SICUREZZA/ POLIZIA LOCALE, ANCHE ROMA GUARDA A ‘MODELLO-MILANO’

CRONACA

Apcom – 08 mag 15:33

SICUREZZA/ POLIZIA LOCALE, ANCHE ROMA GUARDA A ‘MODELLO-MILANO’ 

Vigili romani tra i pochi non armati,con Alemanno in vista novità

Roma, 8 mag. (Apcom) – Quando si parla di sicurezza nelle città italiane non si può non tenere conto anche delle cosiddette polizie locali: sono 60 mila i ‘pizzardoni’, i vigili urbani e gli uomini delle polizie provinciali che compongono l’organico dei numerosi Corpi delle polizie municipali delle grandi metropoli e dei mille campanili della penisola. Si va, in pratica, delle poche decine di unità del piccolo comune siciliano ai 6 mila uomini in organico a Roma, ai 3 mila circa di Milano, ai circa 1.300 di Torino. Da Cava dei Tirreni a Roma, da Bologna a Venezia si moltiplicano le iniziative locali per migliorare la sicurezza, il decoro urbano con l’utilizzo di vigili urbani che sono diventati sempre più poliziotti di quartiere.

PIZZARDONI ITALIANI COME BOBBIES INGLESI?: Reale o ‘percepita’ che sia, non c’è ombra di dubbio che l’emergenza sicurezza abbia pesato non poco sull’esito finale delle recenti elezioni politiche e continuerà ad essere tra i principali punti anche nell’agenda del prossimo governo. Su questo tema definito prioritario da 7 italiani su 10 (secondo l’Istat) si attende la ricetta del nuovo governo. E’ lecito chiedersi, allora, se il governo Berlusconi e il neo ministro dell’Interno Roberto Maroni proseguiranno sulla strada dei Patti per la sicurezza voluti dal ministro dell’Interno uscente Giuliano Amato oppure se si opterà, ad esempio, su un modello di ‘sicurezza’ che punti a un maggiore coinvolgimento delle polizie locali, come del resto auspicato da numerosi sindaci, di sinistra e di destra, che vorrebbero anche una riforma della legge 65 del 1986 che ne definisce le numerose competenze.

In attesa delle decisioni del nuovo esecutivo, a livello locale, intanto, si moltiplicano gli annunci e le iniziative dei sindaci e delle amministrazioni locali. A Cava dei Tirreni, in provincia di Salerno, da qualche giorno i vigili urbani girano con pitbull e cani lupo anti droga. Fanno servizio con i cani al guinzaglio fuori le scuole cittadine come deterrente allo spaccio di droga. A Bologna, città guidata da Sergio Cofferati, è più che mai aperto il dibattito sul contrasto alla illegalità diffusa (vendita di prodotti contraffatti, accattonaggio). In altre città si discute sulle dotazioni e sui compiti della polizia municipale. Venezia, città guidata da un altro sindaco di centro sinistra, Massimo Cacciari, ha dichiarato ‘guerra’ al degrado e si avvia a inaugurare la ‘settimana del decoro’. Nella ‘città del Poverello’, ad Assisi, il sindaco ha deciso che gli accattoni e i mendicanti non potranno ‘esercitare’ a meno di 500 metri dai luoghi di culto e i frati francescani hanno assunto dei ‘vigilantes’. Da Nord a Sud, insomma, e da destra a sinistra, la parola d’ordine sembra essere sempre più ‘tolleranza zero’ contro tutta quella illegalità diffusa che fa sentire più insicuri i cittadini.

DOPO VELTRONI ROMA SI ISPIRA A MODELLO MILANO: Si guarda al ‘modello Milano’ con riferimento all’esperienza di riforma organizzativa del Corpo dei Vigili Urbani nel capoluogo meneghino avviato già ai tempi della Giunta Albertini e poi estesosi anche alle altre città lombarde. A Milano, sono operativi circa 3 mila uomini. Il Corpo della Polizia municipale milanese è probabilmente quello meglio organizzato in Italia. “Tra i numerosi nuclei specializzati – spiega ad Apcom Ernesto Cassinelli segretario nazionale del sindacato Siapol – abbiamo quello storico dei sommozzatori per gli interventi di soccorso nei fiumi e nei Navigli”. Ma è sulla formazione e sulle dotazioni (arma di ordinanza, bastoni di distanziatori (manganelli più corti di quelli in dotazione alle forze dell’ordine) e spray urticanti al peperoncino che la polizia municipale meneghina sembra essere più avanti come moderno modello di polizia locale.

VIGILI URBANI A ROMA ‘DISARMATI E INDIFESI’: Diversa, invece, appare la situazione a Roma. Sono molti, tra gli addetti ai lavori, a ritenere che il nuovo sindaco Gianni Alemanno metterà mano alla riorganizzazione del Corpo che ha alle spalle anni abbastanza travagliati. Il Corpo dei vigili urbani di Roma, infatti, è tra i pochissimi in n Italia a non avere in dotazione un’arma per la difesa personale. “A differenza dei nostri colleghi di Napoli, Torino, Milano e di molte altre città – spiega Luigi Marcucci, segretario nazionale del sindacato Ospol – noi non abbiamo nessuno strumento per l’autodifesa per difenderci se minacciati quando facciamo servizi notturni oppure quando dobbiamo entrare nei campi nomadi”. Cosa fare? “Non siamo e non vogliamo diventare sceriffi – risponde Marcucci – ma abbiamo già chiesto al nuovo sindaco di poter consentire agli agenti della polizia muncipale della più grande città d’Italia di avere dotazioni adeguate per gli oltre 110 compiti che la legge del 1986 ci assegna”. Anche l’arma di ordinanza? “Perchè a Milano si e noi no? Nel 2007 ci sono state 2.700 aggressioni a uomini e donne del Corpo. Siamo noi i bobbies italiani, da sempre siamo i veri poliziotti di quartiere. Se ci mettono in condizione di lavorare le ronde non servono. Chiediamo formazione, dotazioni moderne e uomini, visto che siamo sotto organico di 3 mila unità”.

Sulla riorganizzaione del Corpo, anche per un eventuale via libera alle nuove dotazioni, dovrà pronunciarsi (come prevede la legge Bassanini) il consiglio comunale capitolino. C’è chi cita alcune dichiarazioni di Alemanno in campagna elettorale e scommette: molto presto anche i vigili romani avranno la loro arma di ordinanza.

SICUREZZA/ POLIZIA LOCALE, ANCHE ROMA GUARDA A ‘MODELLO-MILANO’ultima modifica: 2008-05-09T12:30:00+02:00da sagittario290