E’ partito tutto da una maglietta. …

Edizione Venezia

Martedi’ 22 Luglio 2008

E’ partito tutto da una maglietta. …

E’ partito tutto da una maglietta. Una banalissima t-shirt sportiva, una replica delle divise ufficiali della nazionale di calcio turca. Una stella e una mezzaluna: è bastato questo a scatenare l’odio ed accendere la furia etnica che, domenica sera, è esplosa in piazzale Parmesan a Marghera. Il culmine della rissa, che ha visto coinvolte sessanta persone tra curdi e macedoni di origine turca, si è raggiunto intorno alle 21.30 davanti al bar “La Parmigiana”. Le tensioni, però, erano cominciate già due ore prima in via San Pio X: qui, la Polizia aveva avuto la prima segnalazione. Non contenti, curdi e macedoni avevano continuato a stuzzicarsi persino in piazza Ferretto tra sguardi torvi e spintoni. Ancora scaramucce tra viale Garibaldi e via San Donà dove, tra l’altro, una volante aveva intercettato una Kia Sorento con a bordo quattro macedoni che denunciavano l’aggressione dei curdi. Insomma, domenica di faide in giro per le strade di Mestre. E la cosa ha radici ben più profonde, come racconta C.P., cittadino macedone regolare in Italia da una decina d’anni. «Una settimana fa in piazza Ferretto i curdi hanno visto due ragazzi con la divisa da gioco della Turchia. Li hanno minacciati: “se vi vediamo ancora in giro con questa maglia vi tagliamo le orecchie”». Non solo. Mestre, per quanto assurdo possa sembrare, è divisa in zone “territoriali”. «Noi macedoni dobbiamo stare qui a Marghera. Mestre e piazza Ferretto invece sono dei curdi». Un regolamento di conti, quindi, anche per motivi territoriali. Lo scontro vero e proprio, però, è avvenuto a Marghera. Qui, in piazzale Parmesan, i curdi sono arrivati armati di bastoni, spranghe, tubi di cartone imbottiti e utilizzati a mo’ di mazza, persino un martello da manovale. Armi rudimentali, attrezzi di fortuna, ma comunque volti ad offendere. I curdi attaccano, ma i macedoni non stanno certo a guardare. Fioccano mazzate e bastonate, qualcuno rimane ferito. Sul posto, quattro pattuglie della Polizia, intervenuta con una quindicina di uomini supportati dalla vigilanza privata Y Greca, dai vigili urbani e dai carabinieri. Per riportare la calma ci sono volute circa due ore. Anche perchè sia i curdi, sia i macedoni, cercano lo scontro con le forze dell’ordine. Cinque i feriti, tutti tra i dieci e i quindici giorni di prognosi a parte uno che ha riportato la frattura di perone e caviglia ed è tutt’ora ricoverato nel reparto di ortopedia dell’ospedale di Mestre. Finita qui? Assolutamente no. Gli uomini della Questura, infatti, si sono recati al “dell’Angelo” per sincerarsi delle condizioni dei macedoni “pestati”. Proprio in ospedale, l’ennesima coda di violenza. Un gruppo di curdi, recatosi al nosocomio per farsi medicare, ha incrociato i feriti macedoni. Tutto da rifare: la polizia ha dovuto intervenire anche in questo frangente per sedare gli animi ed evitare una nuova rissa tra “ammaccati” in ospedale. Morale della favola: sedici persone segnalate all’autorità giudiziaria, ma nessun arresto. Si tratta di giovani dai 20 ai 30 anni, sembra tutti incensurati. Due comunità fino ad ora tranquille, quindi, improvvisamente uscite dalle righe in uno scenario da faida metropolitana. Episodio straordinario o campanello d’allarme di una preoccupante piaga sociale? «Sono qui da dieci anni, la gente mi conosce, non ho mai disturbato nessuno – continua C.P. – ma voglio essere libero di poter indossare i colori e i simboli della mia nazione. La maglia della Turchia continuerò a metterla. Al prossimo scontro sono pronto anche a morire pur di difenderla». Una bella gatta da pelare per le forze dell’ordine che, dopo gli scontri tra africani in zona stazione, si trovano dover arginare un nuovo conflitto etnico che, di questo passo, potrebbe ancora degenerare. La maxirissa tra sessanta persone di domenica, ora come ora, potrebbe anche sfociare in una guerra tra popoli.

Davide Tamiello

E’ partito tutto da una maglietta. …ultima modifica: 2008-07-23T11:41:44+02:00da sagittario290