesso, e nei giardini, vengono prontamente segnalati eventuali movimenti sospetti, mentre, in altri casi, le indagini partono dopo la visione delle riprese e possono arrivare sino alla perquisizione domiciliare.

Dietro l’occhio elettronico delle telecamere c’è comunque quello attento dei vigilantes, appartenenti all’Istituto provinciale di Vigilanza Privata di Forlì – gruppo Coopservice. «Ogni telecamera è dotata di un apparecchio di registrazione ed è collegata ai monitor della sala controllo – illustra il coordinatore del servizio di vigilanza Andrea Sapio – uno dei nostri principali compiti consiste nell’osservare le immagini sugli schermi per rintracciare possibili malviventi sulla base degli elementi fornitici dagli agenti di polizia o verificare eventuali movimenti sospetti per segnalarli a questi ultimi. Il nostro, insomma, è un lavoro preparatorio».

D’altronde, sono proprio i furti la fattispecie di reato più frequente in ospedale. Da gennaio a oggi sono stati una ventina i casi segnalati, molti dei quali risolti. Nel primo semestre 2007, invece, le denunce acquisite dal presidio di polizia per furto o smarrimento erano state 16, con 7 indagati in stato di libertà o arresto. Oltre a tenere sotto costante controllo i monitor, gli addetti della vigilanza effettuano più volte al giorno giri di ronda in tutta la struttura ospedaliera. «Tutte le situazioni che presentano qualche anomalia – spiega Andrea Sapio – vengono comunicate direttamente al posto di polizia, per la opportunha valutazione».

Per quanto riguarda quest’ultima, a parte i compiti di polizia in senso lato, gli agenti dell’ospedale hanno tutta una serie di mansioni specifiche. L’attività si esplica soprattutto in ambito medico legale, fungendo da maglia di congiunzione fra medicina e giustizia, con l’acquisizione di tutto ciò che può rilevare a fini giudiziari in quanto fatto o notizia di reato. Ad esempio, se qualcuno ricoverato in Pronto Soccorso per lesioni procurate chiede di sporgere denuncia contro il proprio aggressore,  gli agenti si fanno carico di avviare l’istrutturia, richiedendo il referto medico, formalizzando la denuncia o querela, ascoltando persone informate sui fatti e segnalando poi il tutto all’autorità giudiziaria.

Nel primo semestre del 2007, sono state 202 le patite lesioni ad opera terzi visionate dal presidio di polizia, ma solo 7 quelle trattate. La pratica viene avviata esclusivamente in caso di denuncia o querela, oppure se la prognosi supera i 20 giorni. Complessivamente, sono stati 6.830 i referti visionati nel primo semestre 2007, di cui 784 trasmessi all’autorità giudiziaria.

Un’altra sfera d’intervento rilevante riguarda l’infortunistica stradale e quella degli infortuni sul lavoro. Nel primo caso, gli agenti aiutano le forze dell’ordine sul territorio, Carabinieri o Polizia Municipale, a ricostrure la dinamica dell’incidente, mentre per quanto concerne la seconda fattispecie, vengono segnalati alle autorità competenti gli esiti degli infortuni. Nel primo semestre dello scorso anno sono stati ben 1.669 gli infortuni sul lavoro visionati, di cui però appena 5 trattati, e 1.554i traumi relativi ad incidenti stradali.

Sotto la competenza del presidio di polizia dell’ospedale rientrano anche gli eventi autolesivi, ovvero i tentati suicidi, subito segnalati all’autorità giudiziaria.

Altrettanto importante è l’intervento in caso di disordini o liti nei reparti, in particolare al Pronto Soccorso. Di tutto l’ospedale, questo è il punto più caldo, in quanto è la prima porta d’accesso alla struttura: qui arrivano spesso sbandati, ubriachi, tossici, psicotici. Non è un caso che la sede del presidio sia proprio all’interno del Pronto Soccorso. Per quanto riguarda gli intossicati da stupefacenti, in particolare, il compito è informare la Prefettura, che può comminare una sanzione amministrativa. Nel primo semestre del 2007, tuttavia, sono stati registrati solo due di questi casi.

Spesso poi, vengono condotte indagini a seguito di decessi per eventi sospetti o di natura violenta. Qualora i medici nutrano dei dubbi sulla natura della morte dei pazienti o questa sia causata da terzi,  ci si attiva per scoprire la reale dinamica dei fatti.

Infine, agli agenti del presidio di polizia dell’ospedale spettano tutti i casi di maltrattamento in famiglia a danno di donne e bambini, in collaborazione con gli operatori sociali e istituzionali sul territorio e il Centro donna del Comune. Se soggetti deboli come donne o bambini si recano più volte in Pronto Soccorso per lesioni che possono far pensare a episodi di violenza, i medici allertano il presidio, che contatta tutta la rete dei soggetti interessati, coordinando i diversi interventi.

In ambito medico-legale, gli agenti dell’ospedale svolgono anche tutta l’attività delegata dall’autorità giudiziaria, che nel primo semestre 2007 ha disposto 18 fra riconoscimenti e ispezioni cadaveriche, oltre a partecipazione a esami autoptici, acquisizione e sequestro di cartelle cliniche e/o parti anatomiche in caso di esito infausto di un intervento. Una specie di CSI all’italiana, insomma.

Forlì: sicurezza, la ‘guerra’ dell’Ausl con tecnologia e risorse umaneultima modifica: 2008-07-31T17:15:00+02:00da sagittario290